Comune di Napoli, via al piano Partecipate: in liquidazione cinque società, la Mostra a rischio crac

Nell’elenco anche le Terme d’Agnano che però verranno salvate con altri fondi

Il sindaco Manfredi con l'assessore Baretta
Il sindaco Manfredi con l'assessore Baretta
Giovedì 1 Dicembre 2022, 23:47 - Ultimo agg. 3 Dicembre, 09:30
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Cinque società in liquidazione incluse le Terme di Agnano - che però verranno salvate, il Comune metterà l’asset, cioè le terme stesse, in un altro contenitore - cessione delle quote della società City Sightseeing che sono dell’Anm e fari puntatissimi sulla Mostra d’Oltremare, dove il risultato positivo di gestione «è dovuto solo all’iniezione di liquidità a fondo perduto». E poi Anm e Caan - il Centro agroalimentare - dove è necessario un intervento urgente di razionalizzazione. I loro libri contabili, vale la pena ricordarlo, sono già nelle mani del Tribunale fallimentare. Mentre non hanno bisogno di interventi di razionalizzazione, ma di efficientamento «perché hanno mezzi per camminare con le loro gambe e devono iniziare a correre» Asìa, l’Azienda di igiene ambientale, NapoliServizi e la Napoli Holding.

Eccola la prima fotografia della giunta guidata dal sindaco Gaetano Manfredi sulla situazione delle aziende partecipate. Verrebbe da dire una vera e propria radiografia, contenuta nella delibera approvata mercoledì sera. Il primo segnale al Governo in funzione del “Patto per Napoli”.

Si sa che razionalizzazione, riordino ed efficientamento sono un pezzo fondante della misura antidissesto che per Napoli vale 1,3 miliardi, erogazione condizionata al miglioramento delle performance delle aziende in termini di servizi erogati e sotto il profilo finanziario. Le misure vere e proprie che saranno presentate al Governo e al Consiglio comunale entro il mese, consistono nella costituzione di una super holding a supporto di chi sta in difficoltà al fine di ridurre da un lato i costi di gestione e dall’altro il miglioramento del prodotto.

Quindi sinergie interne ed esterne «ma senza tagli al personale né privatizzazioni» ci tengono a sottolineare dal Comune. Va da sè che per le società sotto osservazione è sicuro il cambio di management. Per le altre il turnover è una delle opzioni più probabili. Perché va detto che tutte le aziende quelle sotto la lente e quelle formalmente non finite nell’elenco dei cattivi hanno problemi finanziari da risolvere e tirano a campare grazie ai soldi che ci mette Palazzo San Giacomo. Nella sostanza la super Holding, che già esiste è la Napoli Holding, dovrebbe nascere per sostenere la Mostra d’Oltremare, il Caan, le stesse Terme di Agnano e Anm di cui già detiene tutte le azioni. Resterebbero fuori - a oggi - Asìa e NapoliServizi. 

Le società in liquidazione sono l’Acn utilizzata per ospitare la Coppa America di vela, la Elpis, Napoli sociale, Iniziative di recupero di Napoli e Centro storico e le Terme di Agnano. Che scompariranno come Società ma l’asset resterà in capo a Palazzo San Giacomo. Il Municipio napoletano ha già messo 350mila euro per manutenere il patrimonio. 

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Partiamo dalla Mostra d’Oltremare, Palazzo San Giacomo a oggi non intende privarsene e ha fissato come obiettivo il rilancio dell’ente di Fuorigrotta. Tuttavia la stessa giunta in delibera sulla Mostra definisce una quadro allarmante. «Procedere ad azioni finalizzate al contenimento dei costi» perché «il piano economico finanziario quinquennale 2018-2022 si è chiuso senza che la società abbia implementato tutte le misure contenute nello stesso». Malgrado al 31 dicembre scorso il bilancio della Mostra «si sia chiuso con un utile di esercizio di un milione e 999mila euro». Perché il «Risultato positivo delle gestione aziendale è stato determinato dal forte apporto di contributi pubblici a fondo perduto. Il volume complessivo dei ricavi caratteristici risulta inadeguato per remunerare i costi della gestione operativa aziendale». Insomma, senza l’iniezione di liquidità la Mostra sarebbe un’azienda decotta. Anm è in amministrazione controllata e deve procedere «senza indugio» come suggerito dal Tribunale stesso «previa revisione del loro valore le quote di City Sightseeing».

Anm se la cava meglio sul fronte del pagamento ai creditori perché «ha integralmente soddisfatto i creditori privilegiati e ha avviato il pagamento dei creditori chirografari».

Resta nell’occhio del ciclone e sotto la lente di ingrandimento il Caan contro il quale si sono scagliati i creditori che hanno fatto ricorso e bloccato il concordato preventivo - lo stresso procedimento che ha messo in campo Anm per salvarsi dal fallimento in Tribunale - il Caan è più vicino al fallimento che alla salvezza. 

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