Napoli, sempre i soliti errori: la difesa è una zavorra

di Francesco De Luca
Giovedì 4 Marzo 2021, 00:22 - Ultimo agg. 07:10
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È la stagione più strana, più assurda, più maledetta del Napoli. Perché ha avuto la capacità di riprendere due volte il Sassuolo, di andare in vantaggio al 90’ con il rigore trasformato da uno straordinario Insigne e di essere raggiunto sempre su rigore da Caputo, ragazzo del Sud che ha avuto grande freddezza a presentarsi sul dischetto al 94’ e a chiudere quella bella sfida sul 3-3. Tre gol fuori casa e un punto, i conti non tornano per Gattuso.

La squadra di De Zerbi aveva ottenuto un rigore già alla fine del primo tempo e nella ripresa aveva centrato una traversa con Berardi - incredibile che un attaccante con questo talento giochi ancora nel Sassuolo - e un palo con Caputo. Ma il Napoli è stato lucido e determinato, ha tirato fuori il coraggio e trascinato da Insigne si era portato in vantaggio. Assist del capitano a Di Lorenzo al centro di quell’area dalla quale si era appena allontanato Mertens - sotto tono e sostituito da Elmas perché altre punte non ci sono - e poi il gol su rigore che avrebbe dovuto chiudere la partita.

Ci sarebbe stato, invece, un errore decisivo di un difensore esperto come Manolas, al rientro dopo tre settimane: inutile fallo su Haraslin e secondo rigore per il Sassuolo. Insigne è esploso, ha preso a calci un tabellone, si è infuriato per quell’errore del greco. È stata una reazione d’istinto, non da capitano, su un campo maledetto, dove il capitano aveva fallito il rigore nella sfida di Supercoppa contro la Juve il 20 gennaio. Uno sfogo dopo un’ottima prestazione: gran gol nel primo tempo annullato per fuorigioco quasi invisibile; una prova di grande sacrificio sulla fascia; un rigore tirato in maniera perfetta che avrebbe potuto interrompere la serie negativa del Napoli fuori casa.

Dopo sei consecutive sconfitte tra campionato e coppe lontano dal “Maradona” è arrivato un punto. C’è amarezza perché il rigore al 90’ avrebbe dovuto chiudere la partita e invece l’errore di Manolas ha consegnato il al Sassuolo, evanescente negli ultimi venti minuti mentre gli azzurri erano stati ancor più aggressivi dopo la rete di Di Lorenzo, approfittando degli spazi che i neroverdi concedono - resta il grande limite di una squadra che ha studiato con De Zerbi come si attacca e non come si difende - e andando al di là della fatica.

Eppure, gli emiliani avevano giocato l’ultima partita il 20 febbraio (rinviata la gara col Torino) e gli azzurri avevano ben 180’ in più nelle gambe. Ma questa differenza era stata annullata sul campo da una squadra che continua ad affrontare l’emergenza in attacco e in difesa paga dazio per gli errori individuali, quelli che hanno provocato i tre gol del Sassuolo: l’autorete di Maksimovic e i due falli da rigore di Hysaj e Manolas assolutamente evitabili.

Niente ha potuto Meret con la sua maglia verde fosforescente, una divisa portafortuna che l’arbito ha autorizzato nonostante si giocasse contro i neroverdi del Sassuolo perché della questione si era interessato perfino De Laurentiis, noto scaramantico.

La presenza del presidente a Reggio Emilia ha confermato che è tornato il sereno nel rapporto con Gattuso e questa compattezza, anche se a scadenza, gioverà alla squadra. Certo, dopo questa vittoria buttata via c’è tanta amarezza.

È stata l’ennesima occasione sprecata per risalire in classifica. Ma le prestazioni contro Benevento e Sassuolo sono un punto di ripartenza dopo settimane molto complicate, sulle quali hanno pesato il brutto clima che si è creato ingiustamente intorno a Gattuso e la lunga serie di infortuni. Il Napoli ha commesso anche ieri gravi errori in difesa e ha confermato qualità in attacco, seppure vi siano tuttora assenti di rilievo come Lozano e Osimhen. Le azioni dei gol di Zielinski e Di Lorenzo (e della rete annullata a Insigne) sono state quelle di una squadra che può ancora giocare le sue carte per conquistare il posto in Champions, anche se il quarto posto adesso è distante cinque punti e presto arriveranno tre durissime trasferte in una settimana sui campi di Milan, Juve e Roma. La Lega Serie A ha fissato il recupero a Torino tra le sfide al Meazza e all’Olimpico perché quella del 17 marzo è la “prima data utile”. Il buonsenso avrebbe potuto suggerire di attendere almeno se la Juve proseguirà il cammino in Champions ma le vicende di questi mesi confermano che non ce n’è nei palazzi del calcio.

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