Napoli, la pagella dei turisti: città accogliente ma sporca e poco sicura

Napoli, la pagella dei turisti: città accogliente ma sporca e poco sicura
di Paolo Barbuto
Giovedì 21 Luglio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 22 Luglio, 08:00
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Napoli è bella e accogliente, noi napoletani ce lo ripetiamo spesso, ma avere la conferma dalla maggioranza dei visitatori è confortante. Napoli è anche sporca e degradata, anche questo ce lo ripetiamo spesso, e pure in questo caso la conferma arriva dai turisti i quali lo hanno notato e lo hanno, giustamente segnalato.

Quella che vedete al centro di questa pagina è una “pagella” realizzata da un’associazione di categoria di operatori del mondo dell’accoglienza, sulla base delle segnalazioni dei turisti. Va subito specificato che non si tratta di un’analisi scientifica e non ha la pretesa di essere una statistica ufficiale: si tratta solo di una maniera per comprendere quali sono i sentimenti che la città ispira, per scoprire quali sono i punti di forza e quelli di debolezza di un luogo che aspira a trasformare il turismo nella principale attività produttiva. Non è stato sottoposto un questionario ai turisti, sono state semplicemente raccolte le loro parole e poi sono state raggruppate in macroaree per ottenere una visione complessiva: il risultato lo vedete qui, è una sorta di pagella sulla città, dalla quale possono essere tratti spunti importanti, anche se la ricerca non ha i crismi della scientificità.

Quasi tutti i turisti che vanno alla scoperta di Napoli ne percepiscono il calore, l’accoglienza, l’abbraccio. C’è la turista francese che ha raccontato con emozione quando le è stata offerta una sedia per riposarsi in un vicolo del centro storico dove stava passeggiando stanca e sudata; c’è il ragazzo danese che ha scoperto la storia del caffè sospeso, ha visto che la gente lo chiedeva per davvero e ha deciso di lasciarne pagati cinque nello stesso bar dove aveva visto offrirne uno; c’è la mamma italiana che s’è vista travolgere di attenzioni quando il suo bimbo è caduto, s’è “sbucciato” un ginocchio e si sono presentate decine di mamme napoletane con tovagliolini, disinfettante, bicchieri d’acqua, sedie per far accomodare il suo piccino. Le storie sono centinaia, sono state tutte raccolte nelle hall degli hotel o dai proprietari dei B&b. Ovviamente non sono tutte emozionanti come quelle che avete appena letto, perché Napoli sa essere accogliente ma è anche capace di mettere i brividi.

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Napoli non offre una sensazione di protezione, di sicurezza, soprattutto nelle ore notturne. Lo spiegano tanti turisti che sono rientrati a tarda ora portandosi dietro una percezione di pericolo. In questo caso non sono stati inseriti i dati delle persone che hanno subito scippi o rapine (che fortunatamente non sono molti) e per i quali tutte le strutture ricettive si prodigano al massimo nelle fasi di denuncia e di eventuale soccorso. In questo caso si è tenuto conto solo della percezione di scarsa protezione.

I turisti spesso dicono di non vedere molte divise in strada e di essere convinti che di fronte a un malintenzionato resterebbero abbandonati. Ovviamente in questo caso conta molto la pessima fama che accompagna la città e che contribuisce a mostrare ombre e pericoli anche dove non ce ne sarebbero. Anche questo, però, è un segnale importante che viene restituito dai visitatori: se Napoli offre una sensazione di insicurezza si può lavorare, di concerto con le autorità, per cancellare questa sensazione e rimuovere anche la patina scura che anni di narrazione tossica hanno versato sulla città.

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C’è un momento che ciascun turista ha voglia di raccontare quando torna nella sua stanza, è quello in cui s’è voltato e ha scoperto uno scorcio imprevisto e bellissimo, un panorama mozzafiato, una chiesa antica ed emozionante. Sotto la voce “panorama” che è ai primi posti della classifica, sono state raccolte tutte le parole d’emozione dei turisti che poi, inevitabilmente, hanno scattato una fotografia. Gli ospiti parlano in maggioranza del Centro Storico e di certi vicoli nei quali anche una donna seduta all’esterno di un “basso” a loro è apparsa meravigliosa; raccontano della visione del Vesuvio che si manifesta, improvvisa, dove meno te l’aspetti: tra due palazzi antichi, alle spalle di una cupola storica, dietro l’angolo di una strada. Spiegano pure che il lungomare è una specie di affaccio sul paradiso in terra.
La stessa meraviglia, in realtà, è rivolta al cibo che diventa subito uno dei punti di riferimento per i visitatori. In cima alla lista c’è la pizza, ovviamente, che per gli stranieri è una inimmaginabile scoperta; subito dopo vengono i dolci, in ogni forma, dalla pastiera alle sfogliatelle (la preferita dai turisti è la riccia, se siete curiosi di saperlo) fino ai babà che vengono divinizzati nei racconti.

C’è, poi, una lunga lista di elementi negativi che i visitatori notano e segnalano. In particolare agli operatori del turismo viene costantemente riferito in esatta sequenza che i monumenti della città sono stupefacenti ma nessuno riesce a spiegarsi perché sono così maltrattati: raccontano delle scritte con vernice e pennarelli che ricoprono qualunque angolo della città turistica, spiegano che perfino all’interno di certi siti monumentali hanno trovato imbrattamenti, chiedono se esiste una legge che punisce chi umilia la bellezza di questi luoghi.
Poi c’è la grande, costante, inesauribile richiesta di pulizia della città. Strade sporche, cestini stracolmi, cumuli di sacchetti, campane della differenziata che diventano piccole discariche: anche questo finisce nel racconto (e nelle fotografie) di chi viene in visita a Napoli. Anche questo tema dovrebbe tornare ad essere centrale nell’ambito della programmazione futura verso la creazione di una città definitivamente votata al turismo.

Indicazioni turistiche, trasporti e bagni pubblici sono sul fondo del gradimento dei turisti. Arrivano in città sull’onda del racconto della Metropolitana dell’arte ma poi scoprono che passa, più o meno, ogni mezz’ora; chiedono un orario del passaggio dei bus e si sentono rispondere che bisogna aver pazienza e attendere alla fermata. Insomma, muoversi a Napoli, per in visitatore, è un’impresa. È un’impresa anche perché le indicazioni turistiche sono poche e malmesse: zero cartelli che indirizzano verso i luoghi di maggior interesse, pochi punti dove chiedere informazioni, anche se in questa stagione estiva l’Amministrazione s’è data da fare e ha disseminato nel Centro Storico tanti gazebo informativi, presidiati da personale gentile e poliglotta, che potrebbero far diminuire le critiche. Resta, infine, la richiesta più semplice e basilare: un posto dove fare la pipì. I turisti vorrebbero più bagni pubblici, forse questo è uno dei desideri più agevoli da esaudire.
 

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