San Carlo, ecco il piano: asse Comune di Napoli-Ministero

San Carlo, ecco il piano: asse Comune di Napoli-Ministero
di Luigi Roano
Domenica 23 Gennaio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 24 Gennaio, 07:22
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Un contributo di due milioni dalla Città metropolitana, l’ingresso della Camera di Commercio nel Consiglio di indirizzo e accordi triennali con gruppi assicurativi e banche come sponsor solidi e di lungo periodo. Un lavoro che è già iniziato. Sono le tre mosse del sindaco Gaetano Manfredi per uscire indenne dalla guerra del San Carlo - e metterlo in sicurezza - scatenata dal governatore Vincenzo De Luca che ha tagliato già 4 milioni di finanziamenti al Teatro e ha annunciato lo stop totale per altri 7 se - sostanzialmente - non vengono messi da parte il direttore generale Emmanuela Spedaliere e il sovrintendente Stéphane Lissner dal Massimo napoletano. Il governatore ha fatto anche trapelare che è pronto a lasciare il San Carlo, pur essendo la Regione uno dei soci fondatori. L’ex rettore ha illustrato il piano di salvataggio e rilancio del Teatro al ministro per i Beni culturali Dario Franceschini il cui dicastero è allo stesso modo della Regione socio fondatore del Teatro. Una lunga telefonata quella con Franceschini dove Manfredi ha illustrato la linea del Comune ricevendo semaforo verde nel procedere in quella direzione. Telefonata dove ha manifestato al ministro il grande fastidio che prova per l’aria che tira al San Carlo.

La sostanza è che Manfredi continuerà a mediare con De Luca - è nella natura dell’ex rettore ricomporre e puntare all’unità istituzionale - ma lo farà senza il peso sullo stomaco che l’eventuale non erogazione dei fondi dell’ente di Santa Lucia al San Carlo possa paralizzare il Teatro più antico d’Europa e tra i più famosi al mondo. Un piano che tranquillizza le maestranze e che apre il Teatro all’esterno, questa la strategia di Manfredi. Al riguardo una telefonata Manfredi l’ha avuta anche con Lissner, il sovrintendente è rimasto molto turbato dalle accuse che gli sono state rivolte da De Luca sulla gestione finanziaria, ma ancora di più dall’accento posto da De Luca sul suo essere francese «mentre - le parole del governatore - il più grande maestro del mondo è il napoletano Riccardo Muti che nella sua città non lavora». Insomma, ci stava scappando un mezzo incidente diplomatico che è stato argomento di dialogo pure con Franceschini. Che su come la pensa al riguardo lo ha fatto capire nel 2019 quando alle Gallerie degli Uffizi di Firenze ha nominato il tedesco Eike Schmidt e, restando a Napoli, al museo di Capodimonte un altro francese: Sylvain Bellenger. 

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Il buco finanziario aperto dalla Regione è di 4 milioni. Due saranno coperti dal contributo della Città metropolitana e almeno altrettanti dalla Camera di Commercio presieduta da Ciro Fiola che con quella quota entra per i prossimi tre anni nel Consiglio di indirizzo e avrà diritto di voto. «La mia posizione - racconta Fiola - non cambia in funzione di quella assunta dal presidente De Luca. La Camera di Commercio è pronta a sostenere il San Carlo. Aspetto solo una chiamata. Ho sentito parlare di stipendi alti, un tema che avevo posto io qualche anno fa. Detto questo, non penso che in un bilancio di 20 milioni uno stipendio da 150mila euro lordi di un dirigente pesi fino al punto di scatenare una guerra. Altrimenti dovrei immaginare che ci sta qualcosa sotto. Io sono qui, aspetto una chiama nella consapevolezza che il San Carlo è Napoli e di Napoli». Sul fronte degli sponsor con i gruppi assicurativi e le banche ci sta lavorando la componente del Consiglio e imprenditrice Marilù Faraone Mennella e il lavoro - a quanto trapela - è bene impostato. La Regione va avanti sulla sua strada, il parere sullo stipendio di Emmanuela Spedaliere al ministero di Franceschini è pronto, poi sarà quel che sarà.

Ci sono già state al riguardo ispezioni del dicastero retto da Franceschini e un parere positivo arrivato anche dal Collegio dei Revisori del San Carlo. De Luca ha annunciato di inviare un esposto anche alla Corte dei Conti sul tema stipendi. 

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