Via libera dalla giunta comunale di Pozzuoli alla sanatoria per gli oltre duemila occupanti senza titolo delle case popolari tra Monterusciello e i famigerati «600 alloggi» del rione Toiano: entro l’anno la commissione comunale dovrà valutare caso per caso, ma i sindacati degli inquilini bocciano il piano e chiedono maggiori garanzie per «coloro che sono in graduatoria da anni e hanno sempre rispettato la legge», con le pratiche che saranno vagliate dall’Antimafia.
Una materia incandescente, quella della gestione del patrimonio immobiliare pubblico in una città che vive da decenni il problema della forte domanda di case popolari, ma dove si sono registrati migliaia di casi di occupazioni abusive. La giunta guidata dal sindaco Vincenzo Figliolia ha stabilito che, d’ora in poi, in base all’ultimo regolamento regionale in materia sarà una commissione comunale interna a verificare i requisiti, posseduti o meno, da tutte le 2.252 famiglie di occupanti abusivi di Pozzuoli: dall’accertamento anagrafico e reddituale all’assenza di sentenze penali, dall’esistenza di eventuale morosità alla definizione del procedimento di decadenza del precedente assegnatario. Il tutto sarà svolto entro la fine di quest’anno: in caso di esito negativo dei controlli incrociati, si procederà al recupero dell’immobile con lo sgombero, altrimenti sarà assegnata l’unità immobiliare con la sottoscrizione del relativo contratto. Una condizione, quest’ultima, che permetterà all’assegnatario di regolarizzare in modo definitivo la propria posizione, dopo aver fatto più volte la richiesta di sanatoria ed aspirare, così, ad un eventuale riscatto regolare dell’immobile.
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«Grazie a quest’atto deliberativo approvato in giunta potremo finalmente porre fine alla condizione di incertezza in cui vivono da anni oltre duemila famiglie puteolane, che occupano senza titoli gli alloggi di edilizia residenziale pubblica – dice il primo cittadino - Si tratta di tutti coloro che sono subentrati ai legittimi assegnatari fin dagli anni ‘80 e che avevano una richiesta di sanatoria ancora pendente, pur avendola inoltrata più volte. Per l’amministrazione comunale la definizione di queste pratiche rivestiva un interesse prioritario e dopo il via libera dell’ente regionale ora possiamo regolarizzare la posizione di queste famiglie e mettere così la parola fine a una vecchia questione». Su questo punto, però, il pensiero del sindacato degli inquilini Sunia è diverso da quello dell’amministrazione comunale. «Da mesi ci confrontavamo con il Comune per avviare a risoluzione quest’annosa questione, ma questo piano ci convince poco – dice Gaetano Palumbo, rappresentante del Sunia di Pozzuoli e da anni in prima linea per tutelare i diritti dei legittimi assegnatari – Chiediamo, infatti, al Comune di tutelare maggiormente chi è da anni in graduatoria, ha sempre rispettato le regole senza prevaricare e ora rischia di vedersi sorpassato da coloro che, invece, hanno occupato abusivamente sfruttando le domande di sanatoria. Sarebbe una beffa assurda da digerire».
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E c’è poi, non ultima, la questione criminalità organizzata: nei verbali degli interrogatori, resi negli ultimi anni ai pm dell’Antimafia in località protette e nelle carceri di mezza Italia, i collaboratori di giustizia del clan Longobardi-Beneduce-Pagliuca hanno raccontato, tra l’altro, anche dell’affare delle case popolari. Il core business della camorra puteolana sono le piazze di spaccio al Lotto 5 e 9 di Monterusciello e nei 600 Alloggi del rione Toiano: marijuana e hashish, arrivata dalla Spagna e finanziata dalle estorsioni fatte dagli «Amici di Pozzuoli». Ma il welfare criminale, dicono le indagini della Dda, si è alimentato spesso in passato anche con la compravendita illegale e l’assegnazione di alloggi popolari ad affiliati o fiancheggiatori del clan. Per questo, dal Comune di Pozzuoli assicurano che «i controlli antimafia saranno rigidissimi». Il rischio che la camorra possa infiltrarsi anche nella sanatoria resta alto, e la sfida più che mai impegnativa.