Cardinale Filoni: «Gli investimenti siano trasparenti Ma la Chiesa non è marcia»

Cardinale Filoni: «Gli investimenti siano trasparenti Ma la Chiesa non è marcia»
di Franca Giansoldati
Mercoledì 30 Settembre 2020, 11:30
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Città del Vaticano - «Le persone che lavorano in Vaticano generalmente sono persone di fiducia. Naturalmente, possono anche fare degli errori. Tuttavia posso dire di avere trovato nella mia esperienza personale - ovunque ho lavorato - di fiducia. A questo punto io mi domando: ma possibile che ci sia tanto marcio come viene descritto? Una riflessione forse andrebbe fatta, altrimenti in questo modo non si salva nessuno». Il cardinale Fernando Filoni, ex Sostituto alla Segreteria di Stato, per anni a capo della congregazione di Propaganda Fide e ora ai vertici dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro si concentra sulla parola fiducia per leggere gli ultimi eventi.
La corruzione sembra un male endemico...
«La Chiesa è sostanzialmente una comunità di persone che si fidano. La fede indica proprio questo. Si tratta del primo elemento nei rapporti di lavoro e umani. Gli errori se ci sono vanno corretti come è giusto che sia, ma se si perde la linea della fiducia ecco che questa linea diventa difficile per tutti. Anche qui dentro».
C'è bisogno di riforme per pulire il Vaticano ?
«Ci sono dei principi fondamentali di trasparenza a cui tutti noi dobbiamo aderire. Si tratta di una linea generica da seguire nella pratica, nella realtà quotidiana. Insisto su questo punto perché se manca anche la fiducia stessa allora viene meno. Io penso che forse dovremmo riflettere su tanti aspetti e sono convinto che tutta la narrazione che viene fatta di una Chiesa marcia non corrisponda. Per il resto faranno il loro lavoro i magistrati».
Lei quando era Sostituto faceva investimenti?
«I criteri degli investimenti sono sempre gli stessi. Si espongono ai superiori e si opera con oculatezza. E se uno è Sostituto lo fa con il cardinale Segretario di Stato e poi con il Papa e nessuno fa investimenti tanto per fare; naturalmente bisogna operare con oculatezza, cosa doverosa in questa circostanza».
Ci sono i soldi dell'Obolo di San Pietro...
«E anche tante donazioni che vengono date legate ad uno scopo, un motivo e non è che si procede a fare inestimenti così. Se ci sono dei guadagni - e lo ha detto anche Papa Francesco - servono per migliorare e dare aiuto. La Chiesa non è solo una realtà spirituale ma è anche una realtà concreta. Ho potuto toccare questo aspetto che a volte passa in secondo piano andando nelle missioni, in varie parti del mondo. Ho pututo vedere con i miei occhi quello che si realizza nelle diocesi più sperdute. I nostri vescovi che hanno tante strutture dobbiamo pure aiutarli. Rimane però il fatto che non si deve prescindere dalla trasparenza e dalla correttezza». 
Non serve secondo lei una riforma per le finanze?
«Tutto cio che serve per migliorare e rendere più trasparente il sistema è benvenuto e mi pare doveroso».
Una ultima domanda sulla Cina, lei che conosce bene quell'area del mondo avendo guidato Propaganda Fide: si parla di un rinnovo dell'accordo per le nomine dei vescovi con il governo cinese. A lei pare una cosa buona?
«Non voglio dare giudizi, mi astengo dal dare opinioni perosonali. Chi ha le carte nelle mani sappia bene cosa sta facendo e cosa deve fare».





 

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