La foto di Ursula Von der Leyen, Giorgia Meloni e Stefano Bonaccini mentre sorvolano la Romagna alluvionata dimostra due cose: l’Europa c’è e i rapporti tra il presidente del Consiglio e quello dell’Emilia Romagna sono eccellenti.
Bruxelles staccò un assegno di 600 milioni di euro nel 2021 per una alluvione tedesca più drammatica di questa e quindi c’è da aspettarsi una cifra comunque di qualche consistenza.
Il governo ha già stanziato due miliardi per l’emergenza distribuendoli tra famiglie, imprese e professionisti di ogni genere.
Una cifra simile e così articolata a qualche giorno dall’evento catastrofico non fu stanziata nemmeno per il terremoto dell’Aquila.
Ma questa è emergenza ed è scontato che se ne occupi il presidente della regione anche se dopo il terremoto aquilano Bertolaso fu commissario per dieci mesi. Diverso e più scivoloso è il discorso sulla ricostruzione che impegnerà tanti miliardi e non pochi anni.
Si aggiunga un ragionamento politico, forse inelegante, ma realistico. Bonaccini è un importante esponente del Pd, è stato candidato anche alla segreteria del partito, e quasi certamente scenderà in campo alle elezioni europee dell’anno prossimo. Tra due anni si vota inoltre per le regionali emiliane. Un governo di centrodestra farà gestire a un leader della sinistra, seppure bravo amministratore, una cospicua quantità di miliardi senza alcun controllo politico centrale?