Turismo a Napoli, boom di abusivi: ​«La metà degli alloggi è fuorilegge»

Turismo a Napoli, boom di abusivi: «La metà degli alloggi è fuorilegge»
di Gennaro Di Biase
Venerdì 19 Novembre 2021, 00:00 - Ultimo agg. 20 Novembre, 12:28
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L’abusivismo colonizza il turismo di Natale. Il mercato nero degli alloggi di dicembre 2021 cresce, con circa «6mila host tra abusivi e irregolari», e «raddoppia» l’indotto rispetto al pre-Covid. Sono «11698» gli annunci di alloggi in città, ma solo «1400» le strutture dotate di autorizzazione comunale. Questo lo scenario che emerge dai dati incrociati di Federalberghi Napoli e Abbac. L’impennata del turismo sommerso si deve a tanti motivi. Sono circa 800 le strutture ricettive che hanno disdetto la Scia (la certificazione di inizio attività rilasciata dal Comune) durante le restrizioni da virus, decine gli investitori in sub-affitto, dopo la crisi economico-pandemica, subentrati nella gestione di b&b, case vacanza e affittacamere. Non c’è una normativa sulle locazioni brevi, ma c’è tanta evasione fiscale. «11.698 sono le strutture totali commercializzate a Napoli sui principali portali online – riporta invece Federalberghi Napoli – Quelle dotate di Scia sono 1400, tra cui 150 alberghi». Non tutti però, tra i tanti sprovvisti di licenza, sono abusivi: nel mezzo di queste cifre così distanti, si trova infatti una miriade di locazioni brevi, «4500» secondo Abbac: un esercito di attività turistiche che sfugge all’obbligo di Scia. 

Gli 11.698 alloggi online su Napoli sono così distribuiti: 4729 su Tripadvisor, 4024 su Booking, 749 su Expedia, 780 su Hotels, e 9541 su Airbnb (dedicato in gran parte alle locazioni brevi, e su cui gli alberghi di solito non si commercializzano). Un labirinto, insomma, più che una mappa. Come fanno notare le associazioni di categoria, tante strutture, presenti su vari portali, bissano gli annunci. Per ottenere il numero degli host non in regola, il dato delle 11.698 strutture va incrociato con quelli delle licenze («1400») e con quello delle locazioni brevi a Napoli (circa «4500» secondo Abbac): affitti di case o stanze inferiori ai 30 giorni e senza servizi di cucina che, come detto, non necessitano di Scia. In questa selva, «non è facile quantificare i numeri precisi del turismo sommerso – spiega Antonio Izzo, presidente di Federalberghi Napoli – ma sono oltre 10mila gli alloggi senza Scia a Napoli. Sulla base dei diversi dati possiamo stimare che circa 6mila strutture siano abusive o irregolari. Gli abusivi sono coloro che si commercializzano come b&b, affittacamere o in qualche caso alberghi ma sono sprovvisti di Scia. Gli irregolari, invece, sono i locatori brevi che evadono la tassa di soggiorno e offrono servizi che non sarebbero autorizzati a offrire: rassettano le camere o servono la colazione come un albergo.

Per le locazioni brevi Airbnb versa circa un milione e mezzo all’anno al Comune di tassa di soggiorno, per migliaia di alloggi. Diverse aziende amministrano decine, una addirittura centinaia di appartamenti per locazioni brevi in città: è un’attività lontanissima dall’integrazione del reddito, che è lo spirito che ha contraddistinto la nascita dei b&b. L’introduzione del Cusr (codice unico identificativo delle strutture ricettive) potrebbe aiutare. Per dicembre prevediamo il 70% di occupazione camere a Natale e sold-out a Capodanno, ma i numeri si abbassano nelle ultime ore: siamo preoccupati che la quarta ondata del virus possa colpire la popolazione e minare la fiducia nel viaggiare. Napoli, soprattutto a Natale, è una meta unica. Chi la attacca mediaticamente, andando oltre le problematiche del territorio, probabilmente non c’è mai stato e lo invitiamo a visitarla». 

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Ai «seimila» tra abusivi e irregolari (i primi sprovvisti di scia e i secondi che offrono servizi per cui non sono autorizzati), va aggiunto il maxi indotto del turismo “a nero”, «un milione e mezzo, quasi il doppio rispetto al 2019 - spiega il presidente di Abbac Agostino Ingenito – In due anni a Napoli c’è stata una depressione delle richieste di Scia. Almeno il 40% di disdette: circa 800 strutture scomparse dal radar dell’autorizzazione comunale, che hanno scelto un sistema di ricezione più oscuro e meno oneroso. In Campania non esistono poi normative sulle locazioni brevi, che stimiamo essere utilizzate per affittare a turisti circa 4500 camere in città, circa il 40% dell’offerta totale. Per le locazioni brevi non esiste l’obbligo della Scia, ma se una struttura è solo per turisti o affitta più camere – e ce ne sono tantissime – può essere sganciata dal concetto di locazione breve, che è, in termini di legge, la facoltà di affittare un immobile o porzione di esso con un contratto al di sotto dei 30 giorni. Truffe e speculazioni aumentano: i passaggi di gestione si moltiplicano e oltre alla vendita di pseudo avviamenti per b&b, ora c’è anche chi specula chiedendo fideiussioni sui sub-affitti e per le recensioni dell’account dell’host sui portali online. È sceso anche il livello qualitativo degli alloggi. Va detto che tante famiglie, in centro storico, hanno messo in rete la propria casa per sbarcare il lunario. E poi sono spuntate le case vacanza per “abusivi etnici”, posti letto fissi spacciati per alloggi in finte case vacanza: inquilini dell’Est o di paesi orientali offrono ai connazionali, amici o parenti, un letto a prezzo scontato per “etnia”, così da aggirare le tasse. Servono più controlli e va esteso l’obbligo di Scia e Cusr».
 

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