Parcheggio abusivo Spa: a Napoli il business della camorra vale 130 milioni all’anno

Parcheggio abusivo Spa: a Napoli il business della camorra vale 130 milioni all’anno
di Paolo Barbuto
Martedì 3 Maggio 2022, 23:44 - Ultimo agg. 4 Maggio, 17:20
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Così come esiste per tutte le aziende e le attività produttive, anche il mondo del parcheggio abusivo di Napoli viene sottoposto a un costante censimento. La base è stata realizzata qualche anno fa dalla polizia municipale che ha messo assieme tutti i dati delle contravvenzioni elevate ai taglieggiatori. In quel momento è venuta fuori una fotografia puntuale del fenomeno, che viene costantemente aggiornata.

Le ultime rilevazioni, non ancora ufficiali, raccontano di una profonda modifica nei numeri della struttura: in strada sempre meno taglieggiatori, quasi dimezzati rispetto ai numeri ufficiali del 2018. Il motivo sarebbe collegato alla diffusione del reddito di cittadinanza collegato alle sempre più frequenti denunce nei confronti degli abusivi: la segnalazione alle autorità per l’attività di parcheggiatore abusivo fa immediatamente perdere il diritto all’ottenimento del reddito, sicché in tantissimi hanno preferito abbandonare l’abitudine di pretendere soldi dai napoletani, per mantenere il versamento mensile da parte dello Stato e dedicarsi ad altre attività meno esposte alla possibilità di essere intercettati dalle forze dell’ordine.

Se le persone che si dedicano abitualmente al parcheggio abusivo sono diminuite, i guadagni sono invece aumentati. Con il passare degli anni le pretese dei taglieggiatori aumentano: si stima che oggi, in una giornata media, ciascun abusivo riesca a mettere in tasca una cifra prossima ai duecento euro. Ovviamente la media tiene conto delle giornate feriali in cui in certe zone si guadagna meno, e dei week end che producono introiti impressionanti.

Alla fine, dunque, una media attendibile parla di 200 euro al giorno per i quasi duemila abusivi di Napoli (sono 1.780 quelli stanziali e fissi), significa che in un solo mese ciascun parcheggiatore riesce a mettere in tasca seimila euro, che in un anno diventano 72mila.

Moltiplicate il guadagno di un singolo per gli oltre 1.700 addetti e arriverete a una cifra impressionante che sfiora i 130 milioni di euro in un anno.  Numeri da azienda florida, denari che rappresentano ricavi allo stato puro, senza il peso delle tasse, dei costi aziendali, dei fitti, del personale.

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In realtà i guadagni non finiscono tutti nelle tasche dei taglieggiatori da strada perché l’intera filiera delle attività del parcheggio abusivo viene gestita in maniera meticolosa dai clan di camorra. 

Ogni territorio è governato da una famiglia, ciascuna famiglia decide in quale maniera “mettere a frutto” le strade e le piazze della propria area di competenza. Le modalità standard di gestione del parcheggio abusivo sono due: quella del “fitto” della strada e quella della spartizione degli introiti.
Nel primo caso, chi decide di impossessarsi di una strada o di un tratto di strada, dopo aver ottenuto il placet del clan (senza il quale nessuno oserebbe muoversi) apre una trattativa sulla redditività del territorio e sulla quota fissa da girare ai boss. Tutto il guadagno eccedente quella quota fissa, finisce nelle tasche del parcheggiatore. In strade di particolare appetibilità, invece, sono in vigore accordi di spartizione dei guadagni. Sorvegliati da addetti del clan, gli abusivi mettono in tasca tutto il guadagno della giornata e, a fine lavoro, mettono il denaro sul tavolo e lo dividono a metà con i “padroni” del territorio.
Esiste, infine, un’ultima modalità di accordo con la camorra per la gestione del parcheggio abusivo, quella dell’ingaggio “a giornata”. Accade, ad esempio, per tanti abusivi che ruotano attorno alle partite casalinghe del Napoli oppure nei giorni dei grandi eventi, concerti, fiere, sagre: in questi casi il clan ingaggia una persona e gli paga la giornata di lavoro (in genere cinquanta euro) per poi passare a recuperare l’intero incasso alla fine dell’evento. Quest’ultima modalità prevede che le eventuali contravvenzioni o denunce siano a totale carico della persona ingaggiata, nulla si può pretendere per eventuali “infortuni” sul lavoro.

Questo è il punto più dolente dell’intera vicenda. I parcheggiatori abusivi da qualche tempo possono essere colpiti con una denuncia, ma solo in alcuni casi. In genere l’unica arma contro di loro è la sanzione amministrativa. Un dato non ancora confermato spiega che, negli ultimi dieci anni, ai parcheggiatori abusivi di Napoli sono state comminate contravvenzioni per un totale che supera i 40 milioni di euro. Un dato rigorosamente accertato spiega che mai nessun abusivo ha pagato una multa: risultano nullatenenti ed è impossibile aggredirli economicamente. Semplicemente non pagano e vanno avanti con il lavoro. Ecco perché la denuncia, consentita da norme più recenti, rappresenta un nuovo e, per adesso, insormontabile ostacolo.

A Napoli esistono due storici parcheggiatori abusivi che detengono il record di contravvenzioni: entrambi hanno superano quota settecento multe, uno lavora nella zona di piazza Municipio e l’altro nell’area intorno a via Santa Brigida. Alle loro spalle uno storico parcheggiatore di via Chiatamone ha collezionato 400 contravvenzioni che sono, comunque, lontanissime dal record. Tra le donne c’è una storica abusiva della zona ospedaliera che ha ricevuto oltre cento multe.
 

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