Ornella Muti: «Un ceffone sul set e diventai una diva»

Ornella Muti: «Un ceffone sul set e diventai una diva»
di Gloria Satta
Domenica 1 Ottobre 2017, 01:14 - Ultimo agg. 11:23
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I capelli biondi, che sfoggia da qualche tempo, rappresentano un atto di ribellione: «Tingendomi ho voluto dimostrare che ho preso in mano la mia vita e sono in piena evoluzione».

Il passato è una carriera quasi cinquantennale costellata di grandi registi, esperienze, primati: nel 1994 la rivista Class la incoronò «donna più bella del mondo», e proprio quest’anno è stata definita la più sexy. Il presente si rispecchia nella capacità di entusiasmarsi ancora, lavorare con i giovani, covare il più folle dei progetti: «Sogno di aprire un centro di felicità, aperto a tutti». Ornella Muti, al secolo Francesca Rivelli, 62 anni, commendatore della Repubblica e icona italiana da esportazione, tre figli e altrettanti nipoti, buddista fedele alla recita del rosario, indossa la propria storia con la leggerezza di chi non ha conti in sospeso con il destino e guarda al futuro con la certezza che non è ancora venuto il tempo di fermarsi. «Lavoro moltissimo», spiega.

La vedremo prossimamente nella serie Rai Sirene, diretta da Davide Marengo, una commedia sentimentale fantasy ambientata a Napoli. Ha girato la miniserie internazionale Deep nel ruolo della mamma di Caterina Murino, e due film d’esordio: Mare di grano di Fabrizio Guarducci e Il passero rosso di Lorenzo Giovenga. Viaggia senza sosta, viene premiata ovunque, dice di avere molti progetti.

Per un’attrice che è stata diretta da Rosi, Ferreri, Monicelli, Risi, Verdone, Leconte, Landis, Scola, Allen lavorare con registi poco conosciuti è più stimolante?
«Per me sono importantissimi i rapporti umani e, quando mi trovo bene con un regista, accetto anche un piccolo ruolo».

Ma è vero che era stata chiamata da Sorrentino per il suo film su Berlusconi ”Loro”?
«Sì. Avrei dovuto interpretare Veronica Lario (ruolo poi affidato a Elena Sofia Ricci, ndr). Ma poi la cosa non è andata in porto. Meglio così».

Non le dispiace di aver perso una grande occasione?
«Oggi vedo tutto in positivo. Se la vita mi dà uno schiaffo non mi dispero. Mai stata più easy. Sono finiti i tempi in cui vivevo stritolata dalla necessità di ottenere dei risultati che forse non avevo nemmeno cercato».

Intende dire che ha vissuto sotto pressione?
«Sempre. Ho girato il mio primo film, La sposa più bella, a 14 anni. Non sapevo nulla, ero una sprovveduta e mi sono lasciata pilotare. Erano gli altri a scegliere per me».

E quand’è che ha ripreso in mano la sua vita?
«Negli ultimi anni, grazie ai figli che mi sono rimasti sempre vicini. Il mio successo più grande è aver creato una famiglia solida e avere la possibilità di fare la nonna, la condizione che oggi mi appaga di più».

C’è posto, nella sua lunga carriera, per i rimpianti?
«Mi pento solo delle cose che non ho fatto, come la Bond Girl nel film Solo per i miei occhi. Il produttore Broccoli era pazzo di me, il contratto era pronto ma rifiutai perché non volevano prendere il mio costumista. Sono fedele in maniera agghiacciante».

Ma è vero che tradì il suo secondo marito Federico Facchinetti con Celentano?
«Sì, ed è stata l’unica infedeltà della mia vita. Ma Adriano non avrebbe dovuto raccontarlo, tantomeno senza avvertirmi. Accidenti».

Cominciare a fare cinema a 14 anni è un’esperienza crudele?
«Non si può immaginare quanto. In una scena di La sposa più bella, china davanti a un cadavere, dovevo piangere ma non ci riuscivo. Damiani mi mollò un ceffone. Rimasi così traumatizzata che ancora oggi, quando sul set mi chiedono le lacrime, resto bloccata».

Dopo quello schiaffo cosa è successo?
«Mi presentai al provino per Madame Bovary ma fuggii spaventata quando mi chiesero nuovamente di piangere. Presero Jenny Tamburi. Fu Giorgio Stegani che mi diresse in Il sole nella pelle, un film girato d’estate in barca, a riconciliarmi con il cinema».

Con Ferreri ha girato tre film: che rapporto avevate?
«Marco mi rinfacciava l’eccessiva ingenuità. Ma dove vivi, a Disneyland?, urlava. Finimmo per parlarci attraverso l’aiuto-regista. Anche Monicelli mi spingeva ad aprire gli occhi sul mondo».

Quale, dei tanti attori con cui ha lavorato, ricorda con maggiore piacere?
«Ugo Tognazzi. Un signore. Un fratello maggiore che mi ha sempre protetta. Volle presentarmi a sua moglie Franca».

Sul set di Un amore di Swann ha avuto un flirt con Jeremy Irons?
«Tra noi c’è stato un feeling, ma non è mai sfociato in una storia d’amore. Jeremy mi ha aiutata a girare un scena di nudo: ero troppo imbarazzata, in fondo sono timida».

E con Alain Delon come andò?
«Avevo paura di lui che girava con dei cani feroci».

Ci hanno provato in tanti con lei?
«Quasi tutti. Ho passato la vita a difendermi dagli assalti degli uomini».

Si sentiva invidiata dalle altre attrici?
«Girai Il futuro è donna incinta di mia figlia Carolina e Hanna Schygulla, che non riusciva a diventare madre, soffriva vedendo il mio pancione. Lisa Gastoni e Romy Schneider non mi vollero nei loro film».

Sul piano sentimentale, qual è il suo bilancio?
«Disastroso. Dagli uomini ho ricevuto sempre pugnalate. Ora sono single. Del mio ultimo compagno (l’imprenditore francese Fabrice Kerhervé, ndr) non ho notizie da mesi».

Perché non lo chiama, scusi?
«Ma no, non chiamo nessuno. Alla mia età ho imparato a stare bene da sola».

Dopo essere stata sfrattata dalla sua casa di Roma con l’accusa di non aver pagato un debito, dove vive ora?
«Quell’episodio mi ha offesa, non sono stata scorretta. Ora abito con i ragazzi nella campagna piemontese, in provincia di Alessandria. Quando non sono via a lavorare faccio la nonna a tempo pieno e sono felice».

Si sente un capobranco?
«Sì. Ne ho passate tante, ho ricevuto delle bastonate ma non mi sono arresa. Oggi ascolto gli altri, gioisco delle piccole cose e mi auguro di morire con il sorriso».

Via, è presto... intanto le sue foto sexy, postate sul web da sua figlia Naike, dimostrano che non teme il tempo che passa.
«Appaio in forma perché cerco di fare una vita sana, dormo, mangio correttamente. E non nascondo la mia età. Sarebbe contronatura. Mi basta fingere per lavoro».

Il bilancio complessivo della sua vita è positivo?
«Sì, nonostante tutto appartengo alla categoria dei privilegiati. E non mi dò pace quando penso che al mondo ci sono bambini affamati e tante sofferenze».

Tra Francesca Rivelli e Ornella Muti, oggi chi prevale?
«Sento di essere un mix di entrambe le personalità. Mantengo gli stupori della giovinezza, credo ancora nei sentimenti, tendo a fidarmi delle persone. Forse continuo a vivere a Disneyland».
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