Il Napoli vola: merito di Gattuso,
il tecnico che non è aziendalista

Il Napoli vola: merito di Gattuso, il tecnico che non è aziendalista
di Francesco De Luca
Sabato 29 Febbraio 2020, 23:53 - Ultimo agg. 1 Marzo, 09:29
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Aspettando il risultato di Cagliari-Roma, il Napoli si è portato a -3 dai giallorossi e dal quinto posto. È riuscito a riaprire una stagione grigia, anzi peggio, grazie al lavoro di Gattuso, partito male perché c’erano molte scorie da eliminare e andato poi avanti con decisione, facendo anche scelte da allenatore non aziendalista, come l’esclusione di Meret. Ma Rino è questo e dev’essere valutato per i risultati: con la vittoria sul Torino è arrivato a quota 9 (in 15 gare), una in più di Ancelotti (in 21). Questo successo è stato firmato da due difensori, Manolas e Di Lorenzo. Peccato che nel finale sia arrivato il gol di Edera, dimenticato in area per un calo di tensione.

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Il Napoli non ha cominciato bene contro il Toro, forse perché ancora con la testa alla sfida pareggiata col Barça, comunque senz’altro lezioso. Ha rischiato comunque poco perché la difesa ha recuperato solidità - escluso l’errore su Edera - e Lobotka, schierato da centrale al posto di Demme, ha offerto una prova convincente. Il primo gol è arrivato sugli sviluppi di un calcio piazzato, con il colpo di testa di Manolas, al terzo centro. La squadra ha alzato il ritmo nella ripresa e ha costruito più palle gol, andando all’assalto anche con gli esterni Di Lorenzo e Hysaj, mentre Milik si è limitato a un solo tiro nella ripresa, prima che Gattuso lo sostituisse nell’ultimo quarto d’ora con Mertens. È stato uno sterile show (contati 16 tiri nell’arco della gara) finché Di Lorenzo non si è lanciato sul pallone scaraventato in area da Dries, che lascia sempre il segno in una partita, con un gol o un assist.
 
 

E ora la Coppa Italia. A meno di cambiamenti di programma - da non escludere considerando la confusione organizzativa di queste ore - il Napoli tornerà al San Paolo giovedì per giocarsi l’accesso alla finale, partendo dal vantaggio di un gol sull’Inter, più riposata perché ha giocato soltanto una delle ultime tre partite in calendario, quella col Ludogorets in Europa League mentre il Napoli si è battuto col Barcellona. È un passaggio chiave per il futuro degli azzurri e di Gattuso, che non ha un contratto blindato ma che se lo sta conquistando con i risultati. Questa positiva serie - finalmente è arrivata la terza vittoria consecutiva in campionato - incoraggia le ambizioni della squadra, che avrà la grande spinta della sua gente nella sfida contro i nerazzurri.

Il rinvio delle partite a porte chiuse, incredibilmente deciso soltanto ieri mattina, ha determinato lo scatto della Lazio al primo posto. La vittoria sul Bologna ha consentito al popolo biancoceleste di provare questa emozione dopo vent’anni: la squadra non saliva lassù dalla stagione dello scudetto firmato da Eriksson. In queste settimane Juve e Inter hanno avuto la conferma che sarà durissima contro la Lazio, che ha qualità e compattezza. Eppure, in una partita come il quarto di Coppa il Napoli è riuscito a batterla ed eliminarla. È suggestivo che ai vertici dei campionati di serie A e serie B vi siano due fratelli: Simone Inzaghi con la Lazio e Pippo Inzaghi, il più celebre e titolato, con il Benevento. Il patto Lotito-Simone è consolidato, al di là di qualche frizione. La coppia Vigorito-Pippo, nata in una cena sulla collina di Posillipo grazie al suggerimento del dirigente Foggia, ha messo il Benevento in condizione di essere subito leader in campionato: ha attualmente un vantaggio di 20 punti sulla terza e ha già cominciato a programmare il futuro in A, con la riconferma di Inzaghi. Dopo falsi miti stranieri e italiani a fine corsa è il momento di giovani allenatori che hanno preparazione, carattere e voglia di sfondare. Come gli Inzaghi, come Gattuso, felice di avere adesso tra le mani una squadra «viva e bella da vedere». Era ora.
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