Vincenzo De Luca e il terzo mandato: il governatore prepara il tris grazie a un buco della legge elettorale

Vincenzo De Luca e il terzo mandato: il governatore prepara il tris grazie a un buco della legge elettorale
di Luigi Roano
Mercoledì 4 Agosto 2021, 23:56 - Ultimo agg. 6 Agosto, 08:59
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Il presidente della Regione Vincenzo De Luca è stato chiaro quando a proposito del possibile terzo mandato ha detto «faremo una legge elettorale per la Campania entro l’anno». Il tema è proprio questo, cioè che la Campania non ha una legge elettorale e le Regioni sono tenute a tenerla. Un dato che va tutto a suo vantaggio. Cosa significa? C’è una legge di livello nazionale del 2004 che detta disposizioni in base alle quali i governatori non devono superare il limite dei due mandati. Ma si tratta di principi e basta, perchè la stessa legge demanda alle singole Regioni la facoltà di farsi la propria legge elettorale per tradurre in atto concreto i principi. Il ragionamento è questo: De Luca nel suo primo mandato non ha varato nessuna legge elettorale (se per calcolo o per altri motivi questo lo sa solo lui) posticipandola a questo secondo mandato. La diavoleria sta nel fatto che non essendo retroattiva la legge nazionale lo sbarramento del doppio mandato non scatta al termine di questo quinquennio, ma da quello successivo, cioè 2025-2030 perchè la legge della Campania De Luca la farà quest’anno. 

Le parole di De Luca del resto sono state chiare quando ha rilanciato 48 ore fa il tema del terzo mandato: «Faremo quello che hanno fatto la Regione Veneto e altre Regioni.

Da quando si approva la legge elettorale della Campania scatta la norma dei due mandati, niente di particolarmente innovativo. È una linea già segnata da qualche altra Regione». Il riferimento a Luca Zaia presidente del Venero è molto chiaro. Con la legge elettorale della Campania De Luca lancia l’Opa sul terzo mandato all’ente di Santa Lucia. Giusto? Sbagliato?

Dipende dalla prospettiva da cui la si vede. Il silenzio delle opposizioni in Consiglio regionale - tranne quello dei 5S - un timido «non è all’ordine del giorno», la dicono lunga su come un accordo di massima su questo versante di fatto già sia stato trovato. Non è nemmeno un caso che De Luca citi come esempio Zaia che veste i panni della Lega quindi sta nel centrodestra. Se si guarda la vicenda dall’ottica di De Luca - - come raccontano i deluchiani si può dire che il governatore è stato intellettualmente onesto. Poteva conservarsi questa chance del terzo mandato rinviando il varo della legge nella fase finale della legislatura, invece gioca a carte scoperte con quattro anni di anticipo. Come dire agli avversari esterni e interni: «Avete quattro anni per tirare fuori un candidato che volete di più?».

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Il tema a questo punto è squisitamente politico e la palla passa nel campo dei partiti e siccome De Luca veste la casacca del Pd ed è nel centrosinistra toccherà a quel lato della politica gestire una vicenda del tutto legittima sotto il profilo legale e amministrativo e che potrebbe invece essere pruriginosa sotto il profilo dell’opportunità. Un tabù - quello del terzo mandato va detto - che anche il M5S sembra avere superato. Pur di non lasciare fuori dalle Camere big del calibro di Roberto Fico e Luigi Di Maio. Il ragionamento su De Luca va allargato. Perché magari il governatore sta opzionando il terzo mandato alla Regione per trattare sul tavolo del centrosinistra qualche seggio in Paramento nel 2023. Il prossimo Parlamento sarà con 600 deputati e non più 915, trovare un seggio sarà molto più difficile. De Luca fa parte del Pd, ma spesso è andato in direzione opposta e contraria, nella sostanza è una parte politica a se stante collocata nei dem. Con la quale il partito deve fare i conti. Perchè in Campania a tenere alta la bandiera del Pd negli ultimi 10 anni ci ha pensato lui, a Napoli il Partito democratico in questi mesi si sta ricostruendo ma alle ultime comunali era sceso sotto il 10%. Anche in questa logica va letta l’intenzione di De Luca di lanciare nell’agone della campagna elettorale per le comunali la bomba del suo terzo mandato.

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