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Tra visitatori e festa annunciata, la prova del nove dell’accoglienza

di Antonio Menna
Articolo riservato agli abbonati
Giovedì 30 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. : 06:01
3 Minuti di Lettura

L’esame di maturità per la Napoli del turismo e dell’accoglienza non arriva a giugno, come per gli studenti delle scuole superiori, ma nella seconda metà di aprile, in questo mese strano e suggestivo, principio di primavera, con il lungo cammino festivo tra Pasqua, l’anniversario della Liberazione e il Primo maggio – tutti collocati sul calendario in posizione “ponte” - e in mezzo, con ogni probabilità, la grande festa del calcio in città: lo scudetto, che potrebbe arrivare proprio alla fine di aprile, e poi le partite dei quarti di Champions, che potrebbero aprire una nuova strada di euforia popolare. 

Un vero incrocio astrale che farà ribollire la città di gioia ma anche di presenze e metterà Napoli davanti a una prova di tenuta senza precedenti. Reggeranno i servizi, il tessuto urbano, i trasporti, il decoro, l’organizzazione di fronte a questo lungo e colossale stress test collettivo? Lo sapremo presto ma sarebbe il caso di prepararsi per tempo. Si annunciava già il sold out nelle strutture ricettive per le festività pasquali, visto che Napoli è ormai una meta fissa nei programmi di viaggio di italiani e stranieri, per la sua bellezza ma anche per la sua accessibilità economica e nel trasporto. 

 Ma adesso c’è la festa popolare del calcio, la bandiere ovunque, la gara tra i quartieri a chi addobba meglio e di più, il diluvio di poster, striscioni, murales, sagome, slogan curiosi, monumentoni a Maradona, monumentini ai calciatori del momento. Tutte cose che ai turisti piacciono assai, perché rinfocolano la tipicità, quella cosa che “fanno solo a Napoli”, e solo a Napoli, quest’anno, c’è una festa di calcio e di popolo così, proprio così. E che fai, te la perdi?

Girano già i pacchetti turistici della festa scudetto, gli itinerari tra i rioni imbandierati, un profluvio di foto sui social, la mappa di questo imperdibile carnevale annunciato. E i turisti si sommeranno ai napoletani stessi, che scenderanno in piazza attraversati da una voglia di festeggiare che tiene dentro mille tensioni come i mille “culure” di Pino Daniele. Poco conta che si immagini di confinare e chiudere la festa scudetto in una piazza. Ci saranno cento piazze, cento caroselli, cento cortei di festa, cento schermi e cento esplosioni e tutto affluirà fatalmente verso il centro nelle strade possibili, con i mezzi possibili. Come pensiamo di organizzare questo enorme movimento? C’è un progetto? C’è una strategia? Non per menare gramo, anzi: facciamo tutti gli scongiuri. Ma le grandi feste del calcio ci hanno consegnato in passato, a tutte le latitudini, anche scenari drammatici: calca, masse in movimento, incidenti, disordini. Negli stadi e fuori degli stadi. In qualche caso, come a Torino il 3 giugno di sei anni fa, durante la finale di Champions tra Juve e Real Madrid, si contarono 3 morti e 1500 feriti in piazza San Carlo, di fronte a un maxischermo, per una incredibile calca e poi fuga, consegnando un evento sportivo alle pagine di cronaca nera. Come ben sa chi si occupa di gestire le folle, in certe situazioni basta un attimo. E pur senza immaginare per forza scenari così cupi, basta stare ai fatti per capire la complessità di questa prova. 

Centinaia di migliaia di napoletani in festa che arriveranno da ogni angolo della città e della provincia verso il centro storico, verso piazza Plebiscito o il lungomare, verso i decumani, e si sommeranno alle altre centinaia di migliaia di turisti che lì staranno alloggiando proprio per i festeggiamenti. Come la orientiamo questa massa? Come la incanaliamo? Come evitiamo di trasformare una festa di popolo in un momento di caos totale? Porre le domande è semplice, trovare le risposte è difficile. Ma le istituzioni, in tutte le loro articolazioni, ci sono per questo: prevedere, organizzare, pianificare. Nessuno dica che è stato colto di sorpresa. L’augurio da fare a Napoli, per questo aprile della maturità, è di superare l’esame e mostrarsi davvero pronta ad essere una grande capitale dell’accoglienza. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
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