Napoli-Roma, sinfonia Spalletti: la forza dei cambi e dell'autostima

di Francesco De Luca
Domenica 29 Gennaio 2023, 23:45 - Ultimo agg. 30 Gennaio, 06:00
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La statistica del Napoli, migliore squadra anche in quanto ad efficacia dei giocatori cosiddetti subentranti, va aggiornata dopo la rete segnata da Simeone che ha consentito agli azzurri di battere la Roma. Il Cholito ha spento le velleità di Mourinho. 

La statistica del Napoli, migliore squadra anche in quanto ad efficacia dei giocatori cosiddetti subentranti, va aggiornata dopo la rete segnata da Simeone che ha consentito agli azzurri di battere la Roma. Il Cholito ha spento le velleità di Mourinho, che era quasi riuscito a conquistare il punto con la rete di El Shaarawy: l’attaccante era entrato e aveva segnato, così come era accaduto nello scorso aprile, in quella partita che frenò le ambizioni da scudetto. Ma questa stagione è un’altra storia e ci è chiaro che finirà in gloria, mettendo al bando qualsiasi forma di scaramanzia e pur conservando il massimo rispetto per i prossimi 18 avversari. Panchina più forte, cambi di alto livello, come Simeone, il bravissimo Cholito che in qualsiasi altro posto sarebbe titolare, unico giocatore ad aver segnato in tutte le competizioni. Non è vero che poco sarebbe cambiato se fosse finita con un pareggio. Con la vittoria numero 17 aumenta ancor di più l’autostima di una squadra come il Napoli che non si sente appagata e che ha fame.

È stata una gran bella partita, con gli azzurri che hanno concesso qualcosa di troppo agli avversari e infatti il risultato è stato in bilico fino alla fine. Le occasioni per chiuderla prima della rete di Simeone, entrato sull’1-1 al posto di Osimhen, ci sono state ma sono state sprecate: ad esempio, da Lozano dopo uno gran bel contropiede. I momenti esaltanti sono stati tanti, a partire dalla rete di Victor, tartassato da Smalling e altri giallorossi, con Orsato che non sempre ha preso adeguati provvedimenti.

Il nigeriano si è confermato nel ruolo di bomber e di trascinatore, ha lottato anche dalla panchina incoraggiando i compagni che difendevano con i denti il vantaggio.

Il Napoli non si adagiato sugli allori dopo aver stravinto il girone d’andata. È sempre la squadra che lotta su tutti i palloni e lo ha fatto fino all’ultimo dei cento minuti giocati. È una sinfonia che esalta il pubblico del Maradona, dove i tifosi coreani e i georgiani sono sempre di più, e inorgoglisce De Laurentiis, abile costruttore con Giuntoli e Spalletti di questa macchina. È una scatenata banda imprendibile per gli avversari in campo (anche se la Roma vi stava riuscendo) e per le inseguitrici in classifica. L’Inter, la più vicina, è a 13 punti. Distanza incolmabile. 

Nel pomeriggio c’erano state le sconfitte di Milan e Juve. Pesanti, non imprevedibili, alla luce del ko dei rossoneri in casa della Lazio e del crollo psicologico subito dai bianconeri dopo i 5 gol presi a Napoli e soprattutto il -15 inflitto dalla Corte federale. Pioli è arrivato al capolinea. Non è riuscito a replicare la scorsa stagione, tradito anche da un mercato inconsistente (e, a proposito, qualcuno ha notizie di Ibrahimovic?). Allegri confidava in una forte reazione dopo la penalizzazione ma, raccolto solo un pari negli ultimi 180 minuti giocati a Torino, ha detto: «Dobbiamo fare punti per la salvezza». È a +11 sul Verona, difficile che la Juve possa finire in quel vortice, tuttavia ancora non vi è stato il secondo giudizio sportivo sulla manovra stipendi attuata durante il lockdown dalla dirigenza guidata da Agnelli. Forte il timore di un’ulteriore penalizzazione. 

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