La strana epidemia delle funicolari di Napoli: sdegno per lo stop

La strana epidemia delle funicolari di Napoli: sdegno per lo stop
di Pierluigi Frattasi
Lunedì 25 Giugno 2018, 00:00
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Boom di ammalati all’Anm. Funicolari chiuse a sorpresa anche ieri pomeriggio per il terzo giorno consecutivo. Il picco virale falcidia solo gli addetti alla sicurezza e all’esercizio, risparmiando macchinisti e operai, mettendo fuori gioco tutti i capiservizio disponibili, compresi quelli di riserva che erano in reperibilità. Nel primo weekend d’estate, l’azienda non riesce a trovare nessun sostituto disponibile a fare lo straordinario. Le Funicolari Centrale e di Mergellina chiudono ancora una volta i battenti alle 14,10, lasciando a piedi napoletani e turisti. E oggi si rischia di replicare. Pugno duro dell’Anm: già partite le visite fiscali, mentre si paventa lo spettro di provvedimenti disciplinari e denunce per interruzione di pubblico servizio e il Comune chiama a «serrati controlli magistratura, forze dell’ordine e Asl». Critico Nino Simeone: «No ad azioni avventate. Se ci sono le prove, i dipendenti infedeli vanno licenziati. Altrimenti gli assessori si scusino». Mentre Franco Falco (Faisa Cisal) avverte: «Non criminalizzate i dipendenti. Se risultassero abusi, andrebbero denunciati prima i medici». E i sindacati si spaccano, con l’Usb che attacca: «Sbagliato scaricare sui cittadini diatribe che possono essere rivendicate utilizzando le normali vie sindacali e legali. Il diritto alla salute non è una forma di lotta».

L’epidemia è scoppiata a sorpresa venerdì, a ridosso dello sciopero dei dipendenti Anm. Da mesi, è in corso un braccio di ferro sulle funicolari tra il management e i sindacati Faisa Cisal e Ugl Fna. Al centro del contendere proprio la figura dei capiservizio, nevralgica per assicurare la sicurezza degli impianti. L’amministrazione ne ha abbassato l’inquadramento parametrale dal 230 al 205. Quando nacque Anm nel 2012, infatti, con la fusione tra l’azienda della gomma, Napolipark e Metronapoli, gli ex dipendenti del ferro conservarono i parametri di ferrovieri che prevedevano un inquadramento più alto. Ma l’Anm, negli scorsi mesi, ha comunicato che i nuovi caposervizio saranno inquadrati con i parametri più bassi, innescando una battaglia senza quartiere. Tensioni sfociate in 3 scioperi, l’ultimo dei quali di 24 ore, tenutosi venerdì.

Il picco di malattie tra i capiservizio ha fatto saltare prima le corse della fascia di garanzia, post-sciopero, della Funicolare di Montesanto venerdì pomeriggio. Quindi, chiuse a sorpresa, sabato pomeriggio, Mergellina e la Centrale. Il problema si è riproposto anche ieri, quando prima di mezzogiorno, i due capiservizio del secondo turno pomeridiano hanno comunicato l’assenza per malattia. Anche i 4 capiservizio in reperibilità hanno dato forfait perché ammalati. Mentre chi aveva operato nel turno di mattina si è rifiutato di fare lo straordinario pomeridiano. A venir meno i capiservizio della Centrale e di Chiaia, quest’ultima è rimasta aperta perché si è spostato il personale da Mergellina. Per questa mattina non dovrebbero esserci problemi, ma è a rischio il pomeriggio. Se ci saranno le corse si saprà verso le 12.

«Un blocco ripetuto e “scientifico” assolutamente intollerabile», per gli assessori Enrico Panini (Lavoro) e Mario Calabrese (Trasporti). «L’amministrazione non sopporterà una situazione vergognosa che danneggia solo i cittadini e i turisti. Abbiamo chiesto all’Anm di individuare ogni azione per fronteggiare quella che, a nostro parere, travalica ogni forma di protesta o di rivendicazione. Quanto accaduto non resterà senza conseguenze».

«Se manca il personale la colpa è del Comune – attacca Franco Falco (Cisal) – Da 20 giorni è stato sospeso l’accordo sulla reperibilità del personale, che i sindacati avevano chiesto di rinegoziare. In Anm non ci sono malati immaginari, se ci sono abusi, l’azienda denunci».
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