Fuori dalla zona Champions League e a sette punti dall’Inter che guida la classifica dopo 5 giornate. Con Osimhen che a Bologna, dopo aver sbagliato un rigore ed essere stato sostituito, ha alzato la voce contro Garcia. Aria molto tesa. Si scopre qual è il problema del Napoli: manca il leader ma in panchina.
Spalletti in due anni aveva tenuto in mano lo spogliatoio, diventandone il totem. Il suo successore ha un differente stile e differente deve essere la maniera di gestire il gruppo. Osimhen, anziché uscire a testa bassa dopo aver fallito clamorosamente il rigore, ha alzato la voce chiedendo a Garcia perché non avesse messo Simeone al suo fianco. Con ampi gesti della mano indicava le due punte. Brutto segnale anche se lo sfogo di Victor verrà attribuito al nervosismo per un gol fallito dagli 11 metri che avrebbe consentito al Napoli di vincere e agganciare Juve e Fiorentina al quarto posto.
Garcia ha difeso la sua scelta e i bravi giocatori che porta in panchina (ma Lindstrom quando vedrà il campo?). Capitan Di Lorenzo ha sollecitato in diretta tv il confronto negli spogliatoi. A Genova, otto giorni prima, c’era stata la protesta di Kvara con Rudi per il cambio con un difensore (Zerbin) mentre il Napoli era lanciato alla caccia del gol della vittoria. È auspicabile che la reazione di Osimhen sia quella di un campione che non vuole vedere al settimo posto dopo 5 giornate la squadra che porta lo scudetto sulle maglie e non quella di chi si è sentito frustrato per non essere andato a incassare una trentina di milioni all’anno in Arabia Saudita.
De Laurentiis - assente al Dall’Ara - ha visto nello 0-0 il bicchiere mezzo pieno. «Il Napoli riparte da Bologna. Bravi tutti», il suo tweet. Difende la scelta di un allenatore che, a parte la semifinale Champions 2020 col Lione, è arrivato in cinque stagioni in Francia dal quarto al settimo posto. Era sembrato l’uomo giusto per proseguire nella scia tattica di Spalletti ma per ora emerge una squadra lontana da quella di un anno fa. A Bologna si è senz’altro visto più ordine in campo rispetto al Napoli squilibrato della partita di Genova e a quello che aveva consentito al Braga di pareggiare, prima del raddoppio su autorete, nel primo match di Champions.
Ma è stato sostanzialmente un compitino, non quello che ci si aspetta da una squadra che ha alte aspirazioni. Pur priva della coppia Ostigard-Juan Jesus, la difesa ha retto bene. Natan, al debutto, ha avuto un impatto positivo. Vi è stata una maggiore copertura a centrocampo, Anguissa ha fatto l’atteso progresso. Tutto là davanti è passato per i piedi di Osimhen (il palo dopo 5’ e il rigore fallito al 72’), con gli azzurri che hanno cercato con insistenza a sinistra Kvara, volendo aiutarlo a sbloccarsi: i giorni senza gol per lui sono arrivati a 190. E ciò pesa, quanto quella via della rete smarrita da Osimhen dal 27 agosto. Per superare il guado serve altro. Più punti e meno tensioni.
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