Stalking, perché le pene non bastano

di ​Massimo Krogh
Giovedì 17 Maggio 2018, 22:59
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Apprendiamo dalla stampa (La svolta – stalking… “Il Mattino” 15.5.2018) che è finalmente in arrivo il braccialetto elettronico, tra giorni avrà una presentazione ufficiale e sarà operativo dal prossimo agosto come antistalking. Buone notizie, ma occorrerebbero i fatti che da noi non sempre si fanno vedere. Si fa vedere, invece, la burocrazia, che dell’Italia ha sempre fatto il suo salotto: per applicare il braccialetto occorre un provvedimento del magistrato, dunque si aggiunge la giustizia dei cui tempi siamo tutti edotti. Si farà in tempo ad evitare l’eventuale femminicidio? Tristi battute a parte, non sembra superfluo ricordare che della non risolta applicazione del braccialetto già si parlò al tempo dei governi D’Alema, Berlusconi, ed anche Monti attraverso il ministro Severino. Eppure siamo ancora a questo punto. 
Non sarebbe più pratico affidarne l’applicazione ai commissariati? Sarebbe ma non si può per motivi di ordine giudiziario e costituzionale. Il braccialetto, nell’immaginoso patrimonio delle nostre leggi, è anche una condizione sospensiva della custodia cautelare in carcere (art. 275 bis c.p.p.). Se il detenuto accetta di indossarlo, la detenzione in carcere viene sospesa e sostituita con la detenzione domiciliare. Dunque, anche per motivi costituzionali, è materia dove il magistrato non può mancare; deve perciò restare, con i suoi tempi che come dicevo tutti conosciamo.
Proviamo a parlare obiettivamente. Il braccialetto elettronico è uno strumento sociale ed anche uno strumento processuale. Sociale, in quanto consente di difendersi dagli atti persecutori (art. 612 bis c.p.), appunto dallo stalking; processuale in quanto può ridurre il sovraffollamento delle prigioni, consentendo il passaggio ai domiciliari del detenuto, controllabile mediante il braccialetto.
Negli Stati Uniti e altrove in Europa, ora anche nella sorella Spagna (come apprendiamo sempre da “Il Mattino”), è operativo con successo da anni ed è utilizzato per contrastare varie categorie di reati, rapine, violenze in famiglia, reati sessuali. Può essere applicato anche ai minori a partire dai sedici anni di età ed ha la dimensione di un orologio da polso.
Oggi che il femminicidio sta diventando un morbo sociale infettivo, si presenta più che mai necessario un uso ben organizzato del braccialetto, quale difesa all’altezza dei tempi. Il codice consente la possibilità del controllo elettronico nel caso del distacco dalla casa familiare, per vigilare sulla sicurezza delle donne (art. 282 bis c.p.p.).
Il femminicidio capovolge il dettato evangelico ed eticamente naturale secondo cui ciascuno dovrebbe amare il proprio prossimo come se stesso. A riguardo di questo funesto fenomeno, non può nascondersi che il concetto della donna come soggetto di diritti pari all’uomo è molto declamato, ma non parrebbe un patrimonio consolidato in qualche parte del mondo maschile che definirei “mascolino”. Il maschilismo è una specie di dogma difficile da smontare, persino nella vita spirituale, si pensi alla santissima Trinità; persino la virtù è di sesso maschile, deriva infatti dal latino vir che significa uomo. Questo divario ha i suoi riflessi anche sul femminicidio, che altro non è se non la volontà di ribadire con la violenza estrema una propria supposta superiorità. Temo che le pene non bastino, senza una crescita culturale.
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