Napoli, mille lavoratori senza vaccino: a rischio trasporti e raccolta rifiuti

Napoli, mille lavoratori senza vaccino: a rischio trasporti e raccolta rifiuti
di Gennaro Di Biase
Domenica 10 Ottobre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 11 Ottobre, 13:55
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Dipendenti pubblici senza green pass: rischia di incepparsi a breve la macchina statale. Dal 15 ottobre, come previsto da Palazzo Chigi, scatterà l’obbligo di certificato verde anche per gli impiegati delle partecipate, degli uffici comunali e municipali. Stando ai numeri, sono per ora accertati 982 lavoratori non vaccinati in città, e in comparti decisivi già sotto stress per la coperta corta del personale: dai trasporti agli sportelli, da Asia a Napolipark passando per i giardinieri. Il numero è destinato probabilmente a crescere, dal momento che le aziende stanno procedendo al conteggio proprio in queste ore. Al momento, stimando una media tra i diversi comparti, circa un dipendente su dieci non è vaccinato. Le ombre sono tante e diffuse. Il sindacato Cisl Funzione Pubblica del Comune lamenta «l’assenza di una circolare precisa e puntuale» da parte di Palazzo San Giacomo e «la mancanza di chiarezza su chi dovrà controllare i certificati verdi negli uffici».

Partiamo dal trasporto pubblico. Anm spiega che «l’85% del personale è vaccinato, su duemila lavoratori».

Trecento persone, dunque, sono sprovviste di green pass. Discorso e percentuali non troppo dissimili sono fornite da Eav, che conta per ora «trecento lavoratori su tremila» senza certificato verde. Per quanto riguarda Asia, l’azienda spiega che sono «100 i dipendenti che non risultano vaccinati, su duemila». Passando all’ampio capitolo degli uffici comunali e dei parlamentini, sono 4700 – secondo i dati forniti dalla Cisl Funzione Pubblica del Comune di Napoli – i lavoratori totali in città. Di questi, «il 94%» è vaccinato: 282 impiegati, quindi, sono sprovvisti di green pass. Trasporti, ritiro dell’immondizia, sportelli aperti al pubblico: tutti settori che vivono da anni una cronica assenza di personale che rischia oggi di essere ulteriormente accentuata a causa del no al vaccino, al netto di chi - come accade in vari casi già da settimane nelle scuole -, ha scelto di sottoporsi a tamponi ogni 48 (in caso di test rapido) o 72 ore (in caso di test molecolare) per recarsi al lavoro.

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I numeri non sono definitivi. Il provvedimento del Governo era atteso, ma solo dopo l’ufficialità, appena arrivata, è stato possibile per le aziende attivare i conteggi ufficiali. I dati che pubblichiamo provengono infatti dalle indagini portate avanti dalle varie dirigenze nelle ultime ore. L’articolo 3 della norma pubblicata l’8 ottobre sulla Gazzetta Ufficiale – dal titolo «disposizioni urgenti in materia di verifica del possesso delle certificazioni verdi Covid-19 nei settori pubblico e privato» – è in vigore solo da ieri, e prevede che «in caso di richiesta da parte del datore di lavoro, derivante da specifiche esigenze organizzative volte a garantire l’efficace programmazione del lavoro, i lavoratori sono tenuti a rendere le comunicazioni». Insomma, da poche ore i lavoratori devono comunicare se sono o no in possesso del green pass. Mercoledì saranno discusse a Roma eventuali modifiche alla legge. Per ora, dunque, si rischia il caos nelle aziende pubbliche e private. 

Da tutte le società filtra la speranza di un boom di vaccinazioni last-minute, in vista del 15 ottobre, data in cui chi è senza green pass non potrà prendere servizio. Agostino Anselmi, coordinatore generale delle funzioni locali Cisl Fp del Comune di Napoli, denuncia alcune zone d’ombra nell’applicazione reale del provvedimento: «Dai dati registrati emerge che la stragrande maggioranza dei dipendenti comunali sia dotata di green pass. Sosteniamo ovviamente la validità del vaccino. Il problema sta nel fatto che a oggi dal Comune non sia arrivata una circolare chiara, precisa e puntuale che illustri ai lavoratori e ai dirigenti come organizzarsi per la scadenza imminente del 15. Ritengo che siamo impreparati ad assolvere a questa funzione. Per esempio, non sappiamo chi controllerà i certificati verdi per i dipendenti. Si tratta di una mansione del tutto assente nei contratti di lavoro. Si doveva agire prima per individuare i controllori. Altro elemento che fa riflettere: gli utenti potranno entrare negli uffici comunali e municipali senza mostrare il certificato verde».

Una vicenda nella quale interviene anche la presidente Asia, Maria De Marco, che ragiona sulla scorta della sua esperienza alla guida dell’azienda municipalizzata che si occupa di raccolta rifiuti: «Siamo in un momento delicatissimo. Seguirà un nuovo confronto martedì con i sindacati sul tema green pass. Si tratta di un decreto che impegna moltissimo le aziende: applicheremo le norme facendo in modo che nessun impiegato sprovvisto di green pass venga a contatto col pubblico. La nostra comunità è stata iper-protetta e molto colpita durante la pandemia. Abbiamo preso misure di ogni tipo: modifiche di turni, sanificazioni, variazioni strutturali. Inviteremo nuovamente i dipendenti ad aderire alla vaccinazione e speriamo che entro il 15 ottobre ci portino il certificato verde. Oggi contiamo 100 non vaccinati tra le nostre fila. Abbiamo un numero elevato di fragili in azienda, potenzialmente esentati dalle dosi per motivi clinici: ci tengo a sottolinearlo. Ovviamente per tutti gli esentati servirà il certificato».
 

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