Sarà stato il desiderio espresso nella notte di San Lorenzo, ma finalmente nelle casse di Palazzo San Giacomo sono arrivati i primi 54 milioni del “Patto per Napoli” che vista la crisi di Governo e il voto anticipato non era poi così scontato. «È la conferma che il “Patto” regge - racconta l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta - al di là di tutto, questa prima tranche ci consentirà di abbattere il disavanzo di bilancio che supera i 2,2 miliardi, un primo passo».
Si ricorderà che la somma complessiva del buco nelle casse del Comune è di quasi 5 miliardi, atteso che al disavanzo di bilancio vanno sommati 2,8 miliardi di debiti finanziari.
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Concretamente questi 54 milioni - ancora prima di arrivare - sono stati comunque il volano per iniziare a investire sulla manutenzione della città così come confermato dal bilancio di previsione 2022-2024. Nella sostanza, hanno sdoganato quelle risorse proprie dell’ente che invece di finire nel calderone del disavanzo sono state collocate per migliorare la qualità della vita dei napoletani. «Come fatto nel recente bilancio - racconta ancora Baretta - ora non perdiamo mai di vista il disavanzo che è molto pesante, ma questo non significa più blocco degli investimenti, non solo quelli del Pnnr, ma anche i nostri, quelli del Comune». E infatti il Municipio di suo ha piazzato nel bilancio 52 milioni. Da utilizzare per il verde, le strade e il decoro urbano. E ben 24 milioni alle Municipalità chiamate a prendersi le loro responsabilità sul tema dei servizi. La ratio del “Patto” porta altri benefici. Vale a dire che c’è che il Comune inizierà ad abbattere il disavanzo nel corso dei prossimo 5 lustri e questo ha tolto il lucchetto alle altre fonti di finanziamento che erano bloccate. Cosa significa? Sommando i finanziamenti del “Patto per Napoli” al Pnrr, agli stanziamenti ordinari della Ue, a quelli dello Stato, della Regione, Città metropolitana e appunti di Palazzo San Giacomo il bilancio 2022-2024 vale 1 miliardo e 943 milioni.
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Baretta traccia le azioni che il Comune intraprenderà in quello che sarà un autunno molto caldo sotto il profilo finanziario per i napoletani e per tutto il Paese. «A settembre inizieremo a mettere mano alla riorganizzazione delle aziende partecipate un passaggio del Patto per Napoli come la riscossione. In ottobre presenteremo il piano al Governo abbiamo chiesto qualche settimana in più di lavoro perché come è noto c’è stato un ritardo sulla firma. E poi bisogna tenere conto anche delle elezioni». Al riguardo Baretta chiarisce: «Io candidato? No ci sono tante cose da fare ancora a Napoli...». Baretta e il Comune, senza troppi giri di parole, devono capire a chi presentare il piano partecipate. Un conto è se ci sarà un governo di centrosinistra, altra cosa è se ce ne sarà uno di centrodestra. Il cambio della guardia a Palazzo Chigi in teoria a prescindere da chi vince non dovrebbe portare a stravolgimenti perché il “Patto per Napoli” vale anche per tutte le città metropolitane che hanno superato di 700 euro il debito pro capite e sono governate da sindaco di tutti i colori, tuttavia che qui la preoccupazione c’è. «L’autunno caldo lo prepareremo - conclude Baretta - cercando di sostenere con i bonus le famiglie più disagiate ma è chiaro che a Napoli il problema è così grande che chiederemo un forte sostegno al Governo».