Pompei, una troupe televisiva blocca i visitatori: caos e proteste mai viste

Pompei, una troupe televisiva blocca i visitatori: caos e proteste mai viste
di Susy Malafronte
Domenica 23 Febbraio 2020, 22:58 - Ultimo agg. 24 Febbraio, 11:42
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«Terme del Foro chiuse per riprese televisive». Turisti tenuti fuori per più di un’ora. Custodi e guide si infuriano. Arrivano i carabinieri. La direzione del Parco Archeologico avvia le dovute verifiche. È stata una mattina movimentata, quella di ieri, negli Scavi di Pompei. «Una troupe televisiva, impegnata a girare un documentario tra le antiche domus, impedisce l’ingresso ai turisti». Questa è la segnalazione giunta al direttore generale Massimo Osanna intorno alle 11. Le riprese erano autorizzate, ma nella richiesta inoltrata alla Soprintendenza non c’era alcun riferimento alla volontà di impedire le visite nel tempo necessario ad effettuarle. Volontà che non avrebbe trovato accoglimento, perché a scavi aperti nessun privato - in questo caso gli operatori televisivi - ha il potere di bloccare l’ingresso di una domus o di un edificio pubblico a chiunque. Per questo motivo gli addetti alla vigilanza hanno dovuto chiedere l’intervento dei carabinieri del posto fisso degli Scavi di Pompei. I militari hanno identificato le persone indicate dai custodi, che secondo le loro accuse da un’ora e mezza avevano «chiuso ai turisti le Terme del Foro», e visionato l’autorizzazione firmata dal direttore generale del Parco Archeologico il 21 febbraio. 

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Secondo gli operatori televisivi, impegnati a girare le immagini «a titolo gratuito per i fini di assolvimento dei diritti di cronaca senza scopo di lucro» non c’è stato in alcun modo un impedimento ai turisti di entrare. Anzi, a loro dire si sarebbero anche incuriositi e divertiti. Per nulla divertiti invece i vigilanti, che avendo visto venir meno la loro autorità e sentendo la responsabilità di tutelare i visitatori e gli ambienti aperti al pubblico hanno chiamato i militari dell’Arma. «Se fosse stato come dicono i cameramen non avremmo chiesto l’intervento dei carabinieri. La loro presenza è stata necessaria per riportare la calma tra i turisti e le guide che protestavano fuori dalle Terme e chiedevano, giustamente, di entrare in maniera animata e con insistenza», replicano gli addetti alla vigilanza. Dalla parte dei custodi si schierano anche diverse guide: «Non ci è stato consentito l’ingresso alle Terme del Foro. Per non creare confusione abbiamo rinunciato alla visita, in alcuni casi. Con i gruppi che avevano più tempo, invece, abbiamo messo le Terme in coda all’itinerario».
 

 

I custodi hanno relazionato l’accaduto al direttore del Parco Archeologico Massimo Osanna e alla direttrice degli Scavi Grete Stefani. Da questa mattina partiranno verifiche e, sulla scorta dei risultati, non sono escluse denunce. Osanna, infatti, sarebbe rimasto sorpreso da una vicenda che non ha precedenti.
Solitamente, quando i documentari richiedono una certa tranquillità di registrazione, le televisioni, italiane e ed estere, operano quando il sito archeologico è chiuso al pubblico. In questo caso probabilmente le riprese andavano effettuate in pieno giorno, visto che le Terme del Foro sono un ambiente chiuso e poco illuminato. Che si sia trattato di un equivoco o di una sottovalutazione da parte della troupe è quello che intende chiarire Osanna.

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