Parcheggi, metro e svincoli: i doppioni del piano De Luca a Napoli Est

Parcheggi, metro e svincoli: i doppioni del piano De Luca a Napoli Est
di Luigi Roano
Lunedì 8 Agosto 2022, 00:00 - Ultimo agg. 9 Agosto, 08:43
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«Qualcuno aveva pensato al Centro Direzionale, ma non c’è alcuna possibilità di avere lì una vera mobilità pubblica. L’area individuata consente invece di raggiungere gli uffici su ferro o gomma pubblica, e prevede anche l’ingresso dall’autostrada». Ipse dixit Vincenzo De Luca, il presidente della Regione, in riferimento a parte del progetto “Porta est” cioè il nuovo quartier generale dell’ente di Santa Lucia che il governatore intende tirare su entro il 2027 dove trasferire tutti gli uffici della Regione. La sostanza cambia poco, sarebbe un doppione del Centro direzionale che perderebbe invece la presenza della Regione. Basta sovrapporre la fotografia di “Porta est” fatta dal Presidente a qualla della City per rendersi conto che quello che il governatore preconizza già esiste - a iniziare proprio dalle torri. 


Dice De Luca che «sarebbe impossibile raggiungere il Centro direzionale con i mezzi pubblici sia su ferro che su gomma». Come stanno le cose? Esattamente all’opposto. Entro fine anno si apre la stazione della linea 1 della metropolitana.

Cosa significa? Il metrò comunale fa tappa in entrambe le direzioni a Piazza Garibaldi ovvero alla stazione centrale dove arrivano i treni da tutto il mondo e anche i regionali. Di più, per i dipendenti regionali che utilizzano i mezzi pubblici la metro arriva a Scampia - dove c’è una stazione di interscambio - che si collega con i treni regionali. Entro il 2024 l’intero anello della linea 1 sarà completato e coprirà il viale Maddalena fino ad arrivare a Miano. Sostanzialmente tutta l’area nord, incluso l’aeroporto. E il Centro direzionale è nel cuore del completamento della linea 1. Che senso ha aprire una stazione della metropolitana al Centro direzionale per poi delocalizzare la Regione a 200 metri di distanza creando un inutile doppione, inclusa la metro? 

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I pullman - cioè il trasporto su gomma - passano, ma sono pochi come nel resto della città perché le fermate ci sono e collegamenti in linea teorica il Comune li ha programmati ma mancano i bus. Bisognerebbe incrementare la flotta per risolvere il problema. Piuttosto la “gomma” - nel progetto “Porta est” - prevede quella che gli urbanisti chiamano “una bretella interrata” per creare il terminal dei bus di cui parla De Luca. Vale a dire - al di là dei tecnicismi - un altro buco a 200 metri di distanza dal Centro direzionale. Che inizia all’uscita della A3 in via Ferraris e termina sotto la Stazione centrale. Anche qui bisogna fare degli approfondimenti perché al Centro direzionale esiste già tutto. Partiamo dai parcheggi: nella city dei grattacieli ci sono a disposizione ben 4.000 posti per auto ed eventualmente per bus. I bus al Centro direzionale renderebbero il sito più popolato e soprattutto innescherebbero una nuova economia. Soprattutto se su via Aulisio - come proposto dalla vicesindaca Laura Lieto - si abbattesse quel muro e i volumi già esistenti delle Fs venissero trasformati in negozi, bar, ristoranti e chi più ne ha più ne metta. Restando sulla gomma, De Luca fa riferimento alla necessità degli svincoli autostradali per realizzare il suo nuovo quartiere generale. Giusta l’affermazione, sbagliati i tempi: infatti è come se parlasse nel 1970 quando è stato ideato il Centro direzionale dove invece ci sono più svincoli della Tangenziale e bretelle in superficie delle autostrade già esistenti sia verso il Corso Malta che verso Gianturco. Che senso ha - anche in questo caso - fare un doppione nella stessa area? Se solo si pensa ai 5 anni di cantieri per la costruzione di queste infrastrutture, i presunti benefici ambientali diventano un incubo. Altro che abbattimento dell’inquinamento: ci sarebbero ingorghi giganteschi all’uscita della A3 che paralizzerebbero l’intera area orientale della città.

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«Il progetto - insiste De Luca - prevede un parco da 5000 mq». Oggettivamente il governatore, o chi ha fatto la bozza della progettazione, ha sbagliato i conti. Cinquemila metri - giova ribadirlo - è molto meno delle aiuole di Piazza Carlo III. Cinquemila su 127mila edificabili equivarrebbe a un’oasi nel deserto. Cinquemila metri quadrati è la misura minima richiesta per presentare un Pua - Piano urbanistico attuativo - per legge, per non farselo bocciare. In quel contesto bisogna immaginare una “macchiolina” verde in mezzo a 122mila metri quadrati di palazzi e parcheggi. 
 

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