Voglia di grande centro, i moderati cercano casa

Voglia di grande centro, i moderati cercano casa
di Gigi Di Fiore
Domenica 21 Novembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 17:30
4 Minuti di Lettura

Il centro, oggetto misterioso con più volti che si propone e ripropone nello scenario politico nazionale. Quanti consensi vale, quanto può contare nell’immediato futuro parlamentare? Ne ha rilanciato il peso Clemente Mastella dopo le ultime elezioni amministrative, ne ha rivendicato l’importanza Matteo Renzi nelle ultime ore.

«Mai come oggi il centro appare ai margini del gioco politico. E mai come oggi, invece, quello spazio di opinione si va allargando. La domanda è forte, eppure la risposta è debolissima» sostiene Marco Follini, già Udc e Pd, nella sua rubrica «Punto di vista». Ma intanto proprio le formazioni politiche che si definiscono di centro appaiono l’ago della bilancia nell’elezione del presidente della Repubblica del prossimo anno. Lo conferma Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica: «Dal punto di vista delle percentuali di consenso, il centro vale poco al momento, non andando oltre l’8 per cento.

L’incidenza che però ha negli attuali equilibri parlamentari, specie al Senato, è elevata. E ne sarà banco di prova importante l’elezione del capo dello Stato».

A conti fatti, tra Camera e Senato l’area di centro raggruppa un’ottantina di voti includendovi i parlamentari del Gruppo Misto. Una forza condizionante su singoli provvedimenti del governo, ma non ancora in grado di elaborare un’autonoma proposta politica. Spiega il sondaggista Antonio Noto che presiede la «Noto sondaggi»: «Al momento, di centro possono essere considerati Renzi, Calenda e più Europa di Emma Bonino. Non è sicuramente un’area in grado di lanciare una proposta politica unica, divisa al suo interno tra adesione al centrodestra e adesione al centrosinistra».

Video

L’ultimo sondaggio curato da Antonio Noto ha assegnato al centrodestra un 47 per cento di consensi, mentre al centrosinistra il 45 per cento. Il centro, invece, ha raccolto il 7-8 per cento di risposte favorevoli degli intervistati. Ma il centro è un’area orfana di fatto, dalla scomparsa della Dc. E il dibattito su chi può occupare l’area moderata è diventato sempre attuale. Dice il sondaggista Nicola Piepoli, presidente dell’Istituto che porta il suo nome: «Credo che in questo momento Renzi sia comunque temuto, anche per essere stato uno dei promotori del governo Draghi, ma non tutti sono disposti a riconoscerglielo. In questo momento, però, non ha la forza necessaria per aggregare tutte le forze che si dichiarano di centro, divise sullo schieramento con cui allearsi». I numeri, per ora, non danno forza ai moderati. E sul futuro di quest’area c’è tanta incertezza. Tanto che Piergiorgio Corbetta, docente emerito di metodologia delle Scienze sociali, spiega: «Non esistono dati di ricerche solide sul centro politico in questo momento e, per questo, preferisco non esprimermi. La mia diventerebbe un’opinione personale, priva di elementi empirici su cui appoggiarmi».

Se Matteo Renzi sembra tendere a un’alleanza di centrodestra e Carlo Calenda si mostra più equidistante, resta l’incognita su quanto peserà il centro alle elezioni politiche. Dice Antonio Noto: «Tutto dipenderà dal sistema elettorale con cui andremo a votare. È chiaro che se, per assurdo, si dovesse votare con il proporzionale, allora l’area di centro diventerà davvero ago della bilancia». Precisa invece il professore Pasquino: «Conterà poco la legge elettorale, almeno che non si vada a un sistema misto con premio di maggioranza che farà diventare determinante l’appoggio dei moderati. Ipotesi assai poco probabile. Non credo che la consistenza attuale delle forze di centro sia tale da poter mettere in crisi il governo Draghi. Può incider solo su singoli provvedimenti».

Il deputato Osvaldo Napoli di Coraggio Italia è convinto: «Il centro non esiste, esiste invece la necessità di trovare una forma di coagulo delle forze liberaldemocratiche, su un programma comune. Tutto il resto sa di vecchia politica. Mi rifiuto di credere che Renzi lavori a un progetto da far valere nella corsa al Quirinale e poi liberi tutti». E aggiunge Marco Follini: «Con un briciolo di malizia, si potrebbe osservare che ai destini del centro non hanno giovato, e non giovano, le personalità così forti e spigolose che si stanno cimentando nell’impresa. E parlo di Renzi e di Calenda, prima di tutto». Insomma, tante opinioni. E l’incognita «centro» resta.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA