Napoli città aperta e tollerante, l'omofobia non le appartiene

di Fortunato Calvino
Martedì 15 Settembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 08:07
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Qualcuno in questo paese ha avvelenato l’albero dell’accoglienza, della solidarietà, dell’uguaglianza. E ora quest’albero riproduce sempre più spesso esemplari umani, una piccola minoranza per fortuna, che sono imbottiti di rabbia e odio e che reagiscono violentemente a tutto ciò che mostra di essere al di sopra delle loro capacità culturali. Il loro limite e di non sapere accettare che ognuno di “noi”, è diverso, ed è unico.

Essendo del centro storico sono cresciuto incrociando spesso la figura del femminìello per i vicoli, per le strade, e non ho mai percepito dalla gente del quartiere ostilità verso di loro; spesso li ho visti insieme alle donne del rione, come ancora oggi vedo la Tarantina, che gioca con alcuni bambini mentre le loro madri sono a fare spesa. La Tarantina è una figura storica dei quartieri Spagnoli ed è così importante che gli è stato dedicato un murale, che qualcuno, vigliaccamente, un giorno ha coperto di vernice scura. Inutilmente: il Comune lo ha fatto restaurare, il quartiere ha tributato una seconda festa alla Tarantina, memoria storica di una Napoli sparita.

Scrivo questo per ricordare, con un caso recente, la tradizione napoletana mai omofoba, anzi. Eppure cresce nei quartieri di Napoli e di quelli periferici una generazione di giovani, sia pure una minoranza, che riversano la loro rabbia e il loro odio su tutto ciò che per loro è diversità ostentata. Proprio loro che ostentano un fisico esageratamente palestrato, puntando sul messaggio dell’aggressività, come gli assassini di Willy.

Maria Paola, 18 anni di Caivano, è morta dopo essere stata travolta dal fratello che non accettava la sua scelta amorosa. Ancora una volta intolleranza e negazione dei sentimenti altrui. Anche a Napoli, anche al centro, anche in periferia, anche in provincia c’è chi sta scegliendo una sessualità diversa da quella con cui è nato, un corpo che prima non si accettava e che ora finalmente si può avere. 

Ma Napoli non può pagare pegno per la violenza e l’arretratezza mentale di pochi. Si ricordi della sua tradizione. Si ricordi del basso nella zona di piazza Carlo III dove i femminièlli e le donne della zona decisero che bisognava reagire alle violenze dei nazisti, che era arrivato il momento di mandarli a casa. Nelle Quattro Giornate, con gli scugnizzi passati alla storia, c’erano le donne come Maddalena Cerasuolo, c’erano i femminielli che hanno perso la vita sulle barricate di San Giuvannièllo. Non sprechiamo la nostra memoria, il nostro primato di civiltà. La memoria di Maria Paola, la sua scelta d’amore, la sua drammatica fine esigono da tutti noi il rispetto di Napoli città aperta.

 
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