Sanità, oggi il vertice decisivo. La Regione: stop commissario

Sanità, oggi il vertice decisivo. La Regione: stop commissario
di Ettore Mautone
Mercoledì 13 Novembre 2019, 00:00
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Commissariamento per la sanità regionale: c’è anche il presidente della Regione Vincenzo De Luca - in veste di commissario - nella delegazione attesa oggi a Roma, al tavolo tecnico del Comitato interministeriale di verifica dei Lea (Livelli di assistenza). In ballo ci sono lo scrutinio di fine anno e la pagella sui Livelli di cura. Di ufficiale, oltre al consolidamento del pareggio di bilancio di Asl e ospedali, conseguito per il sesto anno consecutivo, c’è il fatto che la Campania, per la prima volta da 10 anni, nel 2018 ha superato la soglia della sufficienza (160) raggiungendo quota 170. Abbastanza per reiterare la richiesta di addio al commissariamento protocollata a Roma già a dicembre di un anno fa. 

Si tratta di uno snodo cruciale: per la Campania c’è la possibilità, dopo dieci anni di alti e bassi, di tornare ad avere pieni poteri nella programmazione del servizio sanitario regionale. Nelle cartelline dei funzionari della struttura commissariale in viaggio per Roma ci sono gli ultimi decreti e le delibere adottate dalla scorsa primavera a oggi in risposta ai rilievi dei ministeri vigilanti. In caso di fumata bianca dei ministeri della Salute e dell’Economia la Regione da un lato continuerebbe a viaggiare sul binario del Piano di rientro per altri tre anni, dall’altro direbbe addio al commissario e la materia del governo della Salute tornerebbe di esclusiva competenza dell’ente di Palazzo Santa Lucia. In soldoni si uscirebbe dal commissariamento ma non dal Piano di rientro che per legge prevede un percorso di ulteriori tre anni di consolidamento. 

Le ultime osservazioni dei ministeri, timbrate ad aprile e a luglio di quest’anno, riguardano la necessità di affiancare, al piano ospedaliero già approvato, un analogo programma di riordino dei servizi sanitari del territorio. Parliamo della prevenzione, degli screening, della medicina di famiglia, dell’assistenza domiciliare e delle cure per anziani e disabili compresa la psichiatria e la medicina riabilitativa, a cavallo con i servizi sociosanitari assicurati dai Comuni. Un anello debole della rete di cure in Campania che in forma riveduta e corretta, rispetto al precedente impianto, torna ora al vaglio dei tavoli romani. L’ultimo decreto non ancora ufficiale è stato approvato lo scorso 31 ottobre. Se la riunione va bene dopo la verbalizzazione degli atti e il successivo passaggio in Conferenza Stato Regioni la palla passerà alla presidenza del Consiglio dei ministri chiamata a ratificare il tutto. Entro Natale dunque la Campania potrebbe conseguire l’agognato traguardo. Cosa cambierà sul piano pratico per i cittadini? La vera differenza, tra Regioni in Piano di rientro commissariate e quelle in regime ordinario, sono i tempi e la burocrazia. In presenza del commissario tutti gli atti assunti passano sistematicamente al vaglio delle strutture tecniche del governo centrale. D’altro canto nei prossimi tre anni la maggiore libertà d’azione resterà vigilata e comunque sottoposta agli obiettivi di pareggio di bilancio. Ogni passo falso non sarebbe perdonato. 

Le luci su cui la Regione oggi può contare sono i tempi dei pagamenti dei fornitori attestati a 38 giorni (migliore report in Italia) a 22 per i farmaci. Il superamento della soglia del 95% per la vaccinazione esavalente dell’infanzia e il 92% raggiunto per morbillo, rosolia e varicella. E poi i parti cesarei ridotti al 36,4% quasi a livello della soglia ideale e il riordino della medicina veterinaria. Mentre le ombre sono ancora gli interventi per la frattura del femore entro le 48 ore sebbene migliorati significativamente, gli screening, le liste di attesa per attività chirurgiche e il completamento del processo degli accreditamenti da condurre fuori dal tunnel di pari passo alla complessa opera di ripopolamento delle corsie attraverso il reclutamento e i concorsi di personale medico, infermieristico, tecnico e di supporto.
 
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