Napoli, l'incubo del traffico ​e la svolta che non arriva

di Sergio Sciarelli
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 06:00
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Tra le tante situazioni che la nuova amministrazione comunale sta affrontando e risolvendo in una faticosa marcia verso una condizione di normalità a cui tutti aspiriamo, c’è un problema per il quale in questo anno di servizio non solo non si sono verificati progressi ma si sono avuti preoccupanti regressi. Il problema è quello del trasporto pubblico e, più in generale, della mobilità. Napoli rimane infatti una città che, soprattutto in certe ore della giornata, si paralizza, rendendo sempre più difficoltosi i trasferimenti da una zona all’altra con effetti deleteri sulla produttività e sull’umore di chi, per varie ragioni, è costretto quotidianamente a spostarsi.

I nodi del traffico nella zona ospedaliera, a piazza Garibaldi, nel centro storico, a Mergellina sono ricorrenti e sembrano inestricabili. In aggiunta l’attraversamento della città è reso sempre più complicato da una serie di fattori noti e in gran parte eliminabili. Le due arterie di collegamento, lungomare e Corso Vittorio Emanuele rappresentano una vera e propria barriera per chi deve spostarsi da ovest ad est e viceversa.

Se questa è la realtà, ci si chiede perché non si affronta decisamente anche questo problema, tentando di ridurre le difficoltà di tutti i giorni? Perché non si pone mano alla riforma delle partecipate con la sostituzione di un management che ha fallito nel suo compito? Perché non si procede ad un’efficace ristrutturazione dl corpo dei vigili urbani, trasformandolo da repubblica indipendente in un organo a servizio della collettività?

Il giudizio negativo espresso in precedenza, com’è stato efficacemente commentato nel fondo di Piero Sorrentino pubblicato su queste stesse colonne, trova una delle sue ragioni fondamentali nella costatazione dei disservizi ormai cronici nella rete dei trasporti pubblici. 

Eppure Napoli, in attesa di un completamento di opere che si attendono da tempi immemorabili (linea 6, nuovi collegamenti della linea 1, parcheggi), dispone già oggi di una discreta rete di impianti in sede propria (due linee metropolitane e quattro funicolari) che funzionano però in modo inefficiente e purtroppo discontinuo. Salvo la linea 2 gestita dalle Ferrovie dello stato, che opera bene, la linea 1 è soggetta a frequenti e inaspettate interruzioni e le funicolari, in particolare, sono oggetto di periodiche e lunghe chiusure (ultima quella di Chiaia destinata riaprirsi non si sa quando). 

Di fronte ad una gestione inefficace di strutture pubbliche fondamentali nelle moderne metropoli è chiaro che si aggravano i problemi del traffico privato su strada, generati – e anche questo è ben noto- da una serie di inconvenienti ( incroci non presidiati, sosta consentita addirittura su due lati in vie che non lo permetterebbero, mancata vigilanza, malfunzionamento di zone a traffico limitato e disuso delle corsie preferenziali), che potrebbero essere eliminati o quanto meno ridotti mediante interventi (peraltro immediatamente attuabili).

Quello che stupisce è dunque l’assenza di proposte e interventi da parte dell’ assessorato preposto, che sembra così ignorare un problema vitale per residenti e turisti.

Si tratta di situazioni che si collegano a cattiva amministrazione e che poi si acutizzano per il mancato rispetto delle regole da parte degli utenti della strada, per la complessa orografia della città e per il crescente movimento turistico.

Come più volte ha avuto modo di ribadire il nostro sindaco, non occorrono sempre misure eccezionali e supporti dello Stato per risolvere problemi in pratica ordinari, ma sono invece necessari mutamenti profondi e coraggiosi. Non ci si può limitare ad attendere soluzioni miracolose per problemi risolvibili e sui quali potere porre mano mettendo al bando discussioni e polemiche politiche. Napoli deve potere contare sulla capacità e sulla volontà del nuovo governo comunale di affrontare problemi fino ad ora sottovalutati e subordinati a disegni strategici concepiti per un futuro che peraltro pare non vicino. 

Certo, non è facile intervenire su situazioni ormai incancrenitesi per la tolleranza di precedenti amministrazioni e, soprattutto, rimuovere interessi corporativi cristallizzatisi nel tempo, ma l’avvento di un “governo delle competenze” autorizza i napoletani a credere in una svolta rispetto al passato che confermi, del resto, la grande fiducia espressa nell’evento elettorale. 

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