Napoli, belvedere di San Martino ancora chiuso: a un anno dal crollo il cantiere è fermo

Napoli, belvedere di San Martino ancora chiuso: a un anno dal crollo il cantiere è fermo
di Gennaro Di Biase
Domenica 22 Agosto 2021, 00:00 - Ultimo agg. 23 Agosto, 07:20
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È amarissima, la solitudine in cui le istituzioni hanno lasciato il piazzale di San Martino. E la si legge negli occhi increduli dei turisti, italiani e stranieri, che quest’estate sono tornati a far visita al panorama, al castello e al Museo della Certosa. «Ma perché è tutto rotto?», si sente dire in ogni lingua del pianeta dai vacanzieri costretti allo slalom tra le transenne vecchie e sporche intorno alla balaustra spaccata del belvedere. Non pochi visitatori, ostacolati dai dissesti, fanno fatica a scendere anche solo i primi gradini della Pedamentina. Quei nastri arancioni sono lì da «oltre un anno», ricordano dal Comitato di residenti. Da ben 7 anni, invece, resistono gli ormai cronici barbacani a sostegno degli ex locali dei corallai, distrutti. Sono invece passati due anni da quando si staccarono alcuni massi dal muro di cinta del piazzale e della rampa patrimonio Unesco. Nessun intervento, in nessuno dei tre casi.


Le competenze istituzionali variano, a San Martino, a seconda del dissesto che si prende in considerazione. Il risultato, però, è sempre lo stesso: nessun intervento. Se la zona dei legni di sostegno - ormai antichi e infradiciati - al di sotto di Castel Sant’Elmo è di competenza regionale, il piazzale e il belvedere spezzato spettano al Comune. In proposito, sette mesi fa, l’assessorato di Alessandra Clemente promise un report, senza il quale i lavori non sarebbero potuti partire.

Ma nulla si è mosso. La grossa area interdetta del panorama è ancora, appunto, off limits, solo che i pannelli sono più vecchi e la zona recintata si è riempita di immondizia.

 


In questo scenario di degrado cronico, gli aggettivi dei residenti sono altrettanto definitivi: «Si tratta di una situazione di abbandono inaccettabile - sospira Claudia Capelli, residente della scala patrimonio Unesco e membro del Comitato Pedamentina - Le transenne al belvedere risalgono a oltre un anno fa. Altre transenne sono state aggiunte anche sulla scala, ma sono andate distrutte con il tempo. I barbacani sono lì da circa 7 anni. I massi dal muro di contenimento della Pedamentina si staccarono addirittura nel 2019, e da allora non è stata fatta alcuna verifica. Niente viene fatto neppure per il lancio di torte e bottiglie ogni sera dal belvedere. C’è poi una zona privata, sulla prima rampa lunga, totalmente abbandonata, che è diventata una selva: da lì escono topi enormi, che stanno spaventando i residenti. Abbiamo fatto reclami, inviato lettere alla Asl, con tanto di sanzione. Ma nulla è cambiato». Al degrado estetico, dunque, si aggiungono i rischi igienici e fisici per turisti e cittadini.

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«La Municipalità si sente parte lesa per le tante promesse non mantenute - dice Paolo De Luca, presidente del quinto parlamentino - che, oltre a lasciare uno dei luoghi simbolo della città e del territorio collinare abbandonato al proprio triste destino, mettono a repentaglio la sicurezza dei residenti e dei frequentatori di quell’area». Lo scorso 30 giugno lo stesso presidente del Vomero-Arenella aveva inviato la seguente nota, l’ultima in ordina cronologico ma senza risposta come altre, a Vincenzo De Luca e Luigi de Magistris: «Il 29 giugno è stata inaugurata, presso il museo nazionale di San Martino, che fa capo alla direzione regionale Musei Campania diretta da Marta Ragozzino, la nuova sezione espositiva permanente dedicata alla “Cona dei Lani”; un insieme monumentale di opere in terracotta che facevano parte della ricca decorazione della distrutta cappella dei Lani nella chiesa di Sant’Eligio al Mercato. Un ulteriore valore alle collezioni già ivi allocate, che aggiunge pregio alla regione, alla città e al suo territorio collinare. A fronte di tutto ciò lo spettacolo che viene offerto ai cittadini e ai turisti che intendessero recarsi in uno dei luoghi unici al mondo, dal punto di vista paesaggistico-architettonico, è quello di estremo degrado e abbandono. Le scale mobili per raggiungere il piazzale perennemente chiuse, transennamenti e sporcizia parte integrante di quel panorama che è possibile godere dal piazzale di San Martino. A nulla sono serviti gli appelli, da parte della società civile e delle istituzioni locali, che negli anni sono stati rivolti a chi poteva e doveva, per competenza, intervenire. Si invitano il presidente della Regione e il sindaco ad avere un sussulto di dignità per mettere fine a una condizione che in qualsiasi altra parte civilizzata del pianeta non sarebbe capita e tollerata».
 

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