Pezzotto tv, i pirati ai clienti: ​«Scusate il disagio, torneremo»

Pezzotto tv, i pirati ai clienti: «Scusate il disagio, torneremo»
di Valentino Di Giacomo
Mercoledì 23 Ottobre 2019, 00:00
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«Da quando le autorità hanno fatto l’operazione contro il pezzotto ci abbiamo perso tutti denaro, ma pian piano ci stiamo riprendendo dal danno subito e continueremo per la nostra strada». Da qualche giorno, sui gruppi di Telegram e su Whatsapp, gli amministratori delle Iptv illegali stanno inviando questo inusuale e bizzarro messaggio ai clienti di “Pezzotto Tv”. Il segnale che l’operazione “Eclissi” predisposta in 5 Paesi europei dalla Polizia postale e dalla Guardia di Finanza ha realmente inferto un duro colpo ai meccanismi criminali che, dietro le quinte, consentono ad almeno 5 milioni di italiani di frodare i grandi broadcaster come Sky, Mediaset, Dazn e Netflix usufruendo di abbonamenti pirata per circa 10 euro mensili.

I pezzotti – come scritto più volte dalle inchieste del Mattino – sono ancora fruibili, ma evidentemente non tutto funziona come prima. Nelle chat di Telegram e sui forum online che mettono in contatto clienti e amministratori sono a centinaia le lamentele che i segnali video sono spesso spenti oppure rallentati. Stanchi probabilmente delle richieste di chiarimento, i pirati delle tv hanno così deciso di rispondere con un messaggio indirizzato alla propria clientela. Un segnale ulteriore di come il confine tra legalità e illegalità nel settore delle Iptv sia piuttosto labile perché gli admin rispondono esattamente come se la loro fosse una vera azienda, lecita, che con il proprio “servizio clienti” si scusa per i disagi arrecati.

«Comunicazione per tutti – scrivono gli admin su Telegram e nelle chat - in conseguenza agli ultimi eventi che tutti sapete dato che ne hanno parlato praticamente tutti i media italiani ed esteri, vi faccio il punto della situazione». Ecco quindi – a caratteri cubitali la confessione. «NOI DANNEGGIATI DALLE AUTORITÀ!» - scrivono i gestori delle tv pirata - noi popolo della Iptv, a partire dagli admin a finire agli user (cioè voi clienti) chi più chi meno abbiamo perso tutti denaro! Pian piano ci stiamo riprendendo dal danno subito e stiamo cercando di leccarci le ferite e continuare per la nostra strada! Detto questo non significa che Iptv è tornata come prima!». Si passa poi alla spiegazione tecnica di cosa ha comportato l’intervento della Polizia postale e della Guardia di Finanza. «Purtroppo – scrivono i gestori - con la chiusura di Xtream code siamo tornati indietro di 4/5 anni quando Iptv era agli albori e c’erano sì e no 500/1000 connessi ad un grande evento! Con i tempi di oggi ogni server ha almeno 7000/10000 connessi ad evento e le piattaforme esistenti non possono reggere una tale connessione! Ecco spiegato perché molte volte capita che si va off oppure blocca ecc! Per chi vuole Iptv adesso deve convivere con questi problemi altrimenti può liberamente decidere di passare a Sky originale dazn Netflix premium nowtv e chi più ne ha più ne metta! Vi assicuro che da parte degli admin stiamo lavorando ogni giorno per poter portare il servizio ai fasti di prima del 18 settembre ma è un lavoro lungo e meticoloso che necessita di mesi! Detto questo ognuno è libero di fare quello che vuole anche andare da altri fornitori di iptv la musica non cambia perché il problema è collettivo a tutti i server! Chi di voi capisce e rimane qui!».

Lo scorso 18 settembre le autorità italiane riuscirono infatti a sequestrare uno dei più importanti server che trasmettevano gli eventi live come Xtream Codes. Da allora soltanto sfruttando delle applicazioni non aggiornate è possibile far funzionare ancora i pezzotti. Non per molto perché – come spiegano fonti della Polizia postale – le licenze presto o tardi scadranno e i software di gestione che consentono la trasmissione delle tv pirata saranno inutilizzabili.

Un giro d’affari quello del pezzotto da oltre 6 milioni di euro e su cui – come documentato dal Mattino – ci ha messo gli occhi anche la camorra con il clan Lo Russo, su cui indaga la Procura di Napoli. Non solo, quando ci fu l’operazione lo scorso settembre, furono trovate collegate alle tv pirata 700mila persone. Tutti clienti che ora rischiano di essere individuati tramite gli indirizzi Ip con il rischio di multe dai 2500 ai 25mila euro e il carcere. Stavolta a riconoscere l’importanza dell’intervento delle autorità sono gli stessi gestori dei pezzotti, ma le indagini ora si concentreranno anche sui clienti. 
 
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