Whirlpool, gli operai contro il ministro Patuanelli: «Il governo ha fallito, mai più con M5S»

Whirlpool, gli operai contro il ministro Patuanelli: «Il governo ha fallito, mai più con M5S»
di Valerio Iuliano
Lunedì 3 Febbraio 2020, 00:00 - Ultimo agg. 11:16
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«Un governo che dice di non avere gli strumenti per sanzionare Whirlpool è un governo fallito». Ciro Esposito, 50 anni, operaio addetto al controllo della qualità delle lavatrici di alta gamma prodotte a via Argine, non usa mezze misure. 

La delusione delle tute blu, nella prima domenica successiva all’incontro al Mise, è ancora cocente. La chiusura fissata per ottobre di quella fabbrica, che per loro ancora oggi è “Mamma Whirlpool”, ha fatto maturare nei metalmeccanici una certezza. «Il governo non ci ha tutelato e non ci tutela. Prima ci hanno promesso mari e monti - aggiunge Ciro Esposito - e poi ci hanno detto che non si può fare più nulla. Di Maio ci ha delusi. All’inizio sembrava una persona capace di farsi rispettare, poi se ne è andato agli Esteri ed è sparito. Patuanelli sarà pure una brava persona ma non ha esperienza in questo settore. Ci vorrebbe qualcuno che abbia esperienza industriale. Avevo votato per il Movimento 5Stelle per protesta, sperando di risvegliare il Pd, e mi è andata male. Non li rivoterò. Gliel’ho già detto».

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Antonio Donnarumma, invece, ripercorre in pochi minuti tutte le tappe della crisi. Quando i suoi colleghi parlano di “delusione” sbotta: «È solo un eufemismo. Sono passati 8 mesi. Ci sono stati due ministri per poi arrivare al tavolo del 29 gennaio e sentirci dire che non hanno gli strumenti coercitivi per far cambiare idea alla multinazionale. E in 8 mesi cosa hanno fatto? Ci hanno pensato che dopo Whirlpool tutte le multinazionali faranno lo stesso? Il tavolo con Invitalia è solo un atto di resa del ministro». Dal catastrofico bilancio sulla lunga vertenza scaturisce poi per Antonio - operaio trentaseienne, a via Argine fin dall’adolescenza - un’altra certezza. «I 5Stelle ebbero il mio voto solo perché la scena politica era vuota e loro sembravano l’unica alternativa alle destre, ma non mi sono mai piaciuti e sottolineo mai. Ma, se avessi saputo come sarebbe andata a finire, il 4 marzo del 2018 mi sarei fratturato una mano pur di non votare per loro». 
 

 

Di elezioni non vuole più sentir parlare Sonia D’Aniello, operaia addetta alle mascherine elettroniche delle lavatrici. Subito dopo l’incontro al Mise ha stracciato la sua scheda elettorale. «Ho perso tutta la fiducia e con me i miei colleghi. Avevo votato per i 5Stelle ma mi hanno deluso troppo. Non li voterò mai più. Il governo non ha fatto nulla per noi. Vedendo Patuanelli, ho capito che per fare il Ministro dello Sviluppo Economico ci vogliono gli attributi. E Di Maio si era dimostrato un pivello. Ho due figlie adolescenti. Purtroppo dovrò dire loro di andare via dall’Italia. Ho 44 anni e lavoro nello stabilimento da quando ne avevo 20. Non so dove andrò a finire. Mio marito ne ha 56 ed è disoccupato. Siamo in difficoltà. Speriamo che Invitalia possa fare qualcosa, ma ne dubito. È l’ultima promessa di Patuanelli».
 

Per Luciano Doria occorre spostare il tiro su tutta la classe politica, che «in questi anni non si è mai occupata di ricerca e di sviluppo». Nelle scorse settimane Luciano aveva elaborato un piano di sviluppo dell’azienda, con la collaborazione della Federico II e dell’Apple Academy. «L’assessore regionale Palmeri - spiega l’operaio- lo ha presentato al tavolo del Mise. E’ un progetto che parte dalle nostre competenze in materia. Ma è stato completamente ignorato. L’Ad di Whirlpool, intanto, ci ha chiesto di tornare a lavorare a pieno regime, fino ad ottobre, per produrre la lavatrice di alta gamma Omnia Zen, che la multinazionale voleva spostare in Cina nella regione Wuhan, quella del coronavirus. La nostra lavatrice è ancora venduta».

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La scadenza degli ammortizzatori sociali è fissata per la prima settimana di aprile. E i lavoratori sperano in un rinnovo almeno fino al mese di ottobre, quando Whirlpool si allontanerà da Napoli. Prima di proiettarsi verso il futuro prossimo, però, i lavoratori vogliono ragionare ancora sul disastroso vertice al Ministero. «Quando Patuanelli ha detto che lo Stato non può sanzionare Whirlpool- dice Vincenzo Accurso, delegato RSU della Uil- ci siamo sentiti abbandonati. Non crediamo che sia vero che l’esecutivo non possa fare niente. Sicuramente ci sono leggi che dovrebbero servire a far rispettare gli accordi. Il governo dovrebbe garantire i diritti dei cittadini. E quello attuale sta perdendo l’occasione per dimostrare di essere diverso dal precedente».

Maria Rosaria Castravelli, 37 anni, da 18 a via Argine, chiama in causa la Costituzione. «L’articolo 41 dice che l’iniziativa economica privata è libera, ma non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla dignità umana.
E l’articolo 42 che la proprietà può essere anche espropriata, nei casi previsti dalla legge. Il governo applichi la Carta costituzionale». Oggi gli operai torneranno in fabbrica.

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