Eruzione a Stromboli, allerta arancione: «Non uscite di casa». E ora fa paura lo tsunami

Eruzione a Stromboli, allerta arancione: «Non uscite di casa». E ora fa paura lo tsunami
di Cristina Cennamo
Lunedì 10 Ottobre 2022, 00:00 - Ultimo agg. 16:41
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Non c’è pace in questo lungo e funesto 2022 per l’isola di Stromboli costellato da incendi e frane: ieri infatti già a partire dalle otto e mezza del mattino i vulcanologi hanno osservato un incremento dell’attività che «ha raggiunto livelli alti in corrispondenza del flusso piroclastico». Insomma, Iddu è tornato a farsi sentire: la colata lavica ha raggiunto il mare e il contatto con l’acqua ha sollevato intense nubi di vapore visibili anche dalla frazione di Ginostra. Nulla di nuovo se non ci fosse poi stato il crollo parziale di quella che i tecnici definiscono la terrazza craterica, ovvero l’orlo, con conseguente segnale sismico di ben tre minuti e uno “tsunami” di due centimetri registrato alle 9.24. Abbastanza per destare l’attenzione delle istituzioni e della Protezione civile della Regione Siciliana, che nel pomeriggio ha diramato un dispaccio di allerta passato dal giallo all’arancione. L’attività vulcanica in corso a Stromboli veniva definita di intensità alta. Tutto questo significa che se l’eruzione prosegue ci potranno essere altre piogge di cenere, di pietre, di massi se non anche onde di maremoto. La Protezione civile parla di potenziale disequilibrio del vulcano.


Uno scenario decisamente spaventoso per chi non è abituato a vivere alle pendici di un vulcano sempre attivo, ma non altrettanto per chi accanto a quel vulcano è nato o ha scelto di viverci: sull’isola, infatti, la vita prosegue con le dovute accortenze ed attenendosi alle direttive emanate dalla Protezione civile. In primis l’imperativo: non uscire da casa e allontanarsi da porte e finestre, in quanto lo spostamento d’aria causato da eventuale esplosione potrebbe rompere i vetri, e nell’eventualità ripararsi sotto un tavolo o un muro più spesso evitando di ricoverarsi sotto verande e tettoie.

Proteggersi la testa, la bocca, il naso e gli occhi dalla cenere, cercando riparo possibilmente all’interno di un edificio in caso di pericolo, allontanarsi rapidamente dalla costa verso il largo se ci si trova in barca, assicurarsi di avere con se un cellulare con batteria carica e luce di emergenza a batteria. Se la situazione dovesse evolversi negativamente, la Protezione civile si raccomanda di attendere il personale addetto ai soccorsi e di comunicare tempestivamente a parenti e amici la propria posizione, mentre per eventuali richieste di soccorso sono attivi il numero unico 112, la Sala operativa regionale al numero 80040.40.40 o ai numeri 3316285565, 3355355411, 3357610644 per richieste di intervento o segnalazioni criticità. 

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«Ma tutto questo in caso di peggioramento della situazione», spiega il neosindaco di Lipari Riccardo Gullo, che con estrema serenità commenta: «Parliamo di Stromboli, la nostra estasi ed il nostro tormento, che fa il suo mestiere di vulcano in attività. Sono fenomeni che osserviamo continuamente, nelle prossime ore valuteremo se dichiarare uno stato diverso da quello dell’emergenza. La Sciara del fuoco ci preoccupa sempre un po’ perché una quantità maggiore di detriti si potrebbe riversare in mare suscitando un altro effetto tsunami. Ma abbiamo già adottato i primi accorgimenti, invitando la popolazione a evitare di avvicinarsi troppo al vulcano, a essere cauti in tutte le azioni quotidiane. L’autorità marittima sta lanciando messaggi per evitare di far avvicinare imbarcazioni: tutto quello che si poteva fare è stato fatto e per ora non registriamo nessun danno a persone o cose. Al momento ci sono 500 residenti che sono abituati e sanno cosa fare, i turisti rappresentano un maggiore problema ma i Carabinieri sono già saliti all’osservatorio per vedere se qualcuno avesse malauguratamente tentato la scalata. Se ci fosse necessità io stesso andrei subito a Stromboli per coordinare in maniera diretta e più efficiente le operazioni, ma per ora sono nel mio ufficio. A seconda dei casi sceglieremo il metodo migliore per intervenire, come mettere a disposizione una nave come abbiamo fatto già altre volte, anche se poi magari non è servita». 

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Certo, lo spettro dell’onda anomala fa sempre paura: il maremoto di cui parla il primo cittadino potrebbe nascere, come è accaduto in passato, dallo spostamento istantaneo di una grande massa d’acqua causato a sua volta da forti terremoti con epicentro in mare o vicino alla costa, da frane sottomarine o costiere, da attività vulcanica in mare o vicina alla costa e, molto più raramente, da meteoriti che cadono in mare. Fortunatamente per tutti, l’ultimo episodio degno di nota risale a parecchi anni fa. Ed anche in questo caso Gullo è serafico: «Noi eoliani – commenta - dobbiamo imparare a convivere con la natura. Il mio intento è fare in modo che questo vulcano sia più amato, più prevedibile e più vissuto. È una manifestazione meravigliosa della natura e dobbiamo imparare a conviverci». 
 

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