Volontario Onu morto in Colombia, in otto punti la chiave del giallo

Volontario Onu morto in Colombia, in otto punti la chiave del giallo
di Maria Pirro
Martedì 21 Luglio 2020, 23:11 - Ultimo agg. 22 Luglio, 11:04
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«Suicidio», scritto in grassetto. Come una sentenza. La ricerca della verità per Carmine Mario Paciolla, il 33enne napoletano e volontario Onu trovato morto in Colombia, parte da una informativa in lingua spagnola firmata dalla polizia di San Vicente del Caguan che esclude in otto righe tutte le piste investigative. Ma, a distanza di una settimana, quella valutazione resta una certezza soltanto sulla carta visto che è atteso l’esito dell’autopsia. Tre inchieste sono in corso, otto tracce raccolte dal Mattino, contattando fonti qualificate in Italia, Colombia e Stati Uniti, potrebbero aiutare a chiarire.
 


Le ferite
L’allarme viene lanciato da un funzionario delle Nazioni Unite, che contatta la polizia locale. «Una mia pattuglia va sul posto, en calle 1A # N3-51 2 piso B/ Villa Ferro», spiega il capitano Hugo Moreno. «A ritrovare il corpo senza vita i compagni di lavoro. El día 15 de julio en la mañana». Il 15 luglio in mattinata, chiarisce il colonnello Oscar Lamprea, comandante della polizia dell’intero dipartimento del Caquetá. Alle 9,30 la notizia si diffonde, poco dopo le 10 è già sui social. Ed è proprio Lamprea sin dalla prima ora a riferire di alcune lacerazioni ai polsi.

Le lame
Lacerazioni provocate da lame acuminate che, però, non vengono trovate nella villa. Le vene appaiono infatti «squarciate, non tagliate in modo chirurgico», un segno che rimanda a coltelli con denti spessi o qualcosa di simile, che non viene refertato dagli organi di polizia giudiziaria. Eccolo, un punto del giallo, già riportato sul Mattino in un articolo di Leandro del Gaudio. Al caso guarda con attenzione anche la Procura di Napoli, decisa ad aprire un fascicolo sulla scomparsa del napoletano del Rione Alto.

La casa
Nelle foto scattate durante il sopralluogo si vedono gli ombrelli e maglie a mezza manica, una ragazza con un pantalone rosa ripresa di spalle e tanti uomini davanti alla porta, altro che blindata. La palazzina di due piani ha ampie vetrate e appare protetta da sottili tende bianche. Ed è isolata. Sullo sfondo si vede un edificio in mattoni, ancora in costruzione. E, da una diversa angolazione, se ne intravede un altro. Difficile trovare testimoni tra i vicini. Se non impossibile.

Il biglietto aereo
E poi, c’è il mistero del viaggio di ritorno a Napoli programmato assieme a una amica per il 20 luglio. Con un biglietto aereo già trovato, secondo quanto riferito dalla madre Anna Motta che, per prima, solleva i dubbi rendendo noto anche il malessere del figlio intercettato via Skype venerdì 10 luglio: Testualmente: «Mamma devo tornare a Napoli, mi sento sporco, devo assolutamente venirmi a bagnare nelle acque di Napoli». 

L’amica
È sparita la ragazza che avrebbe dovuto partire con il 33enne del Rione Alto: al momento, nessuno sa o vuole dire dove si trovi, se in Italia o in Colombia. Né i vertici della polizia colombiana. Né gli amici sotto choc che dall’Italia guidano la mobilitazione e chiedono «Giustizia per Mario Paciolla» (questo il nome di una pagina Facebook, ed è fissata per oggi una assemblea per organizzare altre iniziative dopo la manifestazione sotto le finestre di Palazzo San Giacomo).

Le Nazioni Unite
«La Missione sta conducendo un’indagine interna e segue da vicino le indagini delle autorità colombiane per determinare le cause della morte», è il messaggio riportato nel press briefing da Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite. Interpellati direttamente, i funzionari non rispondono, tuttavia, alle domande: non solo relative all’inchiesta, ma anche ai compiti specifici assegnati a Paciolla e ai rischi in quella zona a 703 chilometri da Bogotà. L’email, che viene affidata a Liliana Garavito Cañón, si chiude con le «profonde condoglianze» reiterate alla famiglia e alle persone care».

Il capo di accusa
«Suicidio, questa la prima ipotesi», ribadisce Lamprea contattato al telefono. E ora? «Le indagini sono in corso, questo lo determina la “Fiscalía general de la Nación” con gli elementi del materiale probatorio», replica il colonnello, senza più escludere categoricamente, come nella prima informativa della polizia locale, che possa anche trattarsi di un omicidio. Per dirlo, è atteso il risultato dell’autopsia e ulteriori verifiche sono disposte Farnesina e sollecitate dai parlamentari italiani (ieri, per respingere «verità di comodo» in 25 hanno depositato un’interpellanza urgente, primi firmatari Gennaro Migliore e Paolo Siani, e anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha diramato un’altra nota su «questa morte assurda»). «Siamo seguendo la vicenda con la massima attenzione», assicura al telefono l’ambasciatore italiano in Colombia, Gherardo Amaduzzi. Ma può bastare?

Il contesto
Graziano Palamara è professore dell’Università Externado de Colombia e afferma: «Qui la notizia non ha purtroppo avuto un grande risalto. Per due ragioni, credo: il Paese è entrato nel mese più critico sul fronte Covid, con una impennata di contagi e morti che catalizza pressoché interamente l’attenzione. E, ahimè, una sorta di terribile assuefazione a questo tipo di tragedie». Un allarme rilanciato anche nell’ultimo dossier realizzato da Libera contro le mafie. Prosegue il docente: «Dalla firma degli accordi di pace ad oggi sono stati uccisi circa 1000 fra leader sociali e difensori di diritti umani e oltre 200 ex combattenti delle Farc. Nella stragrande maggioranza queste uccisioni restano impunite e scontano la cronica incapacità dello Stato di esercitare il monopolio della forza. E il lockdown, decretato da marzo, ha sicuramente aggravato la situazione; se non altro, perché ha reso più difficili gli sforzi degli organismi internazionali e nazionali per implementare gli accordi di pace, e ha ridotto la capacità di dissuasione con cui gli stessi organismi cercano di stabilizzare le aree più colpite dal fenomeno della violenza: il Caquetá, nel Sud, dove Mario operava, è purtroppo fra queste».

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