«È un problema di sicurezza, qui si rischia la tragedia»

di Paolo Barbuto
Martedì 2 Dicembre 2014, 08:44 - Ultimo agg. 09:32
3 Minuti di Lettura
Per le persone di San Gregorio Armeno, l’associazione Corpo di Napoli è un punto di riferimento.

Il presidente, Gabriele Casillo, da sempre sostiene le iniziative e le battaglie dell’area, stavolta è allarmato: «Ho temuto il peggio. Se non c’è stata una tragedia nello scorso week end è stato un miracolo. Ora ho davvero paura per il fine settimana dell’Immacolata».



S’è rischiata la tragedia? Non le sembra di essere esagerato?



«Guardi che solo chi è stato in strada sabato e domenica scorsi può capire. Ci sono stati lunghi momenti nei quali la folla era paralizzata: migliaia e migliaia di persone addossate l’una sull’altra. Se ci fosse stata una emergenza, nella calca certamente le persone sarebbero rimaste schiacciate».



Perché pensa a una emergenza?



«Lo sa che ci sono state decine di momenti di tensione e che la rissa è stata più volte sfiorata?».



Per quale motivo?





«La gente ammassata diventa insofferente. Basta una gomitata, una ragazza che pensa di aver subito una ”mano morta”, un bimbo che viene spostato, una sosta troppo lunga davanti a una bancarella, per far scoccare la scintilla. Fortunatamente nei giorni scorsi ci sono state solo parole grosse e qualche spintone: se si fosse scatenata una rissa, la fuga generale si sarebbe trasformata in tragedia. Centomila persone sono state lì nel week end».



Scusi Casillo, ma a San Gregorio Armeno nel periodo di Natale c’è sempre grande caos: perché siete preoccupati solo ora?



«Perché da decenni la presenza di turisti non era così massiccia. Quest’anno le persone arrivano a migliaia, io ipotizzo che nei due giorni del week end siano passate oltre centomila persone su via San Gregorio Armeno».



Con grandi affari per i pastorai.



«Errore, perché il caos non invita a comprare. Quella ressa non ha portato grandi introiti ai pastorai. Ci sono andati bene solo i ristoratori...».



Il problema è sollevato. La soluzione quale potrebbe essere?



«Ho parlato con il Comune. Ho chiesto l’apertura di un tavolo per affrontare l’emergenza del prossimo fine settimana. Bisogna stabilire percorsi pedonali precisi, occorre far rispettare quei percorsi per fare in modo che la calca possa muoversi in maniera più fluida, senza blocchi. Poi sarebbe necessario installare bagni chimici: i turisti cercano servizi pubblici che in questa zona sono inesistenti».



Questa è una ipotesi per il prossimo week end della’Immacolata. Ma progetti più strutturati e definitivi quali potrebbero essere?



«Ce n’è uno solo: far pagare l’accesso a via San Gregorio Armeno».



Cioè voi ipotizzate di far pagare un biglietto per passeggiare lungo la strada dei presepi?



«È come se si visitasse un’area museale. Per vederla bisogna pagare. E così entrerebbe solo chi è realmente interessato».



E quanto costerebbe il biglietto?



«Non pensiamo a cifre enormi. Io penso che un euro sarebbe la cifra giusta».



E questi soldi in quali tasche finirebbero?



«No, forse non ci siamo capiti. Noi non vogliamo nemmeno sfiorarlo quel denaro: il nostro progetto prevede che finisca tutto nelle casse del Comune, ma i soldi dovrebbero essere vincolati. Ogni centesimo che entra dai biglietti per San Gregorio deve essere reinvestito lì. Così potrebbe essere cancellata ogni forma di degrado: ci sarebbero percorsi ben chiari, personale per far affluire e defluire le persone, magari potrebbero essere costruiti punti informazione e bagni pubblici...».



Lei si rende conto che questa proposta è praticamente inattuabile?



«Io credo che un bene vada protetto in ogni maniera. San Gregorio Armeno è un patrimonio di tutta Napoli e la città sarebbe felice di questa iniziativa».



Magari i napoletani che devono passare di lì per andare a casa o al lavoro non sarebbero felici.



«Il biglietto sarebbe riservato solo ai turisti: ai napoletani basterebbe mostrare la carta d’identità per poter liberamente transitare»