Sogni azzurri di grandezza al test Roma-caos

di Francesco De Luca
Sabato 4 Luglio 2020, 23:10
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Fonseca, l’allenatore che ai tempi in cui dirigeva lo Shakhtar Donetsk si travestì da Zorro per celebrare il passaggio agli ottavi di Champions (ai danni del Napoli di Sarri), non riesce più a lasciare il suo segno. La Roma è allo sbando anche in campo, perché da tempo la società è fuori controllo, sommersa da debiti e contestazioni, con la proprietà distante non soltanto fisicamente. Stasera arriva al San Paolo con un vantaggio di tre punti sul Napoli ma la classifica degli umori va letta al contrario. Perché nella Roma c’è il caos senza futuro e nel Napoli invece la serenità delle grandi aspettative, dopo la conquista della Coppa Italia, tra la sfida di Barcellona tra un mese e gli obiettivi per la prossima stagione.

Il presidente della Roma, Pallotta, ha insultato la squadra dopo la sconfitta contro l’Udinese all’Olimpico, la settima nelle tredici partite di questo tormentatissimo 2020: «Una vergogna». Da anni ascolta insulti peggiori da parte di una tifoseria in subbuglio, stanca di vedere i giocatori migliori andar via - oltre ai dolorosi congedi di Totti e De Rossi - a causa della pesantissima situazione finanziaria (bilancio in rosso per 124 milioni, l’indebitamento è salito a 280) e di non vedere all’orizzonte un nuovo proprietario, perché Friedkin sembra essersi defilato proprio quando si stava avvicinando il closing. C’è troppa confusione nella Roma e ne sta pagando le conseguenze anche un bravo allenatore come Fonseca. Presente e futuro del Napoli, invece, possono essere visti secondo altre prospettive, dopo l’apertura del ciclo di Gattuso, a cui De Laurentiis ha affidato un ampio mandato ricevendo subito in cambio una sorta di sanificazione dello spogliatoio e un trofeo. 

Roma e Napoli si trovano a netta distanza dalla Juve ma anche dall’Atalanta e dall’ultimo posto utile per la Champions. Negli ultimi anni sono state le più dirette rivali della Juve, arrivando tre volte a testa al secondo posto. Un cammino simile. Ma solo apparentemente. Roma e Napoli hanno seguito percorsi tecnici e finanziari diametralmente opposti, perché le cessioni di Pallotta sono state un obbligo per sistemare i bilanci, quelle di De Laurentiis una scelta, avendo una riserva di 145 milioni, secondo quanto certificato il 30 giugno 2019. E, quando importanti azzurri sono partiti perché lo consentiva la clausola rescissoria (Lavezzi, Cavani e Higuain), con i milioni incassati sono state costruite squadre che hanno ripetuto, se non migliorato, i risultati. Pallotta, che gestisce la Roma dall’altra parte del mondo, ha fatto inutili rivoluzioni, lasciando sempre pensare al popolo romanista di essere sbarcato nella Capitale soltanto per il business dello stadio, poi arenatosi. De Laurentiis ritiene prioritario lo scudetto dei bilanci - e il Napoli rappresenta un unicum nel panorama calcistico italiano dopo la pandemia, tant’è che è il solo club a non avere tagliato gli stipendi ai calciatori - ma vorrebbe finalmente vincere anche quello sul campo.

La nuova sfida per il primato, annunciata dopo la conquista della Coppa Italia, si sostanzia con acquisti importanti - l’accelerazione per il giovane attaccante nigeriano Osimhen è indicativa perché altrimenti De Laurentiis non sarebbe venuto fuori così allo scoperto - e la riconferma di uomini cardine come Mertens, che spiega nell’intervista concessa a Pino Taormina oggi sul Mattino le ragioni che lo hanno portato a confermare il patto d’amore con il Napoli.
Tra i primi di questi motivi per Dries c’è la presenza di Gattuso, che non avrà - da allenatore, s’intende - il curriculum di Fonseca ma ha creato una realtà già solida, al punto da vincere al primo colpo un titolo mentre lo Zorro originario del Mozambico è in grosse difficoltà, con lo spogliatoio che dubita fortemente dei suoi sistemi di allenamento e delle sue tattiche, anche se Pallotta dagli States ha ribadito «pieno sostegno» al tecnico. Mertens spiega che è incoraggiante il feeling che c’è tra Rino e De Laurentiis. Gattuso ha affrontato problemi complessi nei primi due mesi, poi ha tirato fuori il migliore spirito del Napoli e vuol rivederlo stasera contro la Roma (per agganciarla al quinto posto), dopo quella caduta a Bergamo che lo ha indispettito. Non che credesse di poter riaprire la lotta per il quarto posto, però agli azzurri chiede il definitivo salto mentale per poter vincere o perdere sempre da grandi.
 
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