Zhou e le mani allenate grazie alle arti marziali. La figlia: gli è andata bene

Zhou e le mani allenate grazie alle arti marziali. La figlia: gli è andata bene
Zhou e le mani allenate grazie alle arti marziali. La figlia: gli è andata bene
di Raffaella Troili
Mercoledì 6 Novembre 2019, 00:18 - Ultimo agg. 19:27
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«Chissà cosa gli ha preso. È così mite. Forse perché da giovane ha fatto arti marziali, ma gli è andata bene, non doveva reagire». La figlia, i fratelli, le nipoti, tutti i familiari che alla spicciolata arrivano al Policlinico Umberto I, a Roma, non si spiegano perché Zhou Chaokang, 56 anni, abbia avviato una colluttazione con i rapinatori. Una ribellione che poteva costargli cara. Nel bar tabacchi c’erano la moglie, una delle figlie, anche clienti.

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LA CORSA
Arriva in ospedale la figlia Elena si rasserena appena le dicono che non è grave, è stato preso alla gamba ma è tutto a posto: sottoposto a un’operazione - il colpo di pistola entrato nella gamba gli si era poi conficcato nell’addome - non rischia la vita. Non sanno che un uomo, uno dei rapinatori, è morto, alla notizia si rattristano, nella concitazione sono corsi in ospedale senza leggere nulla, solo spaventati. «Mio padre è da trenta anni in Italia, siamo una grande famiglia molto unita. Lavora nel bar con un’altra figlia, prima ha lavorato come ristoratore a Torrevecchia».

MAI SUBITO RAPINE
«Rapine? - prende la parola il fratello Zhou Chaohua - Mai fino ad ora. È amato e conosciuto da tutti ed è molto tranquillo, come siamo tutti noi». I due fratelli di Zhou Chaokang fanno su e giù nell’androne in attesa di notizie. I parenti arrivano spaventati: «Mi hanno avvertita , ho tolto il pigiama e sono corsa qui. Come sta zio?». Parlano tutti un perfetto italiano, i giovani anche con una lieve cadenza romana, anche se poi tra loro riprendono fitto fitto a parlare cinese. «Ma che si fanno le rapine anche nei bar, ora?», sfugge a un fratello. «Siamo sempre stati tranquilli, io abito a San Pietro, ma siamo sempre tutti insieme, molti uniti».

L’altra figlia, che era presente nel bar tabacchi di via Ciamarra, è sconvolta. Ha negli occhi quel che ha visto nel monitor delle telecamere interne al locale. «Stavo nel retro, in uno stanzino - ricorda spaventata - quando ho guardato in alto. C’erano quei due e soprattutto c’era mio padre che litigava con uno di loro. Non lo dimenticherò mai. Ho sentito i colpi e sono corsa di sopra: ho visto l’uomo steso a terra, papà era ferito, mentre l’altro stava provando a scappare». Con la mamma rimarrà a lungo nel negozio per spiegare nei dettagli agli agenti di polizia cosa è avvenuto. La reazione di Zhou Chaokang ha spiazzato tutti. «Non doveva farlo, davanti a una pistola è meglio non reagire mai. Gli è andata bene», ripetono tutti, mentre attendono di vederlo.

SOTTO CHOC
Chi riesce a entrare dice che è sotto choc, parla poco ma sorride e dice «Tutto a posto, tranquilli». Anche Elena, la prima a riuscire a entrare esce dal Pronto soccorso sollevata, lo sguardo più rilassato, un lieve sorriso. «La pistola non ha fatto danni, non è grave». Non conosceva i due rapinatori, non aveva mai subito altri raid o rapine. Fino a ieri sera quando due banditi gli si sono parati davanti e lui forte delle antiche lezioni di arti marziali ha deciso di difendere chissà a modo suo d’istinto la famiglia, i clienti, l’incasso del locale che porta avanti da dieci anni.

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