Guerra in Ucraina: acciaieria assediata, una rete di cunicoli protegge gli irriducibili dell'Azovstal

Guerra in Ucraina: acciaieria assediata, una rete di cunicoli protegge gli irriducibili dell'Azovstal
di Gigi Di Fiore
Sabato 7 Maggio 2022, 00:00 - Ultimo agg. 8 Maggio, 09:37
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È diventata il simbolo della resistenza ucraina, richiamando memorie della storia russa. Come Sebastopoli, come Stalingrado, l’assedio delle truppe di Putin all’acciaieria Azovstal a Mariupol ripropone il mito del manipolo di uomini che resiste contro forze nemiche più numerose.


Sono circa duemila, secondo le ultime stime, gli assediati. Sono i soldati ucraini del battaglione Azov guidato dal trentenne Denis Prokopenko, dottore in lingue e letteratura straniera già decorato dal presidente ucraino Voldymyr Zelensky con la prestigiosa medaglia dell’Ordine della croce d’oro. Al battaglione, in due mesi di assedio si sono aggiunti volontari di più nazionalità, ma anche marine ucraini. Sono assediati da truppe russe rinforzate da battaglioni ceceni e della Repubblica popolare di Donetsk, dotati di veicoli corazzati e carri armati. Nell’acciaieria, con i militari sono rimasti per quasi due mesi centinaia di civili che solo negli ultimi giorni hanno avuto il via libera per lasciare la struttura, su concessione dei russi e la vigilanza della Croce rossa e delle Nazioni Unite. Ma dentro ne resterebbero ancora alcune decine, che non riescono o non vogliono uscire. Dal 21 aprile l’assedio all’acciaieria si è intensificato. Eppure, proprio in quel giorno il presidente Putin annunciò che, dopo aver raso al suolo e conquistato tutto il resto della città di Mariupol strategica con il suo porto per il controllo costiero a sud dell’Ucraina, rinunciava a prendere l’acciaieria. In realtà, gli assalti sono ripresi in grande, respinti dall’ostinata resistenza degli ucraini. E ha spiegato il vice comandante del battaglione Azov, Sviatoslav Palamar: «I russi sono entrati nell’area dell’acciaieria, ma vengono ricacciati». A nessuno sfugge il valore simbolico e di morale che avrebbe la conquista dell’acciaieria.

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Ma a rendere per ora inespugnabile l’acciaieria e suicida un eventuale assalto all’interno è la struttura della Aszovtal, costruita negli anni ‘30 del secolo scorso dal governo dell’Unione delle repubbliche socialiste sovietiche.

Possiede gallerie di vecchi locali caldaie a sei metri di profondità, poi cunicoli di alimentazione costruiti negli anni ’60 ancora più sotto di circa 5 metri. L’acciaieria venne realizzata dalla Russia insieme con un sistema di rifugi antiaerei. Includevano alloggi per i dipendenti che, in questo modo, potevano continuare a mantenere attiva la produzione dell’impianto in tempo di guerra. Un’opera di ingegneria particolare, più simile a un enorme bunker che a una fabbrica progettata sul modello americano della città di Gary. I russi vi aggiunsero alcune integrazioni, con un sistema di collettori per il drenaggio delle acque piovane, tunnel per i cavi elettrici e per il sistema di trattamento del gas, stazioni di pompaggio e sottostazioni elettriche in comunicazione tra loro. Tutti locali ampi, che possono essere utilizzati anche per alloggi e depositi. Nel 1943, lo stabilimento venne distrutto dalle truppe tedesche, ma dopo la guerra fu ricostruito e ristrutturato in poco tempo.

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Cunicoli, gallerie sotterranee, corridoi, ma anche un quartiere residenziale esterno tutt’attorno costruito negli anni ’60 del secolo scorso che, anche se è stato distrutto dalle bombe russe, può essere utilizzato dagli ucraini come base per delle sortite notturne e imboscate contro le truppe assedianti. Il comandante del battaglione Azov riesce a comunicare con l’esterno anche attraverso Telegram. I civili che hanno lasciato l’acciaieria hanno raccontato i loro due mesi sotto il bunker, con poco cibo e scarsità di acqua. C’è chi ha ricordato: «In trenta in un bunker, avevamo cibo dai soldati che lo cucinavano all’aperto. Era lo shproti, un pesce in scatola sott’olio, o formaggio». È d’aiuto la grande riserva di acqua non potabile dell’acciaieria, utilizzata per raffreddare l’impianto quando era in produzione, che consente a chi è all’interno di lavarsi. I civili ora partiti avevano portato nel grande bunker libri, o delle scacchiere per passare il tempo.

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Negli ultimi giorni, in vista della famosa data del 9 maggio in cui si celebra la vittoria russa sui tedeschi nella seconda guerra mondiale, dopo 70 giorni di resistenza gli assalti all’acciaieria si sono intensificati. E dentro l’impianto, vi sarebbero ancora una trentina di bambini. I russi riescono a entrare nel perimetro esterno dell’acciaieria, ma poi non ce la fanno a proseguire ricacciati indietro e bloccati all’ingresso dei cunicoli sotterranei. Nel frattempo, continua il fuoco continuo di obici e lanciarazzi per «far uscire i difensori dalle catacombe» come ha riferito il canale Zvesda, controllato dal ministero della Difesa russo. Ma nel bunker i circa duemila militari ucraini non si sono ancora arresi, mentre gli annunci russi sulla conquista dell’impianto riguardano solo la penetrazione periodica nell’area all’esterno. E l’assedio continua, facendo dell’acciaieria Azovstal una moderna Termopili a uso dell’epica militare anche di questa guerra.
 

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