Pd Campania, Franco Roberti lascia: «Mi dimetto per evitare il caos»

L'ex procuratore antimafia passa la palla al Nazareno: «Si decidano, o il commissario o si va avanti»

Franco Roberti
Franco Roberti
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 23 Marzo 2023, 00:00 - Ultimo agg. 16:34
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«Non ho nulla contro nessuno ma serviva uscire dallo stallo in cui il partito campano è piombato». Poi aggiunge: «Anzi ce l’ho contro il Pd nazionale che tergiversa e non decide». A sfogarsi è Franco Roberti, ex procuratore nazionale antimafia ed europarlamentare democrat, che ha appena dato le dimissioni da presidente della commissione regionale per il congresso. Passando così la palla al Nazareno che ora è costretto a decidere. «Se vogliono commissariare il partito come è stato fatto filtrare lo facciano o altrimenti si vada avanti», aggiunge ancora. 

Due sere fa in commissione gli animi si fanno roventi: rappresentanti della mozione Schlein contro quelli di Bonaccini. Con i secondi che vogliono procedere a tappe forzate per far svolgere il congresso regionale in questo fine settimana come precedentemente stabilito. I primi, invece, frenano e vogliono prendere tempo come ha chiesto, tra l’altro, il partito nazionale con una lettera del nuovo tesoriere nazionale Michele Fina. In mezzo, poi, lo scontro ulteriore per approvare l’anagrafe degli iscritti democrat casertani su cui per settimane si sono consumate accuse e veleni per il tesseramento gonfiato. E per uscire dallo stallo, quello casertano, Fulvio Bonavitacola propone di celebrare il congresso regionale anche senza gli iscritti di Caserta. 

«Voglio chiarirlo subito: tutte e due le mozioni hanno posizioni assolutamente legittime», ragiona ancora Roberti che aggiunge: «Io però mi sono trovato con le mani legate».

In che senso? «La lettera di Fina ci invitava ad un rinvio con la motivazione di ulteriori verifiche sulle tessere. Un tentativo per spostare di nuovo tutto perché dietro c’è una scelta politica dei nuovi vertici nazionali del partito. Tutto legittimo ma...». Ma? «È inutile girarci attorno: si è creata una situazione complicata. A Roma, al nazionale, ha vinto la mozione Schlein ma qui in Campania Bonaccini. E lo scontro tra i due gruppi si consuma tutto qui facendoci piombare nello stallo assoluto. E le mie dimissioni, che motiverò con una lettera ai vertici nazionali, le ho date per superare questo stallo. E sarebbe quasi ora di uscire dall’ipocrisia». 

A chi si riferisce? «All’ipocrisia del sistema Pd. Con la lettera del tesoriere nazionale si è chiesto un rinvio. Io l’ho pure appoggiato perché non posso non tener conto delle volontà nazionali ma dall’altro canto occorre una decisione da Roma. Inutile perdere altro tempo: se - aggiunge ancora Roberti - si vuole commissariare il partito campano, come si è fatto trapelare, si proceda pure. Ma velocemente. Altrimenti si va avanti come si era stabilito prima del congresso nazionale. L’ipocrisia è tutta qui: decidere di non decidere...». 

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Atteggiamento non nuovo nel Pd nazionale dove ad ogni cambio di segretario si fanno ventilare tagli di teste e lanciafiamme vari salvo non fare nulla perché alla fine tra Napoli e Roma, al chiuso di riunioni e caminetti vari, si trova sempre un accordo che mantenga immutabile lo status quo. È il caso, anche stavolta, del ventilato commissariamento del partito campano per evitare, usando il nodo di Caserta, che s’insedi un nome (in questo caso Rosetta D’Amelio) scelto dalla mozione Bonaccini. Che, inutile girarci attorno, in Campania è quello maggioritario e che ha messo assieme il governatore De Luca, la larga parte del suo gruppo dirigente e tutti i consiglieri regionali. Tutte scelte rimandate alla settimana prossima dopo l’insediamento della nuova segreteria democrat. E solo lì si vedrà cosa accadrà davvero. E se accadrà. 

«Non entro nel merito, non ho nulla contro nessuno - conclude Franco Roberti - perché sono tutte scelte politiche legittime. Ma o si commissaria o si va avanti con la D’Amelio. Io sono una persona seria e ho scelto le dimissioni perché non accetto le ipocrisie. E non voglio nemmeno essere strumentalizzato». 

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