La terza rata è in dirittura d’arrivo, i 19 miliardi del Pnrr attesi da Bruxelles dovrebbero essere annunciati a breve. Definanziati i nuovi stadi di Venezia e Firenze perché non sarebbe stato possibile completarli entro il 2026, come ha spiegato il ministro Raffaele Fitto, la trattativa tra Italia e Ue sembra in discesa, in attesa che la rimodulazione complessiva del Piano di ripresa e resilienza venga ufficializzata dal governo al Parlamento. Naturalmente le incognite sull’effettiva possibilità di mettere a terra tutti i progetti in campo, cioè già approvati e finanziati, rimangono. E coinvolgono soprattutto i Comuni, destinatari della maggior parte delle risorse europee e alle prese, soprattutto al Sud, con problemi tutt’altro che trascurabili: carenza di personale competente, casse vuote e assenza di un fondo di rotazione, concorsi non coperti al 70%, come in Campania.
È su questo versante che il Pnrr rischia di arenarsi, come denunciato da molti sindaci. Non a caso dalla mappa diffusa ieri dall’Ansa emerge un’Italia a velocità differenziata quanto ad attuazione del Pnrr. Edilizia scolastica, sanità e rigenerazione urbana i settori che rischiano di più anche se è impossibile generalizzare il contesto per macroaree. Tra Pnrr e Piano complementare, le fette più consistenti di risorse arriveranno a Lazio e Lombardia. La prima avrà complessivamente 17 miliardi e la Regione li spenderà soprattutto per rafforzare la rete della sanità. La Lombardia, invece, riceverà 12 miliardi puntando su transizione verde e mobilità sostenibile. La Campania potrà spendere circa 11 miliardi entro il 2026: oltre il 60% è destinato ai Comuni mentre la Regione, che può attivare il Pnrr solo per la sanità come prevedono le norme europee, investirà le risorse di sua competenza (oltre 2 miliardi) nella realizzazione di 172 case e ambulatori di comunità e per centri tecnici di emergenza (il pacchetto degli interventi è già pronto, assicurano dalla Regione, preoccupata però perché nei fondi non è previsto al momento un solo euro per la copertura del personale destinato alle nuove strutture).
L’ultimo aggiornamento dell’Anci Campania, di cui è presidente il sindaco di Caserta Carlo Marino, sulla scorta dei dati trasmessi dalla Ragioneria generale dello Stato, emergono buone risposte dei Comuni sulla digitalizzazione della PA.
Ma quali, nel dettaglio, i progetti già finanziati? Il Comune di Napoli fa la parte del leone: dall’Albergo dei Poveri alla riqualificazione delle periferie più degradate come Scampia e Taverna del Ferro. Ma non mancano il rafforzamento del sistema trasporti, con l’acquisto di nuovi bus elettrici, i fondi per la linea 1 e la linea 6 della metropolitana con l’acquisto di nuovi treni, le piste ciclabili. Il progetto più ambizioso resta la riqualificazione dell’Albergo dei Poveri, un intervento da 115 milioni. Seguono i piani urbani integrati che nel Comune di Napoli prevedono interventi di rigenerazione urbana da 70 milioni per Scampia e da 50 milioni per Taverna del Ferro. L’obiettivo è di aprire i primi cantieri nel secondo semestre del 2023. Stesso discorso per i progetti della città metropolitana dove si prevede un piano urbano integrato da 350 milioni per interventi di rigenerazione urbana in vari comuni dell’hinterland.
A Caserta sono stati messi a terra progetti per circa 75 milioni, di cui 20 destinati alla rigenerazione urbana di 17 siti. Da segnalare anche il progetto Pinqua, per la riqualificazione del popoloso quartiere Acquaviva, la riqualificazione di scuole e palestre per 20 milioni, e i 10 milioni per un impianto green di recupero dei pannolini, un impianto unico in Italia che, come spiega il sindaco Marino, permetterà di sostituire la trasformazione in differenziata di quel tipo di materiali in un sistema di recupero attraverso l’economia circolare. Saranno altresì disponibili 4 milioni di euro per le piste ciclabili, 1,5 per la transizione digitale e 4 milioni per sostenere gli interventi destinati a disabilità e nuove povertà.
Punta forte sulle risorse del Pnrr anche la provincia di Salerno: in cantiere il completamento del collegamento Salerno Arechi-Aeroporto per 60milioni, il dragaggio del porto commerciale di Salerno e del canale di ingresso, per 40 milioni, e il prolungamento del molo Manfredi per 15. A Benevento si punta sulla stazione Centrale-Hub dell’Alta Capacità (investimento da 30 milioni di euro); sulla rete degli asili nido (39 milioni per 32 progetti di sicurezza scolastica) e sull’edilizia scolastica (15 milioni di euro per la ricostruzione di un solo edificio).