Nicola, sedicenne di Scampia: «Io, ex bullo salvato dalla Nunziatella»

Nicola, sedicenne di Scampia: «Io, ex bullo salvato dalla Nunziatella»
di Giuliana Covella
Giovedì 13 Febbraio 2020, 23:02 - Ultimo agg. 14 Febbraio, 13:37
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«Studiate, non seguite le cattive influenze. Prima ero una “testa calda”. Ma quando si è bulli non si è accettati dalla gente e si rimane soli. Il mio futuro? In sala operatoria a salvare vite umane». Nicola, 16 anni, studente con la media del 9, è nato e cresciuto a Scampia, dove fino a pochi anni fa era un bullo della sua scuola. Oggi, in divisa da cadetto, il ragazzo è un allievo della Nunziatella, dove studia dallo scorso settembre dopo aver vinto un bando di concorso sbaragliando centinaia di concorrenti. «I posti erano 90 - spiega mentre è seduto nella stanza del maggiore Nicola Dell’Anno - eravamo 1.600 candidati da tutta Italia. Sono felice di essere entrato a far parte di questa prestigiosa Scuola militare che è la mia seconda casa». «Grazie a una borsa di studio della Fondazione Artemisio Nicola ha potuto proseguire il suo percorso formativo - afferma Rosalba Rotondo, dirigente scolastica dell’istituto Alpi-Levi - e oggi si avvia ad essere un talento della Nunziatella». Le fa eco il comandante della Scuola, colonnello Amedeo G. Cristofaro: «Qui accogliamo l’ardore, l’esuberanza e la curiosità tipiche della gioventù per rilanciarle verso mete di eccellenza. Obiettivo principale è formare futuri allievi delle Accademie militari e, più in generale, cittadini consapevoli e partecipi alla vita del Paese».

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Spirito di sacrificio, senso del dovere, dedizione: sono i valori che hanno spinto anche Nicola a compiere la scelta di servire la patria, come un buon soldato. Occhi scuri, fisico atletico e un’intelligenza fuori del comune, Nicola appare più maturo dei suoi 16 anni. «Sono stato costretto a crescere in fretta dopo la morte di mia madre per un cancro, quando avevo 12 anni - racconta - e ho dovuto accudire il mio fratellino, che oggi ha 13 anni, e nostro padre, che è disoccupato». Ma com’è nata la favola di Nicola, che dalla periferia nord di Napoli è oggi tra le eccellenze della prestigiosa Scuola militare dell’Esercito? «Sono arrivato qui il 13 settembre - ricorda - Da qualche anno mi ero appassionato a questo tipo di vita, guardavo i giuramenti su Youtube, come battevano i tamburi o come sfilavano. Oggi so di aver fatto la scelta giusta, perché mi sento realizzato». Ha studiato tanto Nicola, a partire dalla scuola media inferiore, grazie alla preside Rotondo. «Ho frequentato fino all’anno scorso il liceo scientifico Elsa Morante, poi ho avuto accesso alla Nunziatella quest’anno, dopo aver superato il concorso». Ex bullo, il ragazzo è stato da subito accettato dagli altri cadetti: «L’impatto è stato positivo. La prima volta che hanno saputo che ero di Scampia si sono meravigliati. Mi guardavano straniti chiedendomi “ma come? Il posto dove sparano, ci sono le Vele e si spaccia?”. Perché nell’immaginario comune questa è l’idea che si ha del mio quartiere. Senza sapere che a Scampia ci sono tante persone oneste e altrettante realtà positive come parrocchie e associazioni». Appassionato di musica Nicola ha imparato a suonare la chitarra da autodidatta: «Ho tenuto lezioni ai bambini della mia scuola e oggi suono questo strumento nel Coro liturgico della Nunziatella». In quinta elementare il giovane ha incontrato Papa Francesco, a cui ha dedicato insieme agli altri bambini di Scampia “’O sole mio”: «D’improvviso vidi venirmi incontro questa figura che mi baciò sulla fronte. Non lo dimenticherò mai». Ma la vita di Nicola non è stata sempre felice. «Potrei dividerla in due fasi - dice - la prima un po’ delinquenziale perché ero aggressivo con i compagni. Ma mi hanno salvato la scuola, la fede e la musica».
 

 

Dai voti bassi («avevo la media del 5»), tutto cambia dopo la morte della madre: «Iniziai a studiare e ad amare materie come la matematica, la mia preferita, ma anche la biologia». Da quest’ultima nasce, più in generale, la passione di Nicola per la medicina. «Alle medie litigai con un compagno di classe - ricorda - che mi fratturò i denti e mi costrinse ad andare al pronto soccorso, dove mi “innamorai” di quei “camici bianchi” che si prendevano cura degli altri». Da allora il 16enne insegue un sogno: diventare ufficiale medico specializzato in chirurgia cardiovascolare. «Vorrei lavorare negli ospedali da campo in territori di guerra. Perciò spero di accedere all’Accademia dell’esercito a Modena».
Ma quando ha capito di voler aiutare il prossimo? «Mamma era in fin di vita e la vedevo soffrire per quel cancro tra polmone sinistro e cuore. Allora cercavo di alleviare il suo dolore facendole massaggi, accarezzandole i capelli, ma soprattutto volevo capire quella malattia e ho consultato tanti libri di medicina, tra cui quelli di Leonardo da Vinci», conclude mentre torna a studiare per diventare un medico.

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