Reddito di cittadinanza, meno domande: ora i controlli funzionano

Da gennaio a febbraio crollo dei sussidi. Pesano la stretta e la perdita dei requisiti

Avvisi alle Poste sul Reddito di cittadinanza
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di Valerio Iuliano
Martedì 28 Marzo 2023, 23:45 - Ultimo agg. 30 Marzo, 07:11
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I beneficiari del Reddito di cittadinanza sono nettamente diminuiti a febbraio. Da una parte sono crollate le domande per la concessione del sussidio. Dall’altra i controlli sui percettori hanno determinato un elevato numero di casi di decadenza: quasi 100mila sul totale dei 184mila che da gennaio a febbraio hanno perduto il godimento del beneficio. 

Dal tradizionale resoconto mensile dell’Inps, si ricavano dati particolarmente significativi se confrontati con i mesi precedenti. Al termine del primo mese del 2023 erano in tutto 1milione83mila160 i nuclei familiari che beneficiavano della misura contro la povertà, senza contare i titolari di pensione di cittadinanza. Alla fine di febbraio, i nuclei percettori sono diventati 899mila. Un calo frutto delle esclusioni operate in tutta Italia, conseguenza dell’intensificarsi dei controlli incrociati sui possessori di “card gialla”.

La regione con il calo più consistente, in termini percentuali, è la Lombardia, con il -23,6 per cento. Sono oltre 16mila i lombardi che, nel giro di un mese, hanno perduto il reddito di cittadinanza.

Seguono a ruota il Lazio -21,1 per cento e il Piemonte (-20,6). Al Sud il fenomeno è leggermente meno accentuato, ma pur sempre rilevante. In Campania e in Calabria si registra una percentuale identica, il –14,4%. Mentre la Sicilia si ferma al -12,6 per cento. Nella distribuzione per macro-aree, è ancora il Mezzogiorno a fare la parte del leone. Oltre due terzi dei percettori risiede ancora nelle regioni meridionali, con la Campania saldamente al comando della graduatoria. Al Sud si registrano importi medi mensili più elevati, con la Campania a quota 661 euro, a fronte della media nazionale di 598 euro. 

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Quello della Campania è un caso emblematico della complessiva perdita di appeal della misura. Da gennaio a febbraio 2023, sono 35mila162 i cittadini che non ricevono più il bonifico Inps. Il calo della Campania è impressionante soprattutto se confrontato con i numeri dell’anno precedente. Nel 2022 sono stati 328mila242 i campani che hanno percepito almeno una mensilità. A febbraio 2023 il totale è sceso a quota 212mila, di cui 138mila nella sola provincia di Napoli.

Il crollo dei percettori della misura è stato determinato da due fattori. L’Inps rileva anzitutto un fenomeno che era impossibile prevedere fino a qualche mese fa, ovvero il nettissimo calo delle domande. Nei primi due mesi dell’anno se ne contano 90mila287 in Italia, contro le 261mila378 dello stesso periodo del 2022 con un calo del 65,23%. Ancora più significativo un altro dato. A gennaio le domande sono state 88mila184 e a febbraio se ne sono registrate poco più di 2mila. Il dato risente della mancata presentazione di una quota di Dsu (le dichiarazioni sostitutive uniche) necessarie entro gennaio per mantenere il beneficio, ma anche della ripresa economica che ha consentito a una parte dei beneficiari - soprattutto al centro-Nord - di trovare un’occupazione. 

Probabile che nella mancata presentazione delle Dsu abbia pesato anche il timore di molti di non rientrare nei parametri del nuovo sussidio allo studio del governo. Il calo delle domande si spiega, comunque, anche con il sostanziale assestamento della platea dei beneficiari. Il calo si registra soprattutto nella platea dei single, calati del 14,3% da gennaio a febbraio. Tuttavia il fenomeno si spiega anche con l’alto numero di domande decadute. Si tratta di quei percettori del Rdc ai quali è stato negata l’erogazione del sussidio, dopo averne beneficiato per un certo numero di mesi.

Nei quartieri di Napoli, ad esempio la decadenza ha riguardato un numero cospicuo di percettori. Le ragioni dello stop al sussidio sono molteplici. «In molti casi - spiegano dall’Inps - si tratta di soggetti che, alla scadenza dei 18 mesi dalla prima erogazione, hanno dovuto ripresentare la domanda, che però non è stata accolta». 

Il mancato accoglimento può avere numerose motivazioni. La più frequente è che il soggetto non disponga più dei requisiti Isee per ottenere il sussidio, a causa di un cambiamento della sua condizione reddituale. Un altro esempio è quello del percettore che lavora in “nero” e perciò viene disposta la decadenza.

Un “taglio” frutto delle ispezioni effettuate dall’Inps, dalle forze dell’ordine o dell’ispettorato del Lavoro. Solo in Campania si sono verificati oltre 21mila casi di decadenza nei primi due mesi dell’anno. Piuttosto frequenti anche i casi di revoca del sussidio, che vengono disposti, ad esempio, per la presenza di misure cautelati o condanne in via definitiva per un componente del nucleo familiare. O per l’indicazione di una residenza fittizia. 
 

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