Osimhen out: Raspadori e Cholito, a voi il gol

di ​Francesco De Luca
Venerdì 31 Marzo 2023, 23:45 - Ultimo agg. 1 Aprile, 07:00
3 Minuti di Lettura

C’è dispiacere per l’infortunio di Osimhen ma nessuno si allarmi. In estate De Laurentiis e il suo staff avevano allungato la panchina proprio per superare eventuali problematiche e finora è andata bene. Il Napoli ha giocato sette partite dopo il primo infortunio del bomber, anche quello muscolare subito nella partita di Champions contro il Liverpool, e le ha tutte vinte.

E un ottimo score si è registrato anche quando sono stati fuori Rrahmani, il pilastro della difesa, e il magico Kvara. È il segno di una rosa forte. D’altra parte, questa stagione eccezionale non si poteva costruire basandosi su un ristretto gruppo di uomini. È vero che Spalletti ha ridotto il turnover - al netto di infortuni, ci sono soltanto due ballottaggi: Olivera-Rui sulla fascia sinistra e Lozano-Politano su quella destra - ma i cambi sono una risorsa preziosa. Non è un caso che questa sia la squadra che ha segnato più gol con giocatori partiti dalla panchina (13 reti hanno fruttato 10 punti).

Le due partite con la Nigeria per le qualificazioni in Coppa d’Africa hanno sollecitato i muscoli di Victor, che si è procurato una distrazione dell’adduttore sinistro. E dire che questo ragazzo storce il muso quando Spalletti lo richiama in panchina, a risultato acquisito, proprio perché il suo tipo di gioco - la corsa, gli scatti - può fargli correre qualche rischio nel finale di gara, quando affiora la stanchezza. Manca il capocannoniere della serie A domani contro il Milan e tra sei giorni a Lecce. Si confida nel suo recupero per il primo round dei quarti Champions contro i rossoneri. Osimhen deve essere valutato non soltanto per i suoi gol (25) ma anche per la leadership e i messaggi che sa trasmettere ai compagni e ai tifosi. È uno capitani della squadra, un trascinatore vero. Ma Spalletti non si fascerà la testa anche perché il recupero avverrà per la prima o la seconda sfida dei quarti. E qui vi sono Simeone e Raspadori.

Altro che seconde linee. Sono attaccanti che sarebbero titolari in qualsiasi club e che hanno offerto rendimenti elevati, sfruttando gli spazi possibili nel pieno rispetto delle gerarchie.

Osimhen (nella foto) ha caratteristiche differenti dai suoi vice. Domani sera toccherà al Cholito, che segnò il gol della vittoria contro il Milan al Meazza (e ne ha fatti 4 in Champions, come il nigeriano). Ha forza fisica, qualità, senso della posizione. Una preoccupazione per la difesa rossonera anche perché le sue motivazioni sono cresciute in questi giorni, dopo l’esperienza vissuta nel ritiro dell’Argentina campione del mondo. Poche ore prima dell’infortunio di Victor si è rivisto Raspadori, una sorta di Jackpot per Spalletti come per Mancini, costretto in sua assenza a convocare l’argentino Retegui per piazzarlo al centro dell’attacco in Nazionale. L’ex punta del Sassuolo era ai box dal 12 febbraio a causa di un problema muscolare e i tempi non stati forzati per il rientro proprio perché Spalletti per il rush finale vuole tutti in perfetta efficienza.

Osimhen salterà due o tre partite, poi tornerà in campo con la sua potenza e i suoi colpi che disorientano portieri e difensori. Lascia il Napoli in ottime mani, quelle di forti colleghi di reparto: i tifosi lo sanno.

De Laurentiis è da sempre contrario ai “prestiti” alle nazionali, soprattutto quelle più lontane. Ma stavolta, uscendo dall’assemblea di Lega, ha attaccato i poteri del calcio per altri motivi, non per il rischio di infortuni. Secondo il patron, anche nei quarti squadre dello stesso Paese non avrebbero dovuto affrontarsi. Il Napoli è stato fortunato, si è trovato sul lato migliore del tabellone che può consentire di avvicinarsi alla finale del 10 giugno a Istanbul. C’è solo da augurarsi che le chance restino intatte dopo lo stop per il bomber dei sogni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA