Scossa di terremoto nel golfo di Pozzuoli, è stata la più forte dal 2005

Il sisma avvertito fino a Licola e in molti quartieri napoletani

Il golfo di Pozzuoli
Il golfo di Pozzuoli
di Mariagiovanna Capone
Lunedì 6 Febbraio 2023, 00:00 - Ultimo agg. 7 Febbraio, 07:03
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La notte tra sabato e domenica è stata piuttosto movimentata ai Campi Flegrei. C’è stato infatti uno sciame sismico con un terremoto ben avvertito dalla popolazione e piuttosto energetico. L’evento più significativo è avvenuto all’1.45, con Magnitudo di durata pari a 3.0 (±0.3, cioè con un errore di più o meno 0.3) a una profondità di 4 chilometri e 500 metri con epicentro proprio al centro del golfo di Pozzuoli. Non a caso il terremoto, accompagnato da un boato, è stato avvertito nitidamente a Pozzuoli e Bacoli, ma anche nei comuni e nelle frazioni più lontane, cioè Monte di Procida, Arco Felice, Licola, Cuma, mentre a Napoli ha svegliato i residenti dei quartieri Bagnoli, Agnano, Fuorigrotta, Pianura, Soccavo e anche Vomero. I quattro eventi sismici che compongono lo sciame (iniziato all’1.44 e terminato all’1.59) hanno come epicentro lo specchio d’acqua davanti Pozzuoli e Bacoli.

Secondo «Hai sentito il terremoto», il questionario online dell’Ingv, ci sono state segnalazioni perfino da Ischia, Caserta, Cicciano e Vico Equense. Anche questa volta, come negli ultimi due mesi, la percezione dei cittadini, in particolare puteolani abituati al bradisismo, è che questo evento sia stato di intensità superiore rispetto a quella calcolata dall’Osservatorio Vesuviano, come dichiarato da centinaia di utenti del gruppo social “Quelli della zona rossa”, dove grazie alla competenza di molti sismologi dell’Ov si ricevono delucidazioni sulla complessa dinamica dell’area e sicuramente il panico non è un sentimento dominante. «Ormai ci siamo abituati, però è stata molto forte» o «Fortissima, tremava tutto» i commenti scritti sul gruppo e simili a centinaia di altri.

Per il Dipartimento di Protezione Civile viene considerato uno sciame sismico, tramite segnalazione dell’Osservatorio Vesuviano, una serie di 4 eventi in 30 minuti, di cui almeno uno con Md maggiore o uguale a 1.5, oppure 10 eventi in un’ora, con almeno uno con Md maggiore o uguale a 1.0.

Lo sciame sismico termina dopo almeno tre ore dall’ultimo evento registrato. Lo sciame di domenica notte è composto da quattro eventi iniziati all’1.44 e terminati all’1.59 (entro i 30 minuti quindi) di cui quello più intenso ha fatto ballare un’ampia area anche oltre i Campi Flegrei. La magnitudo durata massima è stata di 3.0, e tra i terremoti con epicentro a mare è sicuramente il più energetico dal 2019 in poi, ma da una rapida occhiata agli archivi anche dal 2005, cioè da quando è iniziata la crisi bradisismica in atto. 

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Protezione Civile Regionale e Osservatorio Vesuviano sono in continuo contatto per seguire l’evoluzione del fenomeno grazie al monitoraggio 24 ore su 24 come ha precisato più volte il direttore dell’Osservatorio Vesuviano Mauro Di Vito che proprio pochi giorni fa, in un incontro pubblico, ha rassicurato la popolazione flegrea, spiegando che «convivere con un vulcano in stato di unrest (cioè di disequilibrio proprio come i Campi flegrei) non è cosa semplice». Però questa convivenza, ha aggiunto, «può essere facilitata dalla conoscenza del territorio: sul sito dell’Ov pubblichiamo dati in tempo reale e bollettini e questo può aiutare a comprendere tali fenomeni». È attesa quindi per martedì la pubblicazione del bollettino del mese di gennaio per capire la velocità di deformazione, data in crescita nei bollettini settimanali, di quanto è aumentata rispetto ai precedenti 15±3 millimetri al mese. Il sollevamento dal gennaio 2011 alla stazione del Rione Terra e di circa 97.5 centimetri, mentre dal novembre 2005 (inizio dell’attuale fase di unrest) è di oltre 102 centimetri.

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