Violentava le ragazze adescate sul web, in carcere voleva uccidere don Barone

Violentava le ragazze adescate sul web, in carcere voleva uccidere don Barone
di Mary Liguori
Lunedì 17 Settembre 2018, 22:12
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C’è un video, ripreso dalle telecamere del penitenziario di Vallo della Lucania, all’origine del trasferimento di don Michele Barone a Secondigliano. Un video in cui quattro detenuti e il sacerdote si «confrontano» aspramente dopo una serie di battibecchi che, a dire del religioso, l’avevano messo in allarme già nei giorni immediatamente successivi il suo arrivo nel carcere salernitano, lo scorso 2 marzo.Quel filmato, registrato da una telecamera nella zona tra le celle 8 e 10 del reparto in cui sono detenute le persone accusate di reati sessuali, ha provocato un duplice effetto. Da un lato il trasferimento di Barone a Secondigliano, il 23 agosto, dall’altro un provvedimento disciplinare a carico dello stesso sacerdote sotto processo a Santa Maria Capua Vetere per maltrattamenti su minore e violenza sessuale su due ventenni.

IL DOSSIER DEL PRETE
Il dossier di Barone è stato inviato alla Procura competente. E il parlamentare Antonio Del Monaco ieri ha fatto visita al sacerdote. Quel dossier parla di quattro detenuti, tre italiani e uno straniero, che avrebbero messo a repentaglio la sicurezza del prete. Tappa per tappa, Barone scrive ciò che a suo dire ha dovuto subire sin dall’arrivo in carcere. I primi dispetti, gli nascondevano l’asciugacapelli poi trovato in cella di uno dei presunti «molestatori», il trasferimento di due detenuti, quelli che lo avrebbero infastidito a marzo. Poi altri e più gravi episodi. Fino alla minaccia di morte. Ma andiamo con ordine. Barone, arrestato a febbraio per la storia degli abusi mascherati da esorcismi, finisce in carcere a Vallo della Lucania perché a Santa Maria Capua Vetere è stato cappellano e a Poggioreale viene ritenuto non al sicuro. La sua storia è arcinota quando varca la soglia della casa circondariale di Vallo dal momento che, ben prima dell’arresto, Le Iene hanno raccontato la sua storia mostrando il suo volto durante un servizio. Quando arriva in carcere, accusato di aver spacciato per esorcismi violenze, percosse e abusi sessuali, dunque, qualcuno si sente in dovere di fargliela pagare. È un crescendo. In un caso lo colpiscono con un pugno in petto «perché non aveva pulito bene il pavimento». Poi si arriva al 22 agosto, quando in tre gli preannunciano un pestaggio. Tutto nasce da un diverbio al termine del quale interviene il capo delle guardie penitenziarie. I tre accusano Barone di «aver fatto la spia». Un quarto gli promette: «Io ti ammazzo». E si segna la gola con il pollice. Scattano le denunce. E sono reciproche. Barone querela i quattro. Loro denunciano il prete per minacce.

I PERSONAGGI
L’uomo che ha minacciato di morte don Barone è Mario A. Condannato per due volte per violenza sessuale. La prima commessa a Salerno, la seconda a Roma. Lo bloccano dopo che, usando Facebook, adesca una 15enne spacciandosi per uno studente di Medicina di 25 anni. Attira la vittima in un casolare sulla Tiburtina e poi la violenta. Per questi fatti, risalenti al 2014, viene rinviato a giudizio nel gennaio scorso. L’altro, Gianluca D.A., è un ex manovale che ha violentato l’ex fidanzata. Entrambi hanno quarantuno anni e sono salernitani. 
«FARE CHIAREZZA»

È intenzionato a ricostruire tutto, Antonio Del Monaco, ma anche ad approfondire la vicenda giudiziaria di don Barone. Il parlamentare, che è anche psicologo, ha preso a cuore la vicenda. «Tornerò a fargli visita, la tutela della dignità dell’essere umano che resta, e deve restare tale, anche se detenuto», ha detto.
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