Piazza Navona, il pasticcio di Natale, la Procura alla Raggi: «Controlli tardivi»

Piazza Navona, il pasticcio di Natale, la Procura alla Raggi: «Controlli tardivi»
Piazza Navona, il pasticcio di Natale, la Procura alla Raggi: «Controlli tardivi»
di Camilla Mozzetti
Domenica 15 Dicembre 2019, 01:05 - Ultimo agg. 09:18
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I controsensi sono molti, altrettanti gli errori compiuti dal Campidoglio sulla Festa della Befana di piazza Navona e ora la Procura di Roma è intenzionata a fare ordine. La kermesse natalizia più importante della Capitale è stata chiusa dopo un blitz dei vigili urbani che hanno accertato svariate irregolarità sia da parte degli operatori sia sul fronte delle corrispondenze al piano di sicurezza. Ma mai in passato aveva preso forma un cortocircuito quasi grottesco, se non inimmaginabile, azionato proprio dall’amministrazione di Virginia Raggi.

Per la prima volta da che si tiene la Festa della Befana la rassegna non è stata preceduta da una conferenza dei servizi, o comunque da un momento preliminare formale di informazione sulle prescrizioni, che avrebbe dovuto sancire e ricordare i doveri agli ambulanti nell’allestimento e apertura dei banchi. 

IL PASSAGGIO SALTATO
Questo passaggio è saltato eppure alla fine, lo scorso 7 dicembre, palazzo Senatorio ha dato il via libera. I banchi potevano aprire, era arrivata l’autorizzazione perché gli uffici avevano preso visione del piano di “sicurezza” messo a punto dagli operatori chiamati a pagarne anche le spese. E poi? A quattro giorni dal via, la rassegna è stata chiusa e i banchi sequestrati. Il motivo? In sostanza, gli operatori hanno fatto quello che hanno voluto sull’allestimento dei posteggi perché nessuno aveva ricordato loro formalmente cosa fare.

E non c’è stato alcun controllo preventivo. Dal Comune fanno sapere che, non essendoci nuove prescrizioni rispetto alle edizioni passate, una nuova conferenza dei servizi non era dirimente ma comunque è mancato il confronto per ricordare agli ambulanti cosa era consentito e cosa no.

Morale? Chi ha voluto, ne ha approfittato. Tant’è che in più di un posteggio sono stati trovati, ad esempio, estintori con la revisione scaduta nel 2014. La vicenda, con il sequestro della rassegna, è planata a piazzale Clodio e a occuparsene è il procuratore aggiunto Nunzia D’Elia. La riflessione che ne è seguita? L’amministrazione di Roma Capitale ha dato il via libera a una rassegna senza aver verificato prima tutte le prescrizioni, dando l’autorizzazione e procedendo poi al sequestro. Un cortocircuito perfetto. Ieri sera in piazza c’erano polizia, vigili del fuoco, polizia locale a lavoro per tirar giù le prescrizioni ed evidenziare quelle disattese per dar modo poi agli operatori, nei giorni a venire, di mettersi in regola e chiedere il dissequestro per la riapertura. Ci vorrà del tempo ma se le irregolarità saranno sanate, la Festa della Befana potrebbe ripartire anche prima della vigilia del Natale. 

LE FALLE SULLA SICUREZZA 
Sulla vicenda pesa poi anche la responsabilità dell’ingegnere responsabile dell’attuazione del piano di sicurezza, Salvatore Donadio, denunciato per aver disatteso alcune norme del decreto legislativo 81/2008 come puntualizza il suo avvocato Pierluigi Anastasio, da anni legale di Mario Tredicine. L’ingegnere aveva il compito di traslare pedissequamente le disposizioni del piano di sicurezza sulla piazza ma quando la Festa è partita alla vigilia dell’Immacolata mancavano ancora tante cose: gli altoparlanti attivi, i dispositivi elettronici per il contapersone, i cartelli, alcune transenne, la copertura dei fili.

Donadio a fronte di queste “lacune” avrebbe dovuto impedire l’apertura della rassegna e invece hanno vinto gli ambulanti che avevano già perso, a loro dire, sei giorni di attività perché da bando comunale la Festa della Befana sarebbe dovuta partire il primo dicembre. Perché non l’ha fatto? Avrà modo e tempo per spiegarlo. Intanto in Campidoglio si è aperta un’altra partita che riguarda il futuro di piazza Navona. L’assessore al Commercio Carlo Cafarotti è pronto a far decadere i titoli e a redigere un nuovo bando per il prossimo anno. Vuole procedere in modo «libero, per ridare – spiega – a Roma e a piazza Navona una festa dignitosa, di qualità, legale».

È indubbio che proprio l’amministrazione comunale ha permesso (seppur non deliberatamente) che la famiglia Tredicine imponesse una sorta di monopolio sulla rassegna, grazie a quanto approvato dall’Assemblea capitolina lo scorso 2018 con il Regolamento sul commercio su area pubblica del grillino Andrea Coia. In quel Regolamento la Festa della Befana veniva classificata come “fiera” e pertanto in fase di concorso per l’assegnazione dei posteggi l’anzianità di servizio degli operatori non poteva essere omessa.

Chi ne ha beneficiato? La domanda è retorica. Ora Cafarotti è pronto a rivedere quel Regolamento: «Sto preparando una relazione alla sindaca Raggi – prosegue – elencando i limiti procedurali per il concorso. Se c’è qualche vincolo posto dall’Assemblea capitolina sarà modificato». Ne ha parlato con il consigliere e presidente della commissione Commercio Coia? «Andrea – conclude l’assessore – è stato informato ed è pronto a ripassare per l’Aula». 
 
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