L'aiutino a DeMa e il misterioso ​calcolo di Forza Italia

di Vittorio Del Tufo
Giovedì 19 Novembre 2020, 00:00 - Ultimo agg. 07:28
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Vorremmo entrare nella testa dei notabili napoletani di Forza Italia. Davvero, siamo antropologicamente interessati ai loro calcoli e ai loro intrighi, ai misteriosi scenari che albergano nelle loro menti, alle loro cervellotiche strategie. Lo spettacolo offerto in questi giorni segna realmente il trionfo dei tatticismi da sottobosco politico. In nome del comune odio contro il governatore De Luca, i big del partito di Berlusconi in Campania - che non è un partito ma un arcipelago, anzi un esempio di deriva dei continenti applicato alla politica - stanno tessendo in queste ore, mentre la città è in tutt’altre faccende affaccendata, una fumosa e indefinibile alleanza con il sindaco De Magistris per garantirgli la sopravvivenza politica per i prossimi mesi, quando si andrà a votare e si toglierà, come si dice a Napoli, la frasca da mezzo.

Dunque siamo a «il nemico del mio nemico diventa mio amico». Che però, declinato a Napoli, rischia di trasformarsi in un suicidio politico. Deve averlo capito Berlusconi, sulla cui scrivania già sono finite le lamentele di mezzo partito, per nulla convinto dell’opportunità di fare da ruota di scorta a De Magistris. L’Operazione Salvagente, per ora assai simile all’Operazione San Gennaro, sarebbe avallata da pezzi importanti di Forza Italia, del calibro di Martusciello e Caldoro, mentre la Carfagna ha scelto di chiamarsi fuori rassegnando le dimissioni dal Consiglio. Temiamo che tutti costoro, impegnati in queste ore a dare una giustificazione politica alla loro ciambella di salvataggio, abbiano smarrito ogni contatto con la città. 
Il gioco a cui sta giocando il sindaco è tutto sommato comprensibile, per quanto, ancora una volta, autoreferenziale: gettare un ponte alle opposizioni per spingere la notte più in là, prolungare la sua e la nostra agonia. Il sindaco vuole portare a casa la pelle, a dispetto dei miserevoli risultati della sua azione amministrativa. Dopo aver preso atto dell’inconsistenza sia politica che numerica della maggioranza che lo sostiene, evanescente come il velo che avvolge il corpo del Cristo morto nella Cappella del principe Sansevero, DeMa non può far altro che promettere strapuntini e vantaggi politici a chi, fino a ieri, lo avversava. 

Magari un azzeramento della giunta e il varo di un esecutivo di salute pubblica che eviti l’arrivo di un commissario e lo scioglimento anticipato del Consiglio comunale.

Il banco di prova è stato l’approvazione del bilancio di previsione: senza l’ok al quale, com’è noto, vanno tutti a casa: De Magistris e l’intera compagnia di giro. Ma lunedì scorso, il giorno della resa dei conti, ecco la proposta di un patto di fine consiliatura con le forze di opposizione moderate. L’ultima mossa per evitare l’inglorioso defenestramento: mettere in gioco poltrone e poltroncine e invitare gli ex nemici a ballare con lui sul ponte del Titanic.

Il redivivo Pd, dopo un lungo e chandleriano sonno, e anni di debolezza politica, stavolta ha serrato le fila (o almeno così pare). Il segretario provinciale del Pd ha bocciato ogni ipotesi di accordo: «Lo spettacolo offerto rappresenta uno dei punti più bassi della storia delle istituzioni napoletane. Sospensioni, pregiudiziali, rinvii: ogni scusa è buona per non parlare del bilancio cittadino». Forza Italia, invece, si accomoda nel girone degli indecisi, dei perplessi, dei possibilisti. E accetta, in nome di astrusi calcoli, di scendere a patti con un De Magistris sempre più disperato, pur di colpire De Luca. Ecco l’eurodeputato Fulvio Martusciello: «Abbiamo dimostrato che De Luca non metterà le mani sulla città, perché Napoli è dei napoletani». Dunque il collante è l’odio per il governatore, che dopo Palazzo Santa Lucia, si preparerebbe a colonizzare pure Palazzo San Giacomo.

E qui scatta la nostra ricerca antropologica. Fare la ruota di scorta di De Magistris è davvero una prospettiva allettante per Stefano Caldoro, per Mara Carfagna, per lo stesso Martusciello? O alberga davvero, nei big del partito, la convinzione di poter incassare vantaggi politici dall’Operazione Salvataggio? La speranza è forse quella di intercettare i voti arancioni, che dopo la caduta di De Magistris saranno oltremodo volatili?

Temiamo che ai cittadini tutti questi calcoli e calcoletti da sottobosco stiano cominciando a dare la nausea. Soprattutto oggi. Nei giorni in cui la città avrebbe bisogno - dopo anni di tiriamo a campare - di parole chiare, comportamenti nitidi, strategie trasparenti.
Ma la coerenza ha fatto da tempo la propria scomparsa dal panorama politico cittadino. È da anni che intoniamo il de profundis alla sua memoria.

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