Regionali Campania 2020, la mossa dei Cinquestelle: patto con Dema per stringere il Pd

Regionali Campania 2020, la mossa dei Cinquestelle: patto con Dema per stringere il Pd
di Valentino Di Giacomo
Sabato 22 Febbraio 2020, 23:00 - Ultimo agg. 23 Febbraio, 18:50
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L’hanno ribattezzata la mossa della tenaglia: prima chiudere un accordo con de Magistris, poi eventualmente con il Pd. È la strategia del Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni regionali. Il sindaco, intanto, guarda interessato ai movimenti assai fluidi di queste ore perché potrebbe così trovare un’opportunità per il suo futuro politico quando ormai manca un anno alla fine del suo mandato da primo cittadino. 

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«La mossa di lanciare Costa come nostro candidato ha funzionato, ora per arrivare all’obiettivo di averlo come nostro candidato in Campania dobbiamo prima coinvolgere de Magistris». È primo pomeriggio in un bar di Secondigliano, lì dove il Movimento 5 Stelle venerdì scorso ha chiuso la campagna elettorale per il proprio candidato alle suppletive per il Senato, Luigi Napolitano. Sorseggiando un caffè, tra militanti con bandiere e volantini, ci sono un bel po’ di parlamentari M5s: Luigi Iovino, Angelo Tofalo, Laura Castelli, Francesco D’Uva, Vincenzo Presutto. Poco più in là ad ascoltare c’è il nuovo capo politico M5s, Vito Crimi, che origlia distrattamente le conversazioni dei suoi mentre qualche simpatizzante gli chiede un selfie. Nelle frasi sottovoce dei grillini c’è la strategia per costringere il Pd a mollare Vincenzo De Luca e obbligarlo ad appoggiare l’attuale ministro dell’Ambiente, Sergio Costa. Più che chiacchiere da bar, quelle dei grillini sembrano vere e proprie tattiche. E quale migliore occasione di poter fissare le prossime mosse in una giornata in cui a Napoli ci sono diversi parlamentari e pure il capo politico? «Se de Magistris appoggia definitivamente Costa – fa notare Luigi Iovino, facilitatore regionale e dimaiano – a quel punto saremmo già una coalizione importante. Il Pd può decidere di appoggiare ancora De Luca, ma con la consapevolezza che almeno a Napoli perderebbe tanti voti». Pur senza andare nello specifico delle previsioni delle percentuali, viene fatto notare come il sindaco abbia una buona riserva di voti soprattutto in città. La mossa è semplice: stringere prima un patto d’acciaio con Dema e poi attendere che il Pd arrivi a più miti consigli su Costa. Proprio giovedì il capo politico M5s, Vito Crimi, ha ribadito che i democrat non hanno ancora dato una risposta, ma che anzi dal Nazareno sembrano orientati a difendere la candidatura di De Luca. «In realtà – spiega Iovino – de Magistris ha già dato il suo via libera a Costa, attende solo di capire se tutti convergeranno». 
 


In realtà chi è vicino al sindaco di Napoli fa capire che l’accordo non è chiuso affatto. La figura di Costa è apprezzata, non fosse altro che per la sua pregressa attività da Generale dei carabinieri e le tante operazioni svolte nella terra dei fuochi. In realtà lo stesso de Magistris è però anche lui in una posizione di attesa e preferisce non sbilanciarsi. Si attende il voto di oggi delle suppletive: se Ruotolo, candidato di Pd e Dema, riuscisse a prendere il seggio per il Senato, allora il sindaco sarebbe pronto ad intestarsi la vittoria. E nel computo delle trattative non viene escluso che a quel punto potrebbe lanciarsi egli stesso nella mischia. Già la settimana scorsa a chi chiedeva al sindaco di questa eventualità, de Magistris replicava di essere «un uomo che unisce». Non solo, ma nei vari piani che si studiano in queste ore a Palazzo San Giacomo, non viene esclusa la possibilità che il tavolo tra Pd e M5s possa saltare definitivamente. Uno scenario che indurrebbe Costa a fare un passo indietro, preferendo di salvaguardare il suo posto al Ministero dell’Ambiente, mentre de Magistris fare un passo avanti e lottare alle elezioni per prendersi la poltrona di governatore con l’appoggio M5s. Mal che vada il sindaco avrebbe comunque un seggio assicurato in Consiglio regionale. Per ora si tratta di un’ipotesi allo studio, ma coltivando l’antico rapporto con il presidente della Camera, Roberto Fico, è uno scenario complesso ma tutt’altro che impossibile.
Molto dipenderà dalle mosse del Pd e dell’attuale governatore.

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