Porto, nel mirino dell’Anticorruzione anche i collaudi

Porto, nel mirino dell’Anticorruzione anche i collaudi
di Antonino Pane
Lunedì 5 Agosto 2019, 22:12
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Incremento di spesa ma non solo. Sulla nuova darsena di Levante del porto di Napoli per l’Autorità Anticorruzione ci sono punti oscuri da chiarire anche per quanto riguardi i collaudi. L’Anac, infatti, tra le altre questioni accende un riflettore anche sulle mancate contestazioni dell’Autorità di sistema portuale all’appaltatore per effetto della carente permeabilità – accertata in fase di collaudo – dello sporgente est della vasca di colmata; nei fatti sarebbe stata collaudata un’opera (la vasca più piccola) che non risponderebbe ai di permeabilità imposti dal ministero dell’Ambiente. E non a caso l’Anac parla di «un’approssimata redazione dell’atto di collaudo tecnico-amministrativo». Certo è che la darsena di Levante è diventata vitale per il porto di Napoli. Si tratta di un piazzale da 265mila metri quadrati e circa 630 metri lineari di banchina che consentiranno contemporaneamente l’attracco di fiancata, senza particolari manovre, di due mega navi grazie anche ad un pescaggio di 16 metri ottenuto con gli escavi (che dovrebbero essere ultimati entro fine agosto).

I LAVORI
«Ora bisogna andare avanti senza ulteriori intoppi». Pasquale Legora De Feo, presidente di Conateco e Soteco, i due più grandi terminal contenitori del porto di Napoli è risoluto. «Ben vengano tutti i controlli del mondo - dice - ma senza fermare i lavori. Quest’opera che aspettiamo dal 2012, è vitale per il futuro del porto di Napoli. Non riusciamo più a lavorare negli attuali spazi. Con la nuova darsena di Levante - sottolinea il presidente Legora De Feo - porteremo a Napoli 1,5 milioni di TEUs all’anno e si creeranno altri 400 posti di lavoro diretti. Ci sono altre linee pronte a scalare il nostro porto ma abbiamo bisogno assolutamente di spazi nel più breve tempo possibile”. De Feo conferma il piano di investimento dei privati che ammonta a 220 milioni di euro. «Siamo pronti ad investire, confermiamo il piano - aggiunge - per impiantare alla darsena di Levante 20 RTG, 4 gru da banchina tipo super post Panamax e 4 gru post Panamax. Un edificio per uffici, un capannone magazzino ricambi. Servizi per il personale e saranno implementate strutture di controllo ed il tracciamento dei contenitori». 
Ma tutto questo ancora non basterà. Sarà necessario collegare la nuova darsena ai raccordi ferroviari e stradali. Lavori, peraltro, già finanziati con il Fesr 14/20, appaltati già nel 2015, ma ad oggi ancora non avviati.

I CINQUESTELLE
I riflettori sul porto di Napoli restano accesi anche da parte del Movimento 5Stelle. Il senatore Vincenzo Presutto è perentorio: «Non ci fermeremo fino a quando non sarà fatta piena chiarezza sul l’operato dell’Autorità di sistema portuale. Oggi (ieri ndr) abbiamo presentato una nuova interrogazione a risposta orale al ministro dell’Ambiente Costa per sapere quali iniziative se il Ministro intenda adoperarsi per valutare l’inquinamento ambientale che deriverebbe dalla dispersione di sostanze inquinanti dovuta alla parziale permeabilità della vasca di colmata e se siano state rilasciate autorizzazioni in variante al decreto di VIA già emesso per consentire l’utilizzo della seconda vasca di colmata, nonché se, ad oggi, considerate le autorizzazioni rilasciate, sia possibile l’utilizzo della cassa di colmata a bassa permeabilità per contenere sabbie provenienti dai fondali del porto di Napoli e se sia possibile inserirvi il materiale dragato dal porto di Napoli, notoriamente molto inquinato». 
E poi si apre il fronte Beverello è in particolare la nuova stazione marittima. I 5Stelle chiedono al ministro «se l’opera in questione sia stata correttamente valutata e se la stessa possa essere sottratta alle procedure di valutazione di impatto ambientale, ovvero alla procedura di consultazione pubblica».
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