Un sorriso. Sofferto. Ma è un sorriso quello nella notte di Braga, dove l’autogol di Niakaté all’88’ ha consentito al Napoli di vincere la prima partita del girone Champions. Unica squadra italiana a conquistare i 3 punti. Ma tutto stava per essere buttato al vento, perché i portoghesi avevano colpito la fragile difesa azzurra pareggiando.
Dichiarata la voglia di voltare pagina dopo la mediocre prestazione di Genova sul campo appesantito dalla pioggia dello stadio senza curve. Garcia aveva confermato l’assetto base ma ha dovuto apportare subito una correzione, costretto a sostituire Rrahmani, probabilmente schierato in condizioni fisiche imperfette e sostituito da Ostigard. Ancora una volta non si è visto equilibrio nel Napoli, lungo perché il tecnico non rinuncia alla difesa alta, rischiando su un campo dove i suoi uomini hanno commesso troppi errori.
Si è notata, perlomeno, già dalle prime battute una squadra più determinata in attacco, dove Osimhen - come ai tempi belli - ha centrato un palo e una traversa, sfiorando altri due gol. Eccolo Victor a dominare la scena nell’area del Braga - difesa modesta, 10 gol subiti nelle 5 partite di campionato - servito per vie aree perché il campo pesante avrebbe frenato la manovra. Un leader, però non calmo. I gol falliti e alcuni duri interventi hanno irritato il nigeriano, al punto che l’arbitro Gozubuyuk dopo l’ennesima forte protesta lo ha ammonito. Nei due anni con Spalletti non si erano più visti questi scatti e Osimhen deve saper contenere la sua furia perché rischia di danneggiare il Napoli, che ha potuto concretizzare la mole di palle gol costruite non con un attaccante ma con un esterno di difesa, il suo splendido capitano.
Sì, c’è voluto il colpo secco di Di Lorenzo per piegare Matheus. Un tiro violento, come fosse un calcio dato a questi giorni in cui i Campioni appaiono irriconoscibili. E in un momento di difficoltà è emersa la personalità del calciatore di esperienza che ha saputo con la fatica conquistare i suoi spazi, prima nel Napoli e poi in Nazionale.
Nella ripresa gli azzurri hanno sofferto perché non sono riusciti a piazzare il secondo colpo: palle gol non sfruttate da Osimhen e Zielinski, in particolare. Il Braga ha spinto con maggiore determinazione, il Napoli si è chiuso troppo, cercando senza fortuna di attivare il contropiede. Subito dopo una rete sprecata da Piotr è arrivata quella del pareggio del Braga, con Bruma che ha sorpreso di testa Juan Jesus.
I palloni che transitano nell’area di Meret sono un rischio costante perché i difensori non riescono a spazzarli via. Ma stavolta il Napoli è stato aiutato dalla sorte, cioè dalla deviazione di Niakaté nella sua porta sul cross di Zielinski. Garcia, per difendere questo successo, ha schierato anche il giovane Natan e si è chiuso in area, passando da due a tre centrali. Battuto il Braga, l’avversario più debole del girone, e primi 3 punti.
Ma ora il Napoli deve superare i suoi timori, altrimenti non potrà riprendere un percorso di alto livello in Italia e in Europa. È sotto l’aspetto caratteriale, prima ancora che tattico o fisico, che la squadra deve fare il definitivo passo in avanti. Vi sono sbandamenti difensivi che devono essere eliminati perché può bastare davvero poco per complicarsi la vita, come stava per accadere già dopo 2’, quando Juan Jesus si è fatto saltare sulla fascia sinistra (Meret è stato chiamato alla respinta sul tiro di Horta) o nel finale quando è arrivato il temporaneo pareggio del Braga. Sulla fase difensiva va concentrata l’attenzione di Garcia, perché si rileva minore protezione per il reparto, sia al centro che sui lati. Il Napoli non è ancora il blocco di un anno fa, a prescindere da chi lo guida dalla panchina.
Nell’intervista prepartita il direttore sportivo Meluso ha confermato che la scelta di De Laurentiis è ricaduta su Garcia perché era sembrato l’uomo giusto per proseguire nel solco del lavoro di Spalletti.
Nell’altra partita del gruppo C vittoria del Real Madrid sull’Union Berlino. Anche questa sofferta, e infatti arrivata al minuto 94 con una rete dell’asso Bellingham, perché i tedeschi hanno alzato il muro, caduto per una rete arrivata dopo un paio di rimpalli in area e quando Bonucci, in gran forma a dispetto dei 36 anni e dell’estate da esiliato imposta dala Juve, era uscito dal campo. Non si è vista la squadra schiacciasassi che domina la Liga dopo aver conquistato 5 vittorie su 5. È apparsa pesare nel primo match di Champions dei Blancos l’indisponibilità del bomber Vinicius, in dubbio anche per la sfida del 3 ottobre al Maradona. La notte delle meraviglie, quella in cui si spera di rivedere la vera mentalità europea e l’autentica forza del Napoli. Garcia lo liberi delle sue paure.
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