Posillipo come una discarica, le foto degli sposi tra i rifiuti abbandonati sul belvedere

Posillipo come una discarica, le foto degli sposi tra i rifiuti abbandonati sul belvedere
di Valerio Esca
Mercoledì 28 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 18:54
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Gli sposi sulla “munnezza”. Una volta il detto napoletano era riferito ai galli, ma i tempi cambiano e così anche la storia del belvedere di Sant’Antonio a Posillipo. Una volta, dalla terrazza più bella di Napoli, la cartolina per eccellenza della città, le coppie di sposi andavano a scattare interi servizi fotografici per l’album dei ricordi. Oggi invece sono costretti, come la coppia nella foto in pagina, a scansare bottiglie di prosecco abbandonate, bottiglie di liquori, vodka, gin, bicchieri, buste e bottigliette di plastica disseminate per strada. In sostanza, una delle terrazze più spettacolari di Napoli è sotto scacco dell’inciviltà. Il belvedere di Sant’Antonio a Posillipo, con la città ai suoi piedi, è completamente sfregiato dall’incuria. Un anno fa furono anche divelti i cartelli con su scritto: «Basta rifiuti abbandonati. Non gettare per terra i rifiuti». Come se chi sporcasse, non volesse sentirsi la coscienza macchiata. Nel luglio del 2020 si è tenuto addirittura un comitato ordine e sicurezza pubblica, alla presenza del prefetto Marco Valentini, nella sede della prima Municipalità (Chiaia-San Ferdinando-Posillipo): all’ordine del giorno il caso di Sant’Antonio. Perché oltre l’incuria, dalla terrazza la sera è un continuo con i fuochi d’artificio. 

«Vedere gli sposi che si fanno la foto ricordo sorridenti tra i rifiuti è l’immagine simbolo del livello di degrado che abbiamo raggiunto a Napoli» tuonano il consigliere regionale di Europa verde Francesco Emilio Borrelli e il conduttore radiofonico Gianni Simioli. «È purtroppo lo specchio della nostra città in questa fase storica – dicono i due -.

I rifiuti abbandonati nei luoghi simbolo della bellezza da un’orda di incivili e cavernicoli che pensano solo a vivere allo stato brado sporcando ovunque sono una vergogna assoluta. Come è possibile farsi le foto ricordo di un matrimonio in mezzo a tale degrado? Questi incivili che sporcano anche i posti più belli e simbolici e il resto della cittadinanza che si adegua al degrado e alla sporcizia sono il simbolo di questa deriva sociale e culturale». Ma il degrado regna, non soltanto sul belvedere di Posillipo: «È inaccettabile che praticamente tutti i belvedere di Napoli da quelli di Posillipo fino a Via Aniello Falcone siano ridotti in immondezzai puzzolenti – spiegano Borrelli e Simioli -. Le persone vanno in questi luoghi e nonostante siano pieni di cestini e anche campane per la differenziata gettano bottiglie di vetro, plastiche varie, residui di torte o di batterie di fuochi per terra o anche sulle aree verdi sottostanti fregandosene altamente della pulizia e del decoro. Più volte con diversi cittadini volontari siamo andati a pulire ma per ogni persona che pulisce ce ne sono almeno 20 che sporcano. È una lotta impari ma noi non ci siamo arresi. Alcune volte vanno addirittura a sporcare specificamente nelle zone dove poco prima è stato pulito. A nostro avviso questi soggetti non riescono più a vedere la bellezza della nostra città, non amano la nostra terra che per loro è solo una immensa pattumiera. Dovrebbe essere istituito un reato di oltraggio alla pubblica bellezza per questi subumani».

 

L’inciviltà e il degrado di alcuni punti della collina di Posillipo è sotto gli occhi di tutti, ma sicuramente Sant’Antonio detiene un particolare primato per rifiuti abbandonati in strada. Lo spiazzale viene utilizzato quotidianamente da giovani e giovanissimi per fare bisboccia, festeggiare compleanni, e come punto di ritrovo per consumare alcolici. Il verde che si trova ai piedi del belvedere è una pattumiera a cielo aperto. «In altre città – spiega invece il presidente della Municipalità, Francesco de Giovanni - questo quartiere sarebbe un valore aggiunto dal punto di vista turistico. Inoltre Posillipo continua a soffrire una mancanza di attenzione dall’amministrazione centrale, basti pensare alla pulizia, al degrado, ma anche al trasporto pubblico. Per non parlare della tragedia del verde sull’intera collina».

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