Napoli, patto Comune-commercianti: «Salviamo piazza Garibaldi»

Napoli, patto Comune-commercianti: «Salviamo piazza Garibaldi»
di Gennaro Di Biase
Mercoledì 21 Agosto 2019, 00:00
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Piazza Garibaldi si trova al bivio tra restyling e degrado. Dopo anni di lavori, si asfalta e si scava anche ad agosto per completare il tutto «entro novembre o dicembre di quest’anno», spiega il geometra del cantiere dagli uffici prefabbricati della ditta, costruiti sotto la statua del Generale che cucì lo Stivale. Fine 2019, dunque: questi sono i tempi di consegna attualmente previsti da maestranze e Comune. I caschi gialli lavorano tra turisti, immondizia, carreggiate a una sola corsia, localini nuovi, traffico in tilt, graziosi bistrot e clochard: oggi la stazione di Napoli è una contraddizione in termini, un paradosso work in progress. Siamo in dirittura d’arrivo, però, e non a caso, in previsione della conclusione delle operazioni, il vicesindaco Enrico Panini ha chiamato a raccolta i commercianti della piazza per stabilire con loro un piano d’azione da mettere in pratica quando sarà tutto pronto. «È auspicabile una gestione condivisa della piazza - spiega il vicesindaco di Palazzo San Giacomo - anziché un servizio di assistenza del territorio. Nelle riunioni con le associazioni e i commercianti stiamo pensando a una struttura, un consorzio o una rete, che gestisca l’area della stazione in una stessa direzione». «Il degrado qui c’è perché mancano presidi fissi di polizia locale - raccontano dal campo i commercianti - Qui prevenire sarà meglio che curare: non si sta bene e c’è degrado». Un degrado che per ora resiste, e che si affianca all’immagine della nuova location turistica in cui la stazione sta provando a trasformarsi. In parte riuscendoci e in parte no. 
IL TOUR 
Non è facile fare un tour di piazza Garibaldi. Cantieri ovunque, cantieri che si spostano di continuo. Fiumi di turisti, bar, locali. Poi letti di clochard, interi dormitori di poveri stesi davanti all’ingresso della Galleria Commerciale del Metrò dell’Arte. Sacchi di immondizia abbandonati da incivili e cianfrusaglie della miseria. Ogni stazione è piena di paradossi. Una signora anziana e vestita di stracci si alza a fatica dall’asfalto su cui siede, mentre i trolley dei turisti quasi le sfiorano la nuca. Di fianco, bistrot nuovissimi, buste della differenziata, degrado, turisti che sorridono ai tavolini e studiano mappe della città e cartoni sull’asfalto già pronti per la notte. Odore di urina in un posto e odore di pizza dieci metri dopo. Non è facile nemmeno capire in che punto “aggredire” l’attraversamento, visti i cantieri. E i turisti si trovano spesso a percorrere strade da poco rifatte che si rivelano vicoli ciechi con transenne. Una situazione transitoria, sicuramente, e dovuta al work in progress. Ma il punto è esattamente questo: evitare che il degrado sopravviva alla fine dei lavori. 
I COMMERCIANTI
Chiamati a raccolta da Panini, i commercianti si pongono lo stesso problema sul destino dell’area della stazione: «È una piazza nuova o una piazza vecchia? - si domanda il giornalaio, Francesco Esposito - Bisognerebbe provare ad allontanare questa gente da qui e magari portarla in un qualche centro di accoglienza. Il retro della mia edicola è un orinatoio pubblico, da stamattina ho già spazzato otto volte. Quando finirà il cantiere dovremo affrontare il problema. Qui tempo fa si formò un Consorzio per creare un centro commerciale naturale, poi non se n’è più parlato. I clochard, va detto, sono gli unici a produrre questa immondizia. Non è un problema di nazionalità, può esserci anche il napoletano che sporca. Si sta discutendo, anche con il Comune. Meglio agire ora che quando sarà consegnata la piazza». «Quando chiuderanno i cantieri valuteremo le contromisure da adottare - dice Antonio Albano del Caffè Amoroso - Oggi qui si sta male, c’è degrado». «Servirebbe un gabbiotto fisso di polizia locale, con agenti a rotazione - propone Pasquale Attanasio, titolare dell’omonima pizzeria - Nelle stazioni i barboni ci sono sempre, ma a volte la mattina troviamo gente che dorme davanti alla nostra saracinesca. Stiamo creando una zona turistica, in cui si aprono vari ristorantini in una location pulita. Ma se siamo abbandonati, poi, cosa possiamo farci?». 
IL VICESINDACO 
Piazza Garibaldi è un puzzle, al momento, fatto di rinascita e povertà, miseria e attività commerciali che si fanno strada per sfruttare il boom turistico che sta rinfrescando la città. Due forze opposte, due energie che si combattono. La gestione condivisa dell’area, come auspicato dal vicesindaco, si profila una delle strade più accreditate per il futuro dell’area. Nella migliore delle ipotesi. «Si tratta di un progetto di riqualificazione del territorio della stazione senza precedenti recenti - prosegue Panini - Ci sarà un’arena da mille posti, verranno installate attrezzature come canestri e porte di calcio, ci sarà la possibilità di organizzare eventi in piazza e tanto altro. Data la complessità della situazione e la varietà dei soggetti coinvolti, è auspicabile una gestione condivisa della zona tra istituzioni e privati. Nelle varie riunioni con le associazioni e i commercianti stiamo pensando a una struttura, un consorzio o una rete, che gestisca l’area di piazza Garibaldi in maniera, appunto, condivisa. Esistono poi già dei progetti per reinserire i clochard in strutture adeguate». Meglio prevenire che curare, insomma, affinché al restyling non sopravviva il degrado.
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