Congressi Pd Campania: si vota a metà marzo, De Luca incassa il regionale

Le correnti trovano un'intesa dopo una lunga riunione a Palazzo Santa Lucia

Sarracino, Boccia e Mancuso
Sarracino, Boccia e Mancuso
di Adolfo Pappalardo
Giovedì 26 Gennaio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 07:25
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Un nome unitario per la segreteria regionale appannaggio del solo governatore Vincenzo De Luca e congressi, quello campano e di Napoli, che si terranno assieme ma che slittano a metà marzo. Ecco l’accordo, con buona pace di tutti, che si trova tra le varie correnti dopo una lunga riunione a palazzo Santa Lucia. 

L’altra sera, in Regione, ci vogliono ore per chiudere un’intesa anche all’interno della stessa mozione Bonaccini. Con consiglieri regionali che entrano e escono dalla stanza mentre i cellulari sono bollenti per le telefonate e i messaggi con i rappresentanti della mozione Schlein. Al desco ci sono il capogruppo Mario Casillo, l’ex parlamentare Lello Topo e i consiglieri di Napoli Massimiliano Manfredi, Bruna Fiola e Loredana Raia. Dall’altra parte a fare le veci del governatore c’è Nello Mastursi, il fidatissimo collaboratore esperto di strategie politiche. È un tira e molla che va avanti per ore. Con i deluchiani pronti anche a forzare la mano e avviarsi subito al congresso regionale con un loro nome (le candidature scadono venerdì). E poi si vedrà. A cominciare dal nuovo segretario della Federazione di Napoli invece, dove solo ieri vengono ultimate le pratiche burocratiche per il voto (mancava la certificazione della platea degli iscritti e il presidente della commissione). Ma al governatore non interessa la poltrona napoletana ma quella, considerata strategica, campana dove vuole far accomodare un suo fedelissimo. Che si vada allo scontro oppure no.

Ore di mediazioni sino a trovare un accordo: legare i due congressi in un’unica data, anche facendo slittare tutto. Tanto, è il ragionamento, con l’accordo di tutte le componenti, il Pd nazionale non avrà problemi a posticipare di qualche settimana. Anzitutto perché un cavillo burocratico per giustificare il posticipo si trova sempre e poi a nessuno a Roma interessa che sotto al Vesuvio scoppi un’altra guerra tra i vari gruppi democrat. Specie ora alla vigilia del congresso nazionale che deve decidere il successore di Enrico Letta. Per la serie: nessuno vuole rogne in questa fase delicata in cui il partito risulta anche ai minimi storici di gradimento. Da qui l’accordo senza che però da Santa Lucia si faccia ufficialmente il nome del segretario regionale in pectore. Poco importa perché i consiglieri accettano a scatola chiusa anche se sarà quello di Nicola Landolfi, fedelissimo deluchiano con solide radici salernitane. «Il Pd è in un momento di grande difficoltà e se si riesce a trovare la sintesi su un nome senza che si scatenino guerre fratricide è molto meglio», ragiona la consigliera Bruna Fiola. Addio, quindi, ai propositi guerrafondai dei consiglieri regionali intenzionati ad esprimere un proprio nome. Tutti con De Luca: a lui il regionale, ai napoletani la Federazione guidata sinora da Marco Sarracino appena eletto deputato.

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Ieri si è riunita nuovamente la commissione regionale per il congresso ma la strada è in salita, visti i tempi strettissimi. Il posticipo quindi va bene a tutti. «Finora contrariamente alla mia determinazione non siamo riusciti - ammette il presidente della commissione, l’europarlamentare Franco Roberti - a comporre i nominativi delle commissioni dei congressi provinciali di Napoli e Caserta e questo lo abbiamo vissuto come una sconfitta della commissione regionale.

Ora aspettiamo le determinazioni a livello nazionale e contiamo sulla loro buona volontà e determinazione a comporre queste commissioni, che sono difficili da costruire pur essendo un compito assolutamente ineludibile».

E se slittano i congressi (il 12 marzo), si posticipano anche le scadenze per le candidature. Quindi per presentarsi alla carica di segretario regionale e napoletano c’è tempo sino al 15 febbraio, appena terminato il voto degli iscritti al congresso nazionale. Da verificare ora se l’accordo reggerà o dalla mozione Schlein avanzerà un nome da contrapporre a quello deluchiano. 

Ma è assai improbabile.  

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