Rifiuti, clochard e randagi: ecco il suk del lungomare di Napoli

Rifiuti, clochard e randagi: ecco il suk del lungomare di Napoli
di Elena Romanazzi
Sabato 31 Luglio 2021, 00:00 - Ultimo agg. 1 Agosto, 10:14
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Bottiglie, sacchi di plastica, rifiuti di ogni genere. È l’immagine del degrado della Rotonda Diaz, al secolo “Mappatella beach”. Una delle poche spiagge libere della città e quella sicuramente più accessibile dove non è necessaria alcuna prenotazione. Di buon ora quello che si trova sono i residui della notte. L’Asìa porta via i sacchi lasciati negli appositi contenitori, ma non il resto che si trova su buona parte del lungomare e a ridosso della spiaggia. Già perché buttare le bottiglie di vetro negli appositi cestini fa troppa fatica al popolo della notte che a volte scaglia anche le birre vuote contro le rocce, il tiro al bersaglio pericolosissimo per chi poi la mattina si va a stendere al sole e rischia di ferirsi. È il Lungomare, vista Vesuvio, trasformato in una discarica a cielo aperto. Nei giardini poco più in là non va meglio: sono stati trasformati in campeggi improvvisati per i clochard.


Da due giorni, dopo la chiusura alla balneazione, è tornata accessibile anche se in molti hanno comunque affollato l’area visto le elevate temperature. Ma sulle pulizie è sempre un fai da te. Appena pochi giorni fa, proprio il consigliere regionale di Europa Verde Francesco Emilio Borrelli con Mattia, Giuseppe, Vincenzo e Luciano, quattro ragazzini tra gli 11 ed i 13 anni, decisero di lanciare un messaggio di civiltà e di rispetto sono 4 bambini, tra gli 11 ed i 13 anni, che hanno deciso nei giorni scorsi di lanciare un messaggio di civiltà e di rispetto per l’ambiente mettendosi a ripulire il la spiaggia. «Noi veniamo sempre a Mappatella a fare i bagni e a giocare ma ci accorgiamo che la sabbia è piena di cicche e immondizia e anche pezzi di vetro, così vogliamo fare qualcosa di utile per questo posto» - hanno spiegato i 4 “scugnizzi”. «Questi bambini, nonostante la loro giovanissima età aggiunge Borrelli - possono essere d’esempio per quelle tante persone, incivili, che vengono sulla spiaggia e la inzozzano con le loro cartacce, le loro lattine e le loro bottiglie e soprattutto con le cicche di sigarette».

Ignobile il gioco di alcuni teppisti che si divertono a lanciare le bottiglie di vetro contro la scogliera rompendole in 1000 pezzi e facendo disseminare le schegge di vetro sulla spiaggia motivo per cui in alcuni casi le persone si sono tagliate sotto le piante dei piedi. Per non parlare di chi porta i cani e li lascia defecare sulla spiaggia di buon ora senza raccogliere gli escrementi. Un tempo c’erano anche i bagni. Gli spogliatoi e le docce. Sono rimaste solo queste ultime da dove esce solo un filo di acqua. Il motivo? Puntualmente da quando “Mappatella” è tornata balneabile nel lontano 2008, venivano vandalizzate. La prima volta hanno resistito 2 mesi. La seconda un mese. La terza appena venti giorni e così sono stati rimossi i bagni chimici che malgrado venissero chiusi la notte puntualmente venivano trovati dagli operatori della Napoli Servizi in condizioni pietose, con gli escrementi sulle pareti interne.

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Il presidente della Prima Municipalità Francesco de Giovanni conosce bene la situazione. «Il punto - spiega - è la mancanza di manutenzione ed è anche colpa dei cittadini che ormai seguono la regola “perché se è tutto sporco io devo lasciare pulito?”, una situazione che si trascina da tempo». Le spiagge libere in altre città - aggiunge De Giovanni - sono uno specchio, ben tenute, al pari di quelle private, c’è grande attenzione. «Invece - incalza - qui il comune si pavoneggia degli interventi fatti che sono inesistenti. Per la Gaiola la situazione è nettamente migliore, viene gestita gratuitamente dalla Gaiola Onlus, è a numero chiuso, non si possono portare bottiglie, ci sono i controlli. Ma chi prenderebbe in gestione “Mappatella beach” senza un ritorno? Ho fatto una valanga di segnalazioni, ma restano tali, senza nessun riscontro. A mio avviso c’è solo una soluzione: decentrare. Se la municipalità deve seguire e controllare la spiaggia allora io ci metto la faccia e se non funziona sarà solo colpa mia ma allo stato attuale non posso prendermi la responsabilità di qualcosa che non è di mia competenza».
 

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